È costituito dal Saccharomyces cerevisiae, un fungo utilizzato per far lievitare l’impasto del pane, dei dolci, di tutti i prodotti da forno e per produrre la birra. Il lievito è una
fonte straordinaria di vitamine (contiene tutto il complesso B, la
vitamina D2 e la vitamina E), è ricchissimo di proteine ad alto valore
biologico (contengono praticamente tutti gli amminoacidi essenziali) e apporta all’organismo una notevole quantità di elementi minerali e di oligoelementi (calcio, fosforo, potassio, magnesio, ferro, argento, oro, rame, silicio, stagno, alluminio ecc.). Il lievito è quindi un integratore alimentare indispensabile in moltissime condizioni patologiche, ma anche in tutti quegli stati fisiologici che richiedano un regime alimentare particolarmente curato e ricco di fattori vitali. Il lievito è dunque essenziale nelle intossicazioni epatiche, nelle epatiti croniche, nelle steatosi epatiche, in caso di debolezza generale e di anemia, in gravidanza e allattamento, per sopperire a carenze vitaminiche, per prevenire e curare infezioni e fermentazioni intestinali, in tutti i casi di acne e di dermatosi, per la prevenzione e la cura dell’aterosclerosi, nelle infiammazioni dei nervi, per risolvere una stitichezza o una diarrea. Solamente gli uricemici e i gottosi dovranno escluderlo dalla dieta: la notevole ricchezza in proteine
del lievito potrebbe aggravare le condizioni di questi malati, che già hanno il metabolismo alterato.
Come consumare il lievito di birra
È preferibile utilizzare il lievito di birra disidratato, reperibile in commercio in polvere, scagliette (fiocchi) o compresse. La dose per una persona adulta è di 1 cucchiaio raso di lievito in polvere, oppure colmo se si impiega il lievito in scagliette (quantitativi equivalenti rispettivamente a 4-8 compresse), preso prima di pranzo e prima di cena. Si può cospargerlo sulle verdure e sulle zuppe o scioglierlo in un po’ d’acqua. Per i bambini la dose sarà proporzionalmente ridotta. È opportuno sospendere l’assunzione del lievito per 10 giorni al mese. Attenzione! Il lievito teme la luce e il calore oltre i 45 °C. Se ben conservato in un contenitore chiuso
a temperatura ambiente, il lievito di birra disidratato conserva le sue proprietà per oltre un anno. Il lievito fresco, al contrario, deperisce piuttosto in fretta e si altera in 2 settimane a 15 °C e in soli 6-7 giorni a 22 °C.
(tratto dal mio libro CURE NATURALI DEL FEGATO)
"La sanità degli uomini sta più nell'aggiustato uso della cucina e della tavola che nelle scatole degli speziali" Francesco Redi (1626-97)
giovedì 29 maggio 2014
giovedì 22 maggio 2014
PER IL FEGATO, CAMBIARE STILE
C’è uno spazio, nella terapia dei disturbi epatici, per tecniche terapeutiche poco aggressive come la fitoterapia, l’omeopatia, l’idrofangoterapia, l’oligoterapia e una alimentazione specifica? Sicuramente sì, e per due buone ragioni.
Prima di tutto, la terapia che la medicina moderna propone per molte patologie epatiche, in diversi casi non dà risposte completamente soddisfacenti. E quindi, soprattutto chi soffre di epatite cronica cerca giustamente anche altre possibilità di cura. Magari non tanto per sostituire i farmaci proposti dal medico di fiducia, ma
semplicemente per affiancare (e sperabilmente potenziare) la terapia già in atto. O anche solo per limitarne gli effetti collaterali. In secondo luogo, molti dei disturbi che solitamente vengono addebitati a un “cattivo funzionamento” del fegato (come le difficoltà digestive sopra citate oppure l’insorgenza di irritazioni e impurità della pelle) non sono efficacemente affrontabili con una semplice terapia farmacologica, che quasi sempre si limita a ridurre o eliminare i sintomi più fastidiosi. In questi casi è molto più utile cercare di andare
alla radice dei problemi modificando, ad esempio, il proprio stile di vita (cioè le abitudini alimentari, l’attività fisica, l’eventuale uso improprio e eccessivo di farmaci ecc.). In questo contesto, alcuni provvedimenti come il consumo di particolari alimenti, l’uso di erbe medicinali appropriate, l’impiego dell’acqua secondo le regole codificate dalla tecnica idroterapica, l’attività fisica regolare possono avere non solo una valenza terapeutica,
ma contribuire a mantenere il più a lungo possibile l’efficienza del fegato. In altre parole, una buona funzionalità epatica è il fulcro della prevenzione.
Prima di tutto, la terapia che la medicina moderna propone per molte patologie epatiche, in diversi casi non dà risposte completamente soddisfacenti. E quindi, soprattutto chi soffre di epatite cronica cerca giustamente anche altre possibilità di cura. Magari non tanto per sostituire i farmaci proposti dal medico di fiducia, ma
semplicemente per affiancare (e sperabilmente potenziare) la terapia già in atto. O anche solo per limitarne gli effetti collaterali. In secondo luogo, molti dei disturbi che solitamente vengono addebitati a un “cattivo funzionamento” del fegato (come le difficoltà digestive sopra citate oppure l’insorgenza di irritazioni e impurità della pelle) non sono efficacemente affrontabili con una semplice terapia farmacologica, che quasi sempre si limita a ridurre o eliminare i sintomi più fastidiosi. In questi casi è molto più utile cercare di andare
alla radice dei problemi modificando, ad esempio, il proprio stile di vita (cioè le abitudini alimentari, l’attività fisica, l’eventuale uso improprio e eccessivo di farmaci ecc.). In questo contesto, alcuni provvedimenti come il consumo di particolari alimenti, l’uso di erbe medicinali appropriate, l’impiego dell’acqua secondo le regole codificate dalla tecnica idroterapica, l’attività fisica regolare possono avere non solo una valenza terapeutica,
ma contribuire a mantenere il più a lungo possibile l’efficienza del fegato. In altre parole, una buona funzionalità epatica è il fulcro della prevenzione.
(tratto dal mio libro CURE NATURALI DEL FEGATO)
mercoledì 14 maggio 2014
LA BICI E I COSTI DELLA SANITA'
Courtesy Cicli Pigozzi |
Andare
in bici (e camminare) fa bene alla salute. I lettori lo sanno, è cosa nota e
scientificamente misurata. Meno indagati e conosciuti sono gli effetti di
queste buone abitudini sui costi sanitari. Un tema assai interessante, in tempi
nei quali la parola d’ordine (anche per il sistema sanitario pubblico) è quella
del taglio delle risorse. Sono da conoscere i risultati di specifiche ricerche effettuate in Inghilterra e nel Galles
(Lancet, 2012 Jun 9;379(9832):2198-205). Sono stati studiati, in
particolare, gli effetti dell’uso della bicicletta e della camminata sui costi generati
da sette malattie associate con la sedentarietà: diabete, cancro della mammella
e del colon, demenza, malattie cerebrovascolari, depressione e cardiopatia
ischemica. Ebbene, se una sia pur modesta pratica quotidiana (3,4 km di
bicicletta o 1,6 km di cammino) fosse generalizzata, il sistema sanitario
inglese risparmierebbe circa 17 miliardi di sterline l'anno (più di 20 miliardi
di euro). Se si calcolassero anche altri effetti correlati (come la riduzione
dell'inquinamento e dell’obesità, ad esempio), occorrerebbe aggiungere il
risparmio di altri 2,5 miliardi di euro.
L'impressione è che chi ci governa, sulla questione dei costi della sanità, abbia altro per la testa. In tempi difficili, farebbe bene invece a tener conto di questi dati.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
venerdì 9 maggio 2014
L'INSALATA EXTRA
Alcuni interventi delle autorità sanitarie e i risultati di
nuove ricerche scientifiche sui vantaggi prodotti dal
consumo di ortaggi ci
danno l’occasione per riparlare delle insalate. Tra l’altro, questa è proprio
la stagione giusta per farlo. Dopo i mesi freddi, infatti, questo piatto si
arricchisce progressivamente di sapori e di profumi per diventare, durante
l’estate, una vera e propria colonna portante dell’alimentazione giornaliera.
Ricordiamo innanzitutto ricordare che già dal novembre 2003 l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la FAO hanno
annunciato l’avvio di una strategia per promuovere i consumi di verdura e
frutta. Queste due organizzazioni hanno infatti stimato che bassi consumi di
verdura e di frutta siano responsabili di circa 2.7 milioni di morti all'anno,
collocandosi tra i 10 principali fattori di rischio di morte. In quella occasione il Dr. Pekka
Puska, Direttore per l'OMS per la Prevenzione delle Malattie Non Trasmissibili
e per la Promozione della Salute aveva dichiarato: "Esiste una forte e
crescente evidenza che idonee assunzioni di frutta e verdura contribuiscano a
prevenire molte malattie e che siano in grado di promuovere un migliore stato
di salute".
Le malattie non trasmissibili (come, ad esempio, le malattie
cardiovascolari, il diabete dell’adulto, l'obesità e certi tipi di tumore) sono
responsabili di circa il 60% delle morti globali e del 45% di tutte le
malattie. Gli esperti della FAO e dell’OMS raccomandano il consumo di almeno
400 g di frutta e verdura al giorno (escluse le patate) per la prevenzione
delle malattie croniche.
I caroteni vogliono i grassi
Alcune tra le sostanze più interessanti
contenute nei vegetali sono certamente i caroteni. Responsabili della
colorazione gialla, rossa, arancio e blu di molti ortaggi, i caroteni non sono
solo i precursori della vitamina A, ma svolgono anche un indispensabile ruolo
antiossidante e di protezione di tutto l’organismo nei confronti delle malattie
croniche e degenerative (sulla rivista online Stroke del 3 giugno 2004
si conferma, tra l’altro, The American Journal of Clinical Nutrition,2004;80(2):396-403 che hanno dimostrato che l’assimilazione intestinale dei
caroteni (carotene, beta-carotene, licopene) è maggiore quando gli ortaggi sono
conditi adeguatamente con olio. Lo studio non lo dice, ma siamo autorizzati a
pensare che lo stesso effetto positivo si possa produrre anche quando
l’insalata è arricchita con altri alimenti che contengono grassi come, ad
esempio, le noci, le mandorle, i semi di girasole o i pinoli. Una conferma che
una alimentazione equilibrata che voglia essere il punto di forza di uno stile
di vita salutare non può escludere certe categorie di nutrienti come i grassi.
Si tratterà piuttosto di valutarne attentamente la qualità, la composizione
biochimica e la quantità in funzione delle esigenze del proprio organismo.
che l'aumento del livello ematico di caroteni e
l'assunzione di frutta e verdura sono associati alla riduzione del rischio di
ictus). Si comprende allora quanto siano interessanti i risultati di uno studio
pubblicato sulla rivista
Il verde è salute
Sulla rivista Journalof National Cancer Institute 2003;95:1404-1413 si prende atto che la
maggior parte dei tumori esofagei e gastrici sono collegati a
pochi fattori di rischio. Lo scarso consumo di verdura e di frutta
(assieme ad altre cause spesso collegate come obesità, fumo, alcol e reflusso
gastroesofageo) spiegano dal 41 al 90% dei tumori dell’esofago e dello stomaco.
Una patologia poco conosciuta, ma che costituisce una condizione
stressante che influenza la qualità della vita di molte donne è l’endometriosi.
In questo disturbo, la presenza di tessuto uterino al di fuori dell’utero
stesso determina sintomi importanti come mestruazioni notevolmente disturbate,
dolori pelvici, mal di schiena e perfino occlusioni intestinali. Ebbene,
l'assunzione con la dieta di verdura e di frutta sembra proteggere contro
l'endometriosi, mentre il consumo di carne e prosciutto sembra aumentarne il
rischio. Come riportato sulla rivista specialistica Human Reproduction2004;19:1755-1759, una dieta sana potrebbe portare l’incidenza
dell'endometriosi dal 5% al 3-4%, con una diminuzione stimata di 200 mila casi
in Italia (e 800 mila in Europa).
Quando consumare le insalate crude?
Molti mangiano l’insalata cruda all’inizio del
pasto. E fanno bene, perché in questo modo è più facile mangiarne una quantità
più adeguata ai fabbisogni dell’organismo. Dal punto di vista
storico-culturale, inoltre, questa abitudine non è affatto scopiazzata dalle
tavole francesi (che servono le crudités come antipasto), ma ha solide radici
nelle consuetudini alimentari italiane. Giovanni Rebora, storico
dell'Università di Genova, in una sua pubblicazione propone una interessante
interpretazione della parola insalata. Durante il Medioevo, dice Rebora, in
Toscana il piatto di ortaggi crudi si chiamava camangiare, cioè messo a
capo (all'inizio) del mangiare, mentre in Liguria era detto incisame che significava semplicemente incominciamo. Insalata, dunque,
come piatto che introduce (che conduce dentro) il pasto. A conferma che
l'abitudine di iniziare il pasto con un’insalata cruda è stata per secoli la
tranquilla e salutare consuetudine di molti italiani.
Cruda o cotta?
Si tratta di una
vecchia questione, la cui risposta dipende
spesso non da dati scientifici, ma dal tipo di corrente
filosofico-nutrizionale di riferimento. Sulla rivista Cancer Epidemiology Biomarkers andPrevention 2004 Sep;13(9):1422-35 è stata pubblicata una rassegna
della letteratura medica dal 1994 al 2003 che esamina se le due
modalità di assunzione della verdura (cruda o cotta) siano in grado di
influenzare il rischio di cancro in modo differente.
Molti studi hanno
evidenziato che la verdura, sia cotta che cruda, riduce il rischio di parecchi
tipi di cancro. I risultati più convincenti a favore della verdura cruda sono
stati trovati per il tumore del cavo orale, della faringe, della laringe,
dell’esofago e dello stomaco. Negli studi concernenti il tumore della mammella,
del polmone e del colon-retto non è stato possibile attribuire il vantaggio
alla verdura cruda o a quella cotta. I ricercatori hanno concluso che il
consumo di verdura, sia cotta sia cruda, va raccomandato perché è sicuramente
correlato con la diminuzione del rischio di molti tipi di cancro e che queste
correlazioni (almeno per i tipi di tumore ricordati) sembrano comunque essere
più forti per la verdura cruda che per quella cotta.
RICETTE
Alcune ricette
(tutte previste per 4 persone) richiedono l’inserimento di erbe selvatiche. I
veri intenditori e gli appassionati hanno iniziato la raccolta di piante
spontanee commestibili già da diverse settimane e proseguiranno fino
all’autunno. Se volete cimentarvi in questa appassionante e salutare attività,
rispettate alcune condizioni:
1. raccogliete
solamente le piante che riconoscete con assoluta certezza;
2. tenetevi
lontano da campi coltivati, frutteti, bordi delle strade, corsi d’acqua: per
motivi diversi possono facilmente essere luoghi inquinati;
3. non
raccogliete più del vostro fabbisogno e rispettate le piante se volete
approfittare ancora dei loro doni.
Insalata dei campi
2 manciate di
foglie giovani di tarassaco, 2 ciuffi di finocchio selvatico, un mazzetto di
erba cipollina, una manciata di foglie di piantaggine, 10 foglie di menta, 5
fiori di calendula, olio extra vergine d’oliva, succo di limone, sale, pepe
Pulite le erbe e
lavatele molto rapidamente. Scolatele e riunitele in una terrina. Condite e
mescolate bene. Prima di servire, decorate con i petali di calendula.
Insalata di
piantaggine e mozzarella
2 manciate di
foglie tenere di piantaggine, qualche foglietta di tarassaco, 5 fiori di malva,
un cucchiaio di capperi, 400 g di mozzarella di bufala, olio extra vergine
d’oliva, succo di limone, sale, pepe
Pulite e lavate le
erbe, asciugatele e unitele alla mozzarella e ai capperi in una capace
zuppiera. Condite e mescolate per bene. Una fetta di buon pane integrale
trasforma questa insalata in un piatto unico completo.
Peperoni per
antipasto
Un peperone giallo,
un peperone rosso, succo di un limone, olio extra vergine d’oliva, un cucchiaio
di prezzemolo tritato, sale, pepe
Lavate e mondate i
peperoni, tagliateli a strisce finissime e metteteli a macerare per un’ora con
il succo di limone. Passato questo tempo, condite con olio, sale, pepe,
mescolate e lasciate riposare ancora per 10 minuti. Prima di portare in tavola
cospargete con il prezzemolo.
Spinaci novelli in
insalata
3 belle manciate di
spinaci novelli piccoli, 2 cipollotti freschi, olio extra vergine d’oliva,
sale, pepe
Scegliete piantine
di spinaci con foglie di piccola dimensione. Lavatele accuratamente, scolatele,
spezzettatele se necessario. Affettate i cipollotti, uniteli agli spinaci,
condite e assaporate questa delizia. È probabilmente uno dei modi migliori per
consumare questo ortaggio.
Macedonia di
ortaggi allo yogurt
3 pomodori, 2
zucchine piccole e fresche, un peperone verde, un cipollotto novello, una tazza
di yogurt bianco, 4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, succo di limone,
sale, pepe, origano
Per prima cosa
affettate molto sottilmente le zucchine, conditele con succo di limone, sale e
un po’ d’olio e lasciatele macerare per 10 minuti. Tagliate a cubetti pomodori
e peperone e metteteli in una terrina. Unitevi tutti gli ingredienti e
mescolate delicatamente.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
lunedì 5 maggio 2014
BIMBIMBICI 2014
Domenica 11 maggio 2014 parteciperò volentieri come volontario alla 15esima edizione di Bimbimbici, la tradizionale e gioiosa pedalata promossa dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) allo scopo di
affermare il tema della sicurezza dei più piccoli negli spostamenti
quotidiani. Momento di crescita autonoma e formazione civica, occasione
per un percorso educativo, rispettoso dell’ambiente e dei diritti di
tutti.L'anno scorso sono state coinvolte 250 città e 70mila persone.
Altre informazioni qui, qui e qui.
Altre informazioni qui, qui e qui.
venerdì 2 maggio 2014
UN'ARTE
"Allevare i figli è un'impresa creativa, un'arte più che una scienza"
Bruno Bettelheim, Un genitore quasi perfetto
Bruno Bettelheim, Un genitore quasi perfetto
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