venerdì 11 settembre 2020

CUCINATE, CUCINATE, CUCINATE


Dalla ricerca scientifica viene ancora un pressante invito a cucinare il proprio cibo, abitudine che si rivela sempre più necessaria per mantenere in salute il nostro organismo. 
Il consumo esagerato di cibi che derivano da processi industriali (ad esempio, prodotti da forno, snack, cereali zuccherati, piatti pronti, zuppe disidratate, bevande frizzanti, carne e pesce ricostituiti, ecc.) è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di morte per tutte le cause. Tutti questi prodotti (che in alcuni casi arrivano a fornire il 25-60% delle calorie giornaliere) hanno subito un'elaborata trasformazione industriale e sono generalmente addizionati con conservanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità, aromi e coloranti. Occorre dire che attualmente, mentre è chiara la relazione tra i due fenomeni, non sono ancora chiariti i motivi che causano l‘aumento di questi rischi. Alcuni studi recenti che hanno indagato questa correlazione (uno ha coinvolto più di 105.000 adulti francesi seguiti per 10 anni, un altro ha esaminato le abitudini alimentari di quasi 20.000 soggetti spagnoli, anche in questo caso per 10 anni; li potete trovare entrambi su The British Medical Journal del 29 maggio 2019) hanno evidenziato che per i livelli di consumi superiori (quattro porzioni/giorno rispetto a 1-2) il rischio per le patologie citate aumentava in modo significativo. I ricercatori osservano che alcune caratteristiche degli alimenti processati potrebbero essere nocive per la salute probabilmente perché cambiano la composizione del microbiota intestinale e disturbano in qualche modo il normale metabolismo.