martedì 31 luglio 2012

MANGIARE PER DUE?

Una donna incinta, come si sente dire, deve mangiare per due?
Se distribuissimo nell’arco di tutta la gravidanza la quantità di energia indispensabile alla donna per portarla a termine in modo soddisfacente, sarebbe necessario aumentare l’introito giornaliero di circa 280 kilocalorie (kcal). Questa quantità media andrebbe più correttamente ridotta a 150 kcal al giorno nel primo trimestre e aumentata a 350 kcal al giorno nel secondo e nel terzo. Una incremento della quota calorica giornaliera pari  a 150-300 kcal è facilmente realizzabile operando modeste integrazioni della dieta, per esempio con 100 g di pane integrale (225 kcal) oppure con 40 g di mandorle (240 kcal) o, ancora, con 250 g di yogurt (160 kcal).
Va però detto che, nella nostra realtà, spesso l’alimentazione giornaliera è già di per sé abbondante e, anche per questo, costituisce una causa di malattie gravi come il diabete, l’ipercolesterolemia, l’arteriosclerosi, l’infarto cardiaco, l’emorragia cerebrale. Ovviamente, non è il caso di sottoporsi a una dieta dimagrante proprio durante la gravidanza. È tuttavia importante capire che porre il problema dell’alimentazione in gravidanza solamente in termini di quantità è certamente fuorviante.
Si dovrà piuttosto pensare ad aumentare la qualità di ogni pasto, anche attraverso la ricerca di alimenti biologici, integrali e ricchi di elementi vitali.

(Dal mio libro Il cibo in gravidanza, Giunti Editore, nuova edizione maggio 2012)

sabato 21 luglio 2012

CROCCANTINI DI CONFORTO



Queste settimane estive invitano alle gite e alle scampagnate. Se preferite la montagna (Alpi, Prealpi e Appennini vi offrono migliaia di fantastiche opportunità) o se amate pedalare lungo gli itinerari ciclabili (in molti casi, se volete sudare con tranquillità per centinaia di chilometri dovete purtroppo andare all’estero, ma si cominciano faticosamente ad allacciare anche in Italia i nodi di una rete ciclabile; vedi www.fiab-onlus.it) avete bisogno di quelli che io chiamo “generi di conforto”. Nel senso che magari non li assaggiate nemmeno perché non ne avete avuto bisogno, ma è “confortante” sapere che ci sono nello zaino o nella borsa anteriore del vostro biciclo. Facilmente disponibili per una ricarica energetica di emergenza. In commercio sono disponibili diversi buoni prodotti (anche di produzione biologica) a base di frutta secca macinata, semi oleosi, fiocchi di cereali, miele. Tuttavia, mi piace sollecitarvi ancora una volta a muovere le mani e a far funzionare il cervello per preparare da soli queste deliziose razioni di emergenza. È assai facile e alla portata di chiunque.

Croccantini di mandorle e sesamo al miele e malto (circa 10 porzioni)

100 gr di mandorle sgusciate
200 gr di semi di sesamo
100 gr di miele
100 gr di malto di riso
un pizzichino di sale
2 fogli di carta da forno

Versate il miele e il malto in una casseruola dal fondo spesso e fateli sciogliere a fiamma bassissima mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiuntete il sale e, al primo bollore, versate nello sciroppo i semi di sesamo. Mescolando, fate cuocere per 5 minuti. Aggiungete le mandorle tagliate grossolanamente e proseguite la cottura, sempre mescolando di tanto in tanto, per poco meno di mezz’ora. Stendete la carta da forno su un piano di marmo e versatevi sopra il composto. Ricoprite con l’altro foglio e con un matterello riducete il croccante ad uno spessore uniforme di circa 3-4 mm. Attendete che il tutto intiepidisca e, con un coltello, tagliatelo in piccoli rettangoli. Quando sarà raffreddato completamente, il croccante si conserva in un contenitore chiuso di vetro o di latta.

(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

mercoledì 18 luglio 2012

MEGLIO UNA BUONA DIETA


Una opportuna modificazione dello stile di vita può prevenire più decessi da tumore colonrettale rispetto ai risultati attesi semplicemente attivando le consuete strategie di screening (ricerca del sangue occulto nelle feci). Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista online European Journal of Cancer Prevention del 4 aprile 2009. Se si riesce a far sì che le persone si orientino verso una alimentazione basata su vegetali (frutta e verdure), legumi, cereali integrali e semi oleosi, riducendo (o eliminando) nel contempo il consumo di alimenti di origine animale (soprattutto latticini e carni rosse) e se l’attività fisica viene praticata giornalmente si assiste ad una riduzione del 26% nel numero di casi di tumore colonrettale, con una equivalente riduzione dei decessi. Si tratta, in realtà, di un decremento molto superiore a quello che si ottiene con i programmi di screening: si stima infatti che l'attuazione del test del sangue occulto nelle feci due volte all'anno porti ad una riduzione della mortalità da tumore del colon-retto del 13-15%. Una decisa differenza, da prendere in seria considerazione! Non solo perché dietro alle percentuali ci sono in realtà persone, sofferenze e lutti. Ma anche perché una opportuna modificazione dello stile di vita produce vantaggi non solo nei confronti del tumore del colon-retto, ma riduce il rischio anche per numerose altre importanti patologie come, ad esempio, i tumori del seno, le malattie cardiovascolari e il diabete. 

(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

giovedì 12 luglio 2012

ANDARE ALLA RADICE

C’è uno spazio, nella terapia dei disturbi epatici, per tecniche terapeutiche poco aggressive come la fitoterapia, l’omeopatia, l’idrofangoterapia, l’oligoterapia e una alimentazione specifica? Sicuramente sì, e per due buone ragioni. Prima di tutto, la terapia che la medicina moderna propone per molte patologie epatiche, in diversi casi non dà risposte completamente soddisfacenti. E quindi, soprattutto chi soffre di epatite cronica cerca giustamente anche altre possibilità di cura. Magari non tanto per sostituire i farmaci proposti dal medico di fiducia, ma semplicemente per affiancare (e sperabilmente potenziare) la terapia già in atto. O anche solo per limitarne gli effetti collaterali. In secondo luogo, molti dei disturbi che solitamente vengono addebitati a un “cattivo funzionamento” del fegato (come le difficoltà digestive sopra citate oppure  l’insorgenza di irritazioni e impurità della pelle) non sono efficacemente affrontabili con una semplice terapia farmacologica, che quasi sempre si limita a ridurre o eliminare i sintomi più fastidiosi. In questi casi è molto più utile cercare di andare alla radice dei problemi modificando, ad esempio, il proprio stile di vita (cioè le abitudini alimentari, l’attività fisica, l’eventuale uso improprio e eccessivo di farmaci ecc.). In questo contesto, alcuni provvedimenti come il consumo di particolari alimenti, l’uso di erbe medicinali appropriate, l’impiego dell’acqua secondo le regole codificate dalla tecnica idroterapica, l’attività fisica regolare possono avere non solo una valenza terapeutica, ma contribuire a mantenere il più a lungo possibile l’efficienza del fegato. In altre parole, una buona funzionalità epatica è il fulcro della prevenzione.

(Tratto dal mio libro Cure naturali del fegato, Giunti Editore)

martedì 10 luglio 2012

DORMIAMOCI SOPRA


Che il diabete sia una malattia complessa è cosa nota. La riduzione del rischio non passa sicuramente attraverso la semplicistica sostituzione del cucchiaino di zucchero nel caffè con una pillolina di dolcificante sintetico. Molto meglio modificare lo stile di vita. A questo proposito, guardate un po’ cosa suggeriscono i risultati di una ricerca effettuata presso il Leiden University Medical Center (in Olanda) e pubblicata nella rivista online Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism del 6 aprile 2010.
La resistenza delle cellule all’azione dell’insulina è uno dei meccanismi principali che portano verso lo sviluppo della malattia diabetica. Ebbene, i ricercatori olandesi hanno scoperto che dormire poco riduce la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina. Nel corso dell'ultimo decennio dormiamo sempre meno e, nello stesso tempo, c’è stato un deciso aumento dei casi di resistenza all'insulina e di diabete di tipo 2. Tutto questo non è certamente un caso, osservano i ricercatori olandesi. Non solo perché studi precedenti avevano già indicato che la riduzione della durata delle ore di sonno per svariate notti consecutive comportava alterazioni nei meccanismi di regolazione della glicemia, ma anche perché questo studio dimostra che le variazioni indesiderate del metabolismo si verificano già dopo una sola notte nella quale si dorme meno. È ovvio che il prossimo passo dovrà essere quello di stabilire se un aumento delle ore di sonno possa contribuire alla stabilizzazione della glicemia nei diabetici. Nel frattempo, dormiamoci sopra.

(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

venerdì 6 luglio 2012

FATELI CRESCERE


Leggo su una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Pediatrics del 27 Aprile 2011 che i bambini che a 2 anni vengono ancora alimentati con il biberon hanno (a 5-6 anni di età) un rischio di essere obesi maggiore dei loro coetanei che, a tempo debito, sono stati stimolati e aiutati ad impugnare il cucchiaio. È risultato che l’uso prolungato del biberon aumenta del 33% il rischio di obesità. Da parte dei ricercatori è partito un appello ai pediatri perché tengano conto anche di questo fattore nell’educazione nutrizionale dei bambini. Anche perché, nel nostro tempo, l'obesità sta raggiungendo percentuali drammatiche ed impone interventi preventivi sin dai primi anni di vita. I pediatri, certo, dovrebbero fare la loro parte. Ma che dire a quei genitori che offrono il biberon ai loro piccoli (anche quando magari mangiano da tempo la pastasciutta) per proporre un succo di frutta, dello yogurt o, ancora, un passato di verdure adeguatamente frullato e diluito? Che questo comportamento contiene almeno due messaggi che (coscientemente o meno) vengono dati ai bambini. Il primo: il cibo non va masticato, ma ingollato il più velocemente possibile. Con tanti saluti ai sapori e agli aromi (e quindi alla qualità) e ad una buona masticazione (e quindi anche alla sazietà e alla sobrietà a tavola). Il secondo messaggio è altrettanto chiaro e pesante: caro figlio mio, cerca di non crescere e di non diventare autonomo perché a me (a noi) vai bene così. Pensiamoci per tempo, per non doverci trovare davanti a persone adulte nel corpo e bambini nel comportamento.
 
(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

giovedì 5 luglio 2012

DIABETE


Segnalo l'interessante articolo apparso su Il manifesto del 4 luglio scorso. Si tratta della presentazione dell'esperienza di Mario Pianesi, fondatore della macrobiotica italiana, che con una dieta a base di cereali integrali, legumi e verdure è riuscito a guarire migliaia di persone diabetiche. Si tratta di esperienze ben documentate scientificamente sulle quali in Italia si riflette troppo poco. In tempi di crisi economica e di risorse limitate, riuscire a guarire le persone facendole semplicemente mangiare e camminare mi sembra una cosa degna di nota.

lunedì 2 luglio 2012

CIBO PER CHI VIAGGIA (IN BICI, MA NON SOLO)




E' uscito il numero 128 di RUOTALIBERA, rivista degli Amici della Bicicletta di Verona. Ci trovate tante notizie, curiosità e informazioni sull'attività di questa benemerita associazione della quale sono da tanti anni socio attivo. Se vi interessa, a pagina 25 leggerete la mia rubrica CIBO DA VIAGGIO, dedicata questa volta a "Uvetta e mandorle". Con relativa ricetta.