domenica 20 novembre 2016

MIRTILLI, FLAVONOIDI E ICTUS





I flavonoidi e i caroteni contenuti nel mirtillo favoriscono la rigenerazione delle superfici interne ed esterne del corpo (mucose e cute) e mantengono l'integrità delle pareti dei vasi sanguigni. Non a caso, gli estratti di mirtillo sono impiegati in terapia da parecchi decenni, specialmente nei confronti di alcuni disturbi degli occhi (retinite pigmentosa, retinopatia diabetica, degenerazione maculare) e per il trattamento e la prevenzione delle vene varicose, delle emorroidi, delle gastriti e delle ulcere dello stomaco.
I flavonoidi hanno inoltre proprietà antinfiammatorie, antiallergiche, antivirali e anticancerogene e sono probabilmente in grado di modulare e di regolare diversi altri aspetti del funzionamento dell'organismo. Stimolano tra l'altro l'attività della vitamina P, un insieme di fattori che potenziano la vitamina C, costituendo un complesso che protegge la struttura dei capillari, impedisce le emorragie e concorre alla prevenzione delle varici. I flavonoidi, inoltre, preservano tutto l'organismo dai danni provocati dai radicali liberi.
Alcuni ricercatori dell’Università del Massachusetts hanno scoperto che i mirtilli sono in grado di ridurre i danni alle cellule cerebrali provocati da un ictus. Le esperienze (per il momento condotte in laboratorio su cellule isolate) hanno dimostrato che la somministrazione di un estratto di mirtillo ha dimezzato il rischio che le cellule cerebrali danneggiate morissero. Secondo gli scienziati, questo risultato (che va comunque confermato con esperienze sull’uomo) fa pensare che i mirtilli potrebbero proteggere il cervello dai danni provocati dall’ictus.

domenica 6 novembre 2016

CAVOLINI DI BRUXELLES E TUMORI




La famiglia botanica delle Crocifere (alla quale appartiene il cavolo di Bruxelles) è oggi tra le più studiate per le notevoli proprietà antitumorali che dimostra di possedere. La scienza moderna conferma dunque la speciale considerazione di cui i cavoli sono fatti oggetto nella tradizione popolare. Il cavolo di Bruxelles contiene diverse sostanze dotate di proprietà anticancro. È noto da tempo che nelle popolazioni che consumano abbondantemente i cavoli l’incidenza del cancro (e soprattutto dei tumori alla mammella, all’intestino e alla prostata) è minore. Le sostanze protettive (ditioltioni, glucosinolati, indoli, isotiocianati, cumarine, fenoli...) agiscono in pratica disintossicando l’organismo ed aiutandolo ad eliminare rapidamente le sostanze tossiche prodotte dal metabolismo o introdotte dall’ambiente. Il cavolo di Bruxelles è inoltre piuttosto ricco di vitamina C: 100 g ne contengono circa 80 mg, una quantità superiore al fabbisogno giornaliero per un adulto (60 mg). È noto che la vitamina C garantisce buona efficienza al sistema immunitario e aiuta a prevenire non solo le banali patologie infettive (raffreddori, sinusiti, influenze...), ma anche le malattie cardiovascolari, i tumori e perfino la cataratta. Il cavolo di Bruxelles contiene anche una buona quantità di acido folico, indispensabile per la produzione dei globuli rossi e per la sintesi di nuove proteine. La sua carenza determina difficoltà nel normale accrescimento dei tessuti organici, con danni soprattutto all’apparato digerente e all’apparato genitale. L’acido folico, inoltre, è essenziale per lo sviluppo del sistema nervoso del feto. Tutte queste preziose proprietà nutrizionali sono conservate integre quando i cavoli sono mangiati crudi (come si può fare con verze e cappucci) oppure leggermente scottati a vapore (è il caso dei cavoli di Bruxelles). È possibilmente da evitare la cottura prolungata in piena acqua che favorisce la dispersione di almeno il 50% delle sostanze protettive più importanti. Infine, ricordiamo che i cavoli (a differenza della quasi totalità degli altri ortaggi) contengono anche una discreta quantità di proteine: in una porzione di cavoli di Bruxelles cotti possiamo anche trovare il 6-7% di proteine vegetali. A titolo di confronto, è utile sapere che in un piatto di riso brillato lessato e condito con olio d’oliva le proteine arrivano a malapena al 2%.