lunedì 29 ottobre 2012

I LUPINI E LE RAGAZZE



Quando frequentavo le elementari, interrogativi su quello che arrivava nel piatto, a pranzo e a cena, non ce n’erano. Le cose erano piuttosto chiare e limpide: la pasta era la pasta (preferibilmente tortiglioni), i pomodori maturi conditi facevano un delizioso sughetto dove potevi intingere il pane (il pane era il pane, meglio se appena sfornato), il formaggio non aveva mai la crosta (la toglieva con cura mia madre prima di servirlo in tavola già porzionato, così si poteva mangiare senza usare il coltello, pericoloso per i bambini). Eppure c’erano due alimenti nel mio orizzonte gastronomico sui quali l’oscurità era quasi totale: le veccie e i lupini. Delle prime ve ne parlerò un’altra volta. Sappiate solo che Pinocchio le mangiò durante un viaggio che fece sulla groppa di un colombo alla ricerca del padre Geppetto. I lupini, invece, me li trovavo davanti ogni domenica pomeriggio, affogati in una grande tinozza all’uscita dalla chiesa, vicino al carrettino dell’ambulante colmo di ghiottonerie. I miei compagni spendevano le poche lire della mancia settimanale per un cartoccio gocciolante di quei semi gialli. Ho provato una volta ad acquistare il mio cartoccio ed ho capito subito che il piacere non stava tanto nel masticare sommariamente quei fagioloni semicrudi, salatissimi e con un retrogusto amarotico (insomma, erano decisamente migliori le liquirizie oppure le colorate boccette di “rosolio”). Ma piuttosto nello sputare con forza la buccia coriacea dei lupini addosso alle ragazze. Insomma, un alimento da monellacci. Ed io, che in realtà avevo una paura inconfessabile della reazione dei nostri bersagli preferiti, decisi di chiudere subito il mio rapporto con i lupini.
Dopo cinquant’anni ho dovuto ricredermi. Infatti alcuni recenti studi italiani e internazionali condotti all'interno del progetto europeo Healthy-Profood hanno scoperto in questo legume qualità terapeutiche inaspettate: il consumo di lupini riduce i livelli di colesterolo e previene ipertensione e diabete. Non solo, il lupino si candida a diventare la proteina di riferimento per i vegetariani, da affiancare o sostituire alla soia. È infatti il legume più ricco di proteine (35-40%, più di soia, piselli, fagioli e ceci) e la bevanda a base di lupino (il “latte” di lupino) può costituire un'interessante alternativa per i celiaci o per chi è intollerante al lattosio.
Insomma, si prospetta un futuro piuttosto roseo per un quello che sembrava solamente un passatempo domenicale per ragazzacci.

Polpette di lupini (per 4 persone)

250 g di lupini e scolati (li potete trovare in commercio già cotti e confezionati in sacchetti sottovuoto)
2 fette di pane integrale raffermo
pane grattugiato
olio extra vergine d’oliva
sale
1 cucchiaio di farina di frumento (oppure di amido di mais)

Sciacquate i lupini e sbucciateli. Togliete la crosta al pane, mettetelo nel frullatore, aggiungete i lupini, un pizzico di sale, la farina e un po’ di acqua. Frullate per bene e, se l’impasto fosse troppo morbido, aggiungete qualche cucchiaio di pangrattato. Con le mani bagnate, formare delle palline, rotolatele nel pane grattugiato e disponetele su una teglia foderata con carta da forno. Rifinite con un filo di olio.
Infornate per circa 15-20 minuti a 200 °C. A metà cottura giratele con attenzione perché si dorino in modo uniforme.
Lasciatele intiepidire prima di consumarle: sarà più facile trasferirle nei piatti. Sono perfette con un contorno di insalata di cavolo cappuccio insaporita con un pizzico di cumino.

(Dalla mia rubrica Vegetariando sulla rivista Vita e Salute)

martedì 23 ottobre 2012

IL DOTTORE DELLE MELE


Sarebbe contento di queste poche righe Luigi Costacurta, il “dottore delle mele”, che alla diffusione di questo semplice frutto tra sani e ammalati ha dedicato tante delle sue energie. Luigi Costacurta (Vittorio Veneto 1921, Conegliano 1991) ha lavorato per molti anni (in Italia e in Cile) come apprezzato disegnatore tecnico e progettista, ma la vera passione della sua vita è stata l’alimentazione terapeutica (trofoterapia, come la definiva nei suoi libri). L’ho incrociato all’inizio degli anni Ottanta. In quel periodo, dal punto di vista professionale, ero un po’ in crisi. Gli strumenti che l’università mi aveva messo a disposizione (sostanzialmente i farmaci) rivelavano i loro limiti. Luigi Costacurta mi aperse gli occhi e mi esortò ad avere fiducia nell’idroterapia, nella fitoterapia e nelle proprietà terapeutiche degli alimenti. Nelle sue indicazioni dietetiche (che comprendevano anche sette-dieci giorni di alimentazione basata esclusivamente su frutta fresca) la mela era sempre al primo posto, tanto da meritargli proprio quell’appellativo che lo inorgogliva. Devo dire che è anche grazie alle sue conoscenze e alla sua determinazione se ancora oggi la passione e l’entusiasmo per questa professione non mi hanno abbandonato. Ho sperimentato molte volte che la mela è diuretica, favorisce l’eliminazione degli acidi urici, è nello stesso tempo antidiarroica e lassativa (grazie alla sua ricchezza di pectine), depura l'organismo da tutte le scorie tossiche, riduce la colesterolemia, è indicata per i diabetici, stimola l’attività del fegato, migliora il decorso della gastrite e dell'ulcera, è indispensabile in caso di colite.
Vi propongo questa insolita e gustosa ricetta, adatta alla stagione fredda. Una ricetta sulla quale Costacurta avrebbe sicuramente eccepito (sulle regole delle buone combinazioni alimentari non transigeva), visto che prevede la presenza contemporanea di frutta, ortaggi e pane. Si tratta, tuttavia, di una modestissima trasgressione che potete concedervi con tranquillità.

Crema speziata di mele e carote (per 4 persone)

2 mele renette 
 una cipolla
3 carote fresche
uno spicchio d’aglio
un peperoncino piccante
mezzo cucchiaino di cannella in polvere
un cucchiaino raso di noce moscata grattugiata
800 g di brodo vegetale
3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
sale marino integrale
crostini di pane integrale tostato

Sbucciate la cipolla, tritatela finemente e fatela scaldare nell’olio assieme all’aglio e ad un pezzetto di peperoncino. Tenete il fuoco molto dolce per un paio di minuti e poi unite le mele affettate e le carote grattugiate. Mescolate bene, insaporite con le spezie, aggiungete il brodo vegetale caldo e un po’ di sale. Proseguite la cottura per circa 15 minuti. Con un frullatore ad immersione, trasformate il composto in una crema. Versate la crema nelle ciotole e accompagnate con il pane tostato.


(Dalla mia rubrica Vegetariando sulla rivista Vita e Salute)

venerdì 12 ottobre 2012

CHI DORME NON PIGLIA PESCI, MA AIUTA IL CUORE

Secondo le osservazioni degli specialisti dell’Associazione italiana di medicina del sonno, il 67% di chi soffre d’insonnia presenta anche disturbi cardiovascolari. Disturbi che sono aggravati (e spesso direttamente causati) dalle alterazioni del sonno.

Chi dorme meno mangia di più
Le ragioni di questa associazione quanto meno curiosa (ma sulla quale ci sono ormai pochi dubbi) sono diverse. Durante le ore di sonno viene secreta la leptina, un ormone che diminuisce l’appetito e regola il senso di sazietà, mentre viene ridotta la produzione di cortisolo. Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che, tra l’altro, aumenta la formazione di tessuto adiposo e incrementa la glicemia. Dunque, quando si dorme poco è meno facile il controllo dell’appetito e l’organismo tende più facilmente all’accumulo di peso. Come se non bastasse, la scarsità di sonno stimola la secrezione di grelina, ormone che incrementa l’appetito. Probabilmente anche per questo motivo molti insonni mangiano qualcosa durante la notte. È facile capire come l’incrociarsi di tutte queste condizioni favorisca il manifestarsi di problemi di sovrappeso e di obesità. I quali, a loro volta, peggiorano la qualità del sonno e aumentano il rischio di cardiopatie.

Non è mai troppo presto
Un sonno soddisfacente (come durata e come qualità) sembra dunque rappresentare un fattore cruciale per ilmantenimento di un corretto peso corporeo e per la prevenzione delle patologie cardiovascolari. A partire dall’infanzia.
È infatti noto da tempo che l’obesità nella prima infanzia aumenta la probabilità che in età adulta si manifestino patologie come ipertensione, aumento dei grassi nel sangue, diabete e altre. A questo proposito, una recente ricerca ha attirato l’attenzione ancora una volta sul sonno e in particolare sulla sua durata (Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine 2008;162(4):305-311). In altre parole, i bambini che dormono meno hanno una probabilità maggiore di accumulare sovrappeso e obesità. Proprio come capita agli adulti. È opportuno richiamare l’attenzione dei genitori, oltre che sulla dieta (la quale dovrebbe adeguarsi alle esigenze fisiologiche dell’organismo), anche sul fatto ormai del tutto assodato che il tempo passato davanti alla televisione predispone all’aumento di peso (nei bambini, ma anche negli adulti).
Giocare di più, a letto presto e meno televisione. Sembrano i semplici consigli di qualche nonno brontolone e antiquato, mentre sono i suggerimenti che si ricavano dalla moderna ricerca scientifica. Validi per i bambini, ma anche per chi è già cresciuto da un pezzo.

(Dal mio libro LA DIETA DEL CUORE, Edizioni ADV, Firenze)

lunedì 8 ottobre 2012

BAMBINI ALIMENTAZIONE E SALUTE



Giovedì 11 Ottobre 2012




Bambini, alimentazione
e salute

 Verso un’alimentazione naturale per l’infanzia.
 Relazione tra le abitudini alimentari dei bambini e la salute.

Dott. Paolo Pigozzi  -
 Medico, nutrizionista,omeopata e fitoterapeuta.






Presso Centro Polivalente – Ore 20,45
Via Trento,5 -  San Martino di Lupari

a cura di

A.L.T.A  Associazione Libera Territorio  Ambiente
Via Riazzolo,7 – San Martino di Lupari – Padova
e-mail:  alta.pd@gmail.com

venerdì 5 ottobre 2012

MIELE

miele-vasoSegnalo che la pagina di questo blog A TAVOLA CON I NOSTRI RAGAZZI (dedicata  a suggerimenti, idee, curiosita' e proposte per parlare di cibo ai ragazzi e per cucinare assieme) è stata aggiornata con un post sul Miele