martedì 28 dicembre 2010

UN CONCERTO A CAPODANNO

Se volete farmi di persona gli auguri per l'anno nuovo (che ricambierò con gioia), vi aspetto al concerto che il coro La Scatola Armonica di Verona (compagine nella quale canto da oltre 20 anni), la corale S. Cecilia di Cadidavid-Verona e una folta orchestra terranno il

1 GENNAIO 2011 ALLE ORE 15,30

NEL DUOMO DI VILLAFRANCA - VR


Per stuzzicare il vostro interesse, vi anticipo che nella seconda parte (nella quale interverranno i due cori riuniti e l'orchestra; nella prima parte l'orchestra eseguirà un meraviglioso concerto di Bach) proporremo musiche molto note di Rutter, Bach, Mendelssohn e Handel (dal Messia).

In ogni caso, molti auguri a tutti.

sabato 11 dicembre 2010

DI PLASTICA

Ci sono finalmente riusciti. L'hanno piazzato davanti a Porta Nuova, l'ingresso monumentale di Verona. E' imponente, alto 7-8 metri (forse di più), completo delle palle di ordinanza (e del logo dello sponsor). E' il più grande che io abbia visto finora. E' un albero di Natale di plastica. Per un Natale di plastica. Auguri a tutti.

lunedì 6 dicembre 2010

FARRO MONOCOCCO A VENEZIA

Qualche giorno fa ho partecipato con una breve relazione su alcuni aspetti nutrizionali del farro monococco ad un convegno assai interessante svoltosi a Venezia in una cornice splendida, la recentemente e felicemente restaurata Serra Liberty, un piccolo gioiello che sta nei giardini della Biennale dal 1894 (è servita per molti anni ad ospitare nei mesi freddi le palme e le altre piante decorative utilizzate per la Esposizione Internazionale d'Arte). Il tema del convegno era “La filiera corta dei cereali antichi”, un progetto sperimentale avviato da un paio d’anni dall’Associazione Veneta Produttori Biologici. Lo scopo del progetto, che ha coinvolto diverse aziende agricole a conduzione biologica, un mulino che utilizza macine a pietra, tre panificatori e un agriturismo (tutte realtà dell’area veneta) è di recuperare antiche varietà di grani e di sperimentarne l’impiego nella panificazione, ma anche come semi da consumare direttamente (ad esempio in zuppe e minestre). Il farro monococco ha caratteristiche nutritive eccezionali. Contiene dal 15 al 17% di proteine, ma solo il 7% di glutine: le sue farine (se lavorate da fornai competenti e che impieghino la lunga lievitazione con pasta acida) producono un pane eccellente di colore ambrato, molto profumato e adatto, proprio per questa scarsità di glutine, anche a chi è intollerante a questa proteina (non però ai celiaci!). Ottimi e superiori a quelli degli altri cereali anche i contenuti di magnesio, fosforo, calcio e vitamine del gruppo B. Senza dimenticare la buona presenza di fibre, in grado di consolidare la presenza nell’intestino di una buona flora batterica che, tra l’altro, sostiene il sistema immunitario e contribuisce efficacemente al mantenimento dell’integrità della mucosa digestiva. Insomma, una meraviglia per il gusto, il corpo tutto e perfino per l’ambiente. Se vi capita a tiro il farro monococco approfittatene. Ecco una ricetta semplice, perfetta per valorizzare lo straordinario sapore e la morbidezza di questo cereale ancora non molto conosciuto.

Farro monococco con verdure saltate (per 4 persone)

2 bicchieri di farro monococco

1 cipolla

1 carota

1 gamba di sedano (e/o altre verdure disponibili e gradite: cavolfiore, finocchio, broccolo, ecc.)

3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva

sale

Lasciate a bagno il farro in acqua per qualche ora (anche per tutta la notte). Sciacquatelo e cuocetelo in 3 bicchieri d’acqua con un pizzico di sale. Fate sobbollire a pentola coperta per una mezz’oretta e poi spegnete. Nel frattempo, saltate velocemente in una padella oliata le verdure lavate e tagliate a pezzi. Insaporite con un pizzico di sale. Aggiungete il farro, condite con 1-2 cucchiai d’olio, mescolate e lasciate riposare un minuto prima di servire.

(per gentile concessione di Vita e Salute)

venerdì 3 dicembre 2010

LE CAROTE NELLO SPAZIO

È strano come certi luoghi ti accompagnino durante tutti gli anni della formazione. È stato così per la “piana del Fucino”, che è stato per molti anni un motore importante per le mie fantasie. La mia insegnante delle elementari, la maestra Ida, ci parlava del Fucino con parole che, almeno a quel tempo (i primi anni Sessanta), ti facevano risuonare dentro immagini straordinarie. Misteriosa, ad esempio, era la questione del lago svuotato. Com’è noto, la fertile piana attuale era un tempo un lago, fatto svuotare attorno al 1870 con lavori imponenti dal principe Torlonia. Non riuscivo a concepire come si potesse svuotare un bacino lacustre. La mia esperienza di lago era quella del vicino Garda, un invaso di una certa estensione, solcato da traghetti, motoscafi, barche da pesca e movimentato spesso da venti e furiosi temporali. Per me il lago era quello. Ma dove l’aveva messa, il principe Torlonia, l’acqua del lago del Fucino? Nessuno mi ha mai risposto. Mentre frequentavo le scuole medie eravamo nel pieno dell’avventura spaziale e sapere dell’esistenza del Centro Spaziale del Fucino (una concentrazione di 90 antenne dedicate alle telecomunicazioni civili) mi faceva pensare al lago prosciugato come ad un posto dell’Italia al centro del mondo, quello già conosciuto e quello ancora da scoprire. Al liceo ho letto il famoso romanzo Fontamara di Ignazio Silone: i cafoni della Marsica li ho sempre immaginati chini sulla fertile terra della piana del Fucino. Oggi il Fucino è per buona parte un grande orto. Le carote del Fucino hanno ottenuto il marchio di qualità Igp. Ecco un piatto che le valorizza.

Pasta con carote e sesamo (per 4 persone)

8 carote medie

mezza cipolla

uno spicchio d’aglio

olio extravergine d’oliva

rosmarino

un cucchiaio di aceto di mele

un cucchiaio di semi di sesamo

400g di pasta rigata

sale

pepe

Spazzolate le carote e tagliatele a bastoncini dello spessore di mezzo centimetro. Affettate la cipolla, tritate l’aglio e il rosmarino e fateli riscaldare in una padella con un cucchiaio d’olio. Dopo un paio di minuti, aggiungere le carote ed il sesamo. Continuate la cottura a fuoco basso per 3-4 minuti. Bagnate con l’aceto e un goccio di acqua calda, salate, coprite e fate cuocere ancora per una ventina di minuti. Scolate la pasta al dente e ultimate la cottura nella padella (eventualmente aggiungete un paio di cucchiai dell’acqua della pasta).
(per gentile concessione di Vita e Salute)