martedì 18 dicembre 2018

SPEZIE E AROMI IN CUCINA


In cucina le spezie profumate e le erbe aromatiche sono indispensabili. Prima di tutto dal punto di vista gastronomico, per caratterizzare al meglio le diverse pietanze. Come rinunciare al rosmarino nelle patate al forno, alla menta nel ripieno dei carciofi, al basilico nel pesto? Anche dal punto di vista digestivo l’utilità delle piante aromatiche e delle spezie è indiscussa: i semi di finocchio, la salvia, l’aglio, lo zenzero, ad esempio, attivano lo stomaco e il fegato per favorire una migliore digestione. La scienza ha inoltre accertato che spezie e aromi sono provvisti di importanti proprietà benefiche per la salute.  

L’aglio 
È scientificamente accertato che l’aglio abbassa il colesterolo sanguigno (e aumenta il colesterolo HDL, quello “buono”), riduce la pressione arteriosa, modera la glicemia nei diabetici, ha notevoli proprietà antimicrobiche (specialmente nelle infezioni respiratorie) e antifungine. È anche efficace contro i vermi intestinali. La maggior parte degli effetti benefici dell’aglio è dovuta alle sostanze solforate volatili contenute nello spicchio crudo. Nell’aglio sono presenti anche selenio e germanio, due elementi minerali che esercitano un ruolo importante nel controllo dei processi ossidativi e, in definitiva, nel mantenimento di una buona funzionalità cellulare. Probabilmente anche per questo motivo i consumatori regolari di aglio crudo (è sufficiente uno spicchio al giorno) rafforzano il loro sistema immunitario e riducono il rischio di sviluppare tumori. 
Il consumo abbondante di aglio crudo (parecchi spicchi al giorno) può essere controindicato a chi soffre di gastrite e di eczemi. Meglio non esagerare anche nel periodo immediatamente successivo ad un intervento chirurgico per l’aumentato rischio di sanguinamento.

I semi di finocchio
I semi del finocchio, ricchi di uno speciale olio essenziale aromatico, dovrebbero trovar posto in ogni cucina e nella piccola farmacia domestica. Non solo impreziosiscono pani, torte e biscotti, ma sono indispensabili per garantire perfetta digeribilità ai legumi e agli stufati vegetali. Molti disturbi, inoltre, sono prevenuti o mitigati dall’assunzione di infusi o estratti di semi di finocchio: dal meteorismo alle digestioni lente, dalla stitichezza alle mestruazioni scarse fino ai vomiti nervosi. 

I capperi
Fin dai tempi più antichi, i boccioli immaturi della pianta del cappero vengono utilizzati in cucina come aromatizzanti. In effetti, icapperi stimolano l’appetito, fanno aumentare la secrezione dei succhi gastrici e attivano la motilità intestinale. Naturalmente, questo aroma deve essere utilizzato con una certa moderazione da chi soffre di acidità di stomaco o è predisposto all’insorgere di gastriti e coliti. I capperi freschi, inoltre, costituiscono un antico rimedio della medicina tradizionale, particolarmente per le loro proprietà diuretiche ed antipertensive. I capperi sotto sale, al contrario, sono sconsigliati agli ipertesi. Nei capperi sono state di recente isolate numerose sostanze provviste di attività antiossidante (polifenoli e flavonoidi) assieme ad altre dotate di azione antiallergica e antistaminica.

La menta 
È popolarmente ritenuta il rimedio principe per i disturbi digestivi. In effetti, gonfiori intestinali, digestioni lunghe e difficili, alito cattivo sono tutte condizioni che traggono beneficio dalla presenza di qualche foglia di menta nel cibo. La ricerca scientifica ha soprattutto accertato l’utilità della menta nel colon irritabile, caratterizzato da gonfiori e spasmi dolorosi. Soggetti con questo disturbo sono stati trattati con olio essenziale di menta, dotato di spiccate proprietà rilassanti sulla muscolatura dell’apparato digerente, ottenendone un notevole sollievo. La menta è anche dotata di proprietà balsamiche e decongestionanti, utili nella terapia delle infezioni catarrali delle vie respiratorie. L’assunzione abbondante di estratti di menta è controindicata in presenza di ernia iatale perché può favorire il reflusso esofageo. 

Lo zenzero 
Questa spezia esotica si trova allo stato fresco con una certa facilità dai rivenditori di frutta e verdura, ma si può anche coltivare in vaso oppure in campo aperto (ma solo nelle regioni calde del nostro Sud). Da sempre lo zenzero è utilizzato come spezia aromatica e digestiva, ma anche per le sue numerose proprietà medicinali. Aumenta la secrezione della bile e migliora quindi soprattutto l’assimilazione degli alimenti grassi. Protegge il fegato dalle sostanze tossiche e la mucosa dello stomaco dalle irritazioni e dall’ulcera. Favorisce la digestione incrementando la secrezione della saliva e attivando i fisiologici movimenti dell’intestino. 
Attenzione! L’assunzione di estratti di zenzero potenzia l’attività dei farmaci anticoagulanti e può aumentare l’assorbimento di tutti i farmaci che sono assunti per bocca.

mercoledì 12 dicembre 2018

IL MESE DEI DOLCI

Eccolo qua il mese di dolci. Penso di non essere smentito se affermo che durante le festività di dicembre e gennaio i consumi di zucchero fanno un balzo all’insù. Soprattutto perché aumenta decisamente l’acquisto di dolci industriali (lo zucchero presente nei biscotti, nei panettoni e nelle bevande gasate costituisce il 60% dei totale dei consumi di questa sostanza). Fa dunque meditare l’avvertimento degli esperti della Società Italiana di Diabetologia (SID) che consigliano caldamente di non esagerare. Diversamente, il rischio di andare incontro, nel lungo termine, a scompensi importanti dei trigliceridi nel sangue e all’insulinoresistenza (l'anticamera del diabete) è molto concreto. La SID stigmatizza soprattutto il consumo di farine raffinate (“Il pane integrale riduce il colesterolo, ottimizza il valore dei trigliceridi, può far ridurre il peso e migliora la sensibilità insulinica. I prodotti con farine raffinate no”) e le bibite zuccherate, assai diffuse tra i bambini e i giovani. Una lattina contiene oltre 30 grammi di zucchero, la quantità massima giornaliera tollerata per i bambini (che ne consumano invece mediamente quasi tre volte tanto). Dunque niente dolci durante le prossime feste? Nemmeno per idea. Preparateli in casa utilizzando farine semintegrali, olio d’oliva, uvetta, malto, miele, frutta fresca, noci, mandorle, ecc. E non dimenticate la vostra fantasia, naturalmente! 


mercoledì 5 dicembre 2018

INFLUENZA A TAVOLA


È questo il tempo delle influenze, dei raffreddori e delle infiammazioni delle vie respiratorie (sinusiti, laringiti, faringiti, otiti, tonsilliti, tracheiti). 
Le cause sono probabilmente più d’una. L’abbassamento della temperatura e l’aumento dell’inquinamento atmosferico (ma anche lo stress provocato dall’impegno scolastico e dall’attività lavorativa), possono favorire un indebolimento del sistema immunitario.
Al di là di un disagio soggettivo più o meno consistente, questi problemi non sono quasi mai gravi (salvo casi particolari). Tuttavia una loro frequenza eccessiva può incidere negativamente sul benessere e sulla qualità della vita. 

Accanto al freddo, è importante lo stile di vita
L’accento messo sulle cause ambientali non deve tuttavia far passare in secondo piano il fatto che anche lo stile di vita (l’insieme di attività fisica, abitudini alimentari, riposo, emozioni, ecc.) concorre a mantenere alta o, al contrario, a ridurre l’efficienza del sistema immunitario. Altrimenti non ci potremmo spiegare come mai, a parità di condizioni ambientali, solo una parte di coloro che lavorano nello stesso ufficio, che frequentano la stessa classe o che vivono nella stessa famiglia si ammala. Evidentemente in chi rimane sano il sistema difensivo dell’organismo ha funzionato a dovere. 
In particolare, è noto da tempo che le abitudini alimentari influiscono in modo preciso anche sul buon funzionamento del sistema immunitario. 
Il consumo prevalente di cereali raffinati (che mancano non solo di fibre, ma anche e soprattutto di vitamine, di oligoelementi, di aminoacidi), la scarsità di vegetali freschi e di stagione, l’eccesso di proteine e di zucchero, gli additivi presenti in moltissimi alimenti mangiati giornalmente da grandi e piccoli sono tutti elementi che caratterizzano una alimentazione di scarso pregio che non aiuta certo l'efficacia dell'immunità naturale.
Il consumo giornaliero di cereali completi (soprattutto di pane integrale di buona qualità e lungamente lievitato con pasta madre) e di vegetali freschi e di stagione (una porzione di frutta e due di ortaggi crudi o cotti) costituiscono due capisaldi irrinunciabili della dieta protettiva. Anche i semi oleosi (noci, mandorle, nocciole, semi di girasole...) andrebbero integrati ogni giorno nella dieta (un cucchiaio al giorno per gli adulti, mezzo cucchiaio per i bambini). Il lievito di birra (3-4 compresse al giorno durante il pasto), lo yogurt e le verdure lacto-fermentate (come i digeribilissimi crauti) mantengono attiva la flora batterica intestinale, la cui positiva interazione con il sistema immunitario è nota da tempo.

Alcuni alimenti interessanti
Meritano di essere ricordati alcuni alimenti che contengono nutrienti capaci di promuovere un buon funzionamento del sistema immunitario.
  • Le verdure verdi a foglia larga, il prezzemolo, le carote, i broccoli, le zucche, le arance, i mandarini, le patate dolci, il tuorlo d’uovo contengono la vitamina A. Questa vitamina è attiva contro i virus e neutralizza i radicali liberi.
  • Tutta la frutta e le verdure fresche contengono la vitamina C. Un’alta concentrazione di questa vitamina nei globuli bianchi aumenta la produzione di interferone (una sostanza naturale attiva contro i virus), migliora la produzione di anticorpi e neutralizza i radicali liberi. 
  • Fagioli, piselli, noci, mandorle, semi di girasole, germe di grano, olio di oliva extra vergine sono una fonte affidabile di vitamina E che migliora l'azione dei globuli bianchi e potenzia l'attività protettiva del selenio.
  • Funghi, cavoli, lievito di birra, cereali integrali, cipolle, sesamo, noci, mandorle, piselli freschi e secchi, fiocchi d'avena, prugne secche, uvetta, datteri sono alimenti che vanno consumati con regolarità anche perché contengono tre importanti minerali (selenio, zinco e ferro) che, in vario modo, potenziano l’efficienza immunitaria. 

mercoledì 21 novembre 2018

A MANGIAR BENE SI IMPARA DA PICCOLI

Il tema dell’alimentazione dei bambini sta a cuore a tutti: è importante educare i bimbi a un’alimentazione equilibrata e sana, che preveda il corretto apporto di vitamine dato da frutta e verdura.
Come rendere più simpatici e invitanti broccoli, piselli, spinaci e fagiolini?
Per imparare piccoli “trucchi” per conquistare i bambini ed educarli al piacere della buona (e sana!) cucina, INSIEME A TE propone un ciclo di due incontri con il Dott. Paolo Pigozzi, medico e nutrizionista, in cui scopriremo le regole della buona alimentazione, conosceremo quali sono i fattori protettivi della dieta e come preparare dei pasti sani e gustosi con ricette facili e adatte ai bimbi dai 12 ai 36 mesi.
Gli appuntamenti, dedicati a mamme, papà e nonni di bambini dai 12 ai 36 mesi, sono:
Martedì 27 novembre 2018 h 10.00/12.00
PRIMI PASSI VERSO UNA SANA ALIMENTAZIONE
Martedì 4 dicembre 2018 h 10.00/12.00
I CIBI CHE AIUTANO A CRESCERE
Iscrizioni gratuite tramite modulo online entro il 20 novembre 2018

lunedì 19 novembre 2018

KIWI: DOMANDA E RISPOSTA


Ricevo e pubblico.

DOMANDA:
Coltivo qualche pianta di kiwi. Quest'anno, per la prima volta, durante la raccolta dei frutti sulla pelle si sono manifestati notevoli forme di irritazione con arrossamento, prurito e grande fastidio.

RISPOSTA:
Si tratta, con tutta probabilità, di fastidi prodotti da una allergia al kiwi.
Il kiwi è originario dalla Cina ed è coltivato in Europa dall’inizio del secolo scorso. Tuttavia, è solamente da qualche decennio che la sua coltura si è fortemente estesa nel nostro Paese. La diffusione di questo frutto si è accompagnata al progressivo manifestarsi dell’allergia prodotta dal suo consumo. Fenomeno che, ovviamente, non era conosciuto prima che il kiwi diventasse un alimento di interesse commerciale. Le manifestazioni più comuni sono quelle sperimentate dal lettore: irritazioni degli occhi, del naso e della bocca, più raramente asma e infiammazioni della cute. I soggetti sensibili al kiwi possono facilmente essere allergici anche a betulla, nocciolo, graminacee e parietaria. È bene fare attenzione anche ai semi di sesamo, ai semi di peperoncino e alla farina di segale per la possibilità che l’organismo manifesti reazioni allergiche anche nei confronti di questi vegetali.
Bagnare frutti, foglie o legno di questa pianta, prima di manipolarli, può ridurre il rischio di insorgenza di spiacevoli fenomeni irritativi.

martedì 6 novembre 2018

MENO SALE, MENO SALATINI


È stato ampiamente dimostrato che una modesta riduzione nell'apporto di sale è associata a significative diminuzioni nella pressione arteriosa. Un intervento anche molto limitato in questo senso, quindi, potrebbe svolgere un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e renali e dell'osteoporosi. Le attuali raccomandazioni nutrizionali suggeriscono la riduzione dell'apporto di sale a meno di sei grammi al giorno (circa un cucchiaino da caffè colmo). Una indicazione apparentemente semplice, ma che sembra comunque difficile da attuare. Visto che mediamente i consumi di sale si aggirano attorno ai 12-15 grammi al giorno. Si tratta senz’altro di abituare il palato ad apprezzare cibi meno salati. Non è tuttavia il caso di consumare la pasta o il minestrone senza sale. Se non in circostanze molto limitate. In realtà, sappiamo che circa l'80% del sale presente nella dieta dei paesi industrializzati deriva dalle aggiunte dell'industria negli alimenti conservati. La strategia giusta per ridurre l'assunzione di sale nella popolazione deve percorrere dunque due strade. La prima sarebbe persuadere l’industria alimentare a diminuire la quantità di sale aggiunta ai cibi (il governo ha fatto questa proposta ai panificatori). La seconda, ad effetto immediato, sta nel ridurre drasticamente il ricorso ad alimenti conservati (barattoli, vasetti, tubetti, ecc.), ai precotti, agli snack, ai crackers, alle merendine, ai salumi e formaggi, ecc. 

domenica 14 ottobre 2018

CORSO DI SCRITTURA A VERONA


Che c'entra, dirà qualcuno, abituato a trovare su questo sito notizie e suggerimenti riferiti alla salute.
Scrivere  è per molti un modo per ritrovare l'equilibrio della salute compromesso o per rimanerci (in salute), se stanno già bene. Diari, lettere, racconti, favole, romanzi, appunti, perfino cartoline dalla spiaggia o dal rifugio sui monti: sono tutti modi buoni per dare e per ricevere, per conoscere e per inventare. Scrivere (e leggere) sono due attività che ci aiutano a stare bene.
Se vi va di saperne di più e di imparare a raccontare, non fatevi sfuggire questo corso di scrittura  narrativa guidato dallo scrittore riminese (ma, ultimamente, montanaro di adozione) Michele Marziani.
Potete leggere altre informazioni sul corso qui e ulteriori notizie anche qui.
Presentazione dell'iniziativa con l'autore a Verona giovedì 25 ottobre alle ore 18,00, alla libreria Pagina12, Corte Sgarzerie 6/A, Verona

martedì 2 ottobre 2018

NON C'E' NIENTE IN FRIGO


Vi è senz’altro capitato di aprire il frigo e di esclamare: “Non c’è più niente in casa: bisogna fare la spesa”. Mentre poi invece, spremendo un po’ il cervello e aguzzando gli occhi, siete riusciti a mettere insieme ancora un paio di pranzi e di cene assolutamente dignitosi semplicemente utilizzando al meglio quello che “non c’era” o quello che c’era da così tanto tempo che era relegato sul fondo della dispensa, quasi invisibile. A me succede spesso e mi piace molto cimentarmi in queste sfide. Nelle quali imparo diverse cose. Primo: acquistiamo spesso molto più di quanto consumiamo e le verdure ammuffiscono, i formaggi diventano immangiabili e le confezioni sottovuoto scadono. Secondo: per mangiare bene serve molto meno cibo di quanto si pensi. Terzo: alcuni alimenti si conservano a lungo senza problemi (mele, patate, cipolle, cereali, legumi, aglio, noci, aromi secchi, ecc.) e in casa ce n’è sempre un po’, sufficiente per trarti d’impaccio. Quarto: siamo spesso preda di una sorta di sindrome della dispensa (o del frigo) vuota che ci spinge a stare bene solo quando la casa è piena di cibo. Quinto: riuscire a realizzare piatti eccellenti con quello che c’è (e non con quello che c’è scritto sulle ricette) aumenta l’autostima e allena a risolvere i problemi contando sulle proprie risorse. Non mi pare poco.

giovedì 13 settembre 2018

USCITO IL MIO NUOVO LIBRO "COLAZIONE DA RE"

Invecchiare bene vuol dire anche mangiare in modo salutare. La nostra dieta usuale è però troppo spesso ricca di calorie, di cibi raffinati e di origine animale, povera di verdure, legumi e cereali integrali. Tutto questo contribuisce ad aumentare il rischio di sviluppare patologie croniche. È importante quindi adottare uno stile dietetico più sano per ridurre anche la necessità di consumare farmaci.
Il volume illustra in modo semplice e chiaro gli alimenti che possono contribuire a mantenersi in buona salute per contrastare i disturbi che più interessano le persone anziane e fornisce utili indicazioni su un corretto stile di vita
Ad ogni parola è affiancata una ricetta facile e poco costosa a base di ingredienti salutari e nutrizionalmente adatti soprattutto ai soggetti non più giovani.

lunedì 10 settembre 2018

BOCCONCINI DEL BUONUMORE PER CICLISTI IMBRONCIATI

E' uscito l'ultimo numero di RUOTALIBERA, la bella rivista dell'associazione FIAB-Amici della Bicicletta di Verona, di cui sono socio. A pagina 17 trovate la mia ricetta per contrastare i malumori che affliggono molti in questa stagione. La ricetta?  Pedalate rilassanti e qualche "bocconcino del buonumore". Trovate tutto qui sotto. 

martedì 4 settembre 2018

COLESTEROLO E TERAPIE NATURALI: I MIEI LIBRI IN USCITA IL 12 SETTEMBRE


Tenere sotto controllo il colesterolo si può! 
In questo libro ricette, consigli e indicazioni per una dieta sana senza sacrifici.





La natura ci offre un tesoro unico: erbe, fiori e frutti salutari per il nostro corpo e la nostra salute. In questo libro un aiuto per utilizzare e preparare rimedi naturali con ricette antiche e sapienza di oggi.


In libreria e online.

lunedì 3 settembre 2018

SI', SONO TORNATI I FUNGHI


L’atteggiamento nei confronti dei funghi (considerati come alimento) è in molti casi contrastante. Tutti noi conosciamo i grandi appassionati, che mangerebbero funghi ogni giorno e che, durante la stagione giusta, passano molte giornate a scarpinare tra i boschi per raccogliere con le proprie mani il cibo tanto amato. Ma ci sono anche coloro che (spesso per paura di essere intossicati dai funghi velenosi, altre volte per effettive difficoltà digestive) evitano del tutto questi particolarissimi “frutti” della terra oppure ne limitano parecchio il consumo. Fatte salve le preferenze e rispettando i gusti di ciascuno, cerchiamo dunque, senza preconcetti, di evidenziare le principali qualità nutrizionali e le avvertenze necessarie nel consumare questi alimenti.

Un buon alimento, poco calorico
I funghi sono alimenti preziosi per variare la nostra alimentazione e gratificare il palato con sapori nuovi e profumi inconsueti, senza per questo dover consumare molte calorie. In effetti, i funghi freschi sono composti di acqua per circa il 90% del loro peso e apportano quindi poche calorie (20 kcal ogni 100 g). Occorre per contro segnalare che questi alimenti hanno un contenuto in proteine (quasi il 4% nei funghi prataioli coltivati e nei porcini) parecchio superiore sia come quantità che qualità agli altri ortaggi e vegetali freschi in genere. In particolare, le proteine dei funghi contengono una buona quantità di due aminoacidi essenziali (che l’organismo non può produrre e che devono essere assunti con l’alimentazione): la lisina e il triptofano. Questi due aminoacidi sono scarsamente presenti nelle proteine dei cereali. Si può quindi affermare che una pastasciutta condita con un buon sugo di funghi non solo gratifica il palato, ma è anche un piatto la cui qualità proteica è nettamente migliorata. Ovviamente lo stesso ragionamento è valido anche per un risotto con i porcini oppure per la classica polenta e funghi.

Pochi grassi, ma attenzione al condimento
Nei funghi, i grassi sono un nutriente quasi trascurabile (0,2-0,3%). In ogni caso, si tratta di grassi di tipo insaturo e quindi importanti per la nostra salute. Attenzione, tuttavia, perché questa caratteristica (la scarsità di grassi) può essere del tutto modificata quando, durante la cottura, ai funghi vengono aggiunte generose quantità di olio o burro. Da questo punto di vista, i risultati migliori si ottengono quando i funghi sono cotti alla griglia, trifolati in poco olio d’oliva con aglio e prezzemolo, messi in forno con ripieno di prezzemolo, pane grattugiato e aglio. Meno bene (anche se sono molto appetitosi) i funghi ricoperti di pastella e fritti, una modalità di preparazione che aumenta notevolmente la quantità di grassi che arriva nel piatto. Nei funghi troviamo ancora interessanti quantità di vitamine del gruppo B e una buona presenza di minerali (soprattutto fosforo e potassio; minori le quantità di calcio, magnesio, zinco, selenio e ferro).
Nei funghi, infine, ci sono anche altre sostanze che agiscono stimolando o proteggendo funzioni e organi del corpo. Le fibre, ad esempio, sono circa il 2,5% e contribuiscono a regolare l’assorbimento intestinale di grassi, carboidrati e proteine (oltre che favorire la defecazione). I funghi, infine, contengono (come quasi tutti gli alimenti vegetali freschi) altri composti attivi che, in vario modo, influiscono positivamente sulla digestione, sul metabolismo, sulla colesterolemia e perfino sulla risposta immunitaria e sulla resistenza alle infezioni.  

Un aroma eccellente
I funghi sono spesso ricercati come ingrediente (anche quantitativamente modesto) di molti piatti per il loro sapore caratteristico e accattivante. In effetti, contenendo una certa quantità di acido glutammico e di altre sostanze proteiche, costituiscono una sorta di “dado per brodo” naturale. L’aggiunta di piccole quantità di funghi (freschi, ma soprattutto secchi) migliora dunque l’appetibilità di salse, sughi, risotti, polpette, frittate, torte salate, ecc.

Come si preparano i funghi per il consumo
Quando si raccolgono i funghi nel bosco (rispettando le ordinanze comunali o le leggi regionali che mettono ordine in questo settore), per evitare esperienze molto spiacevoli è assolutamente necessario essere personalmente esperti. Oppure (ma è probabilmente meglio farlo comunque) si può far controllare il proprio raccolto (gratuitamente) dagli esperti micologi delle ASL o da quelli presenti negli ortomercati all’ingrosso delle grandi città. I funghi temono il prolungato contatto con l’acqua e necessitano solamente di una mondatura delle incrostazioni terrose del gambo, di un rapido lavaggio con acqua corrente e di una successiva asciugatura. Occorre operare con rapidità e delicatezza per non rischiare di disperdere il profumo caratteristico di questi alimenti. 

venerdì 10 agosto 2018

CIBI INDUSTRIALI E SCLEROSI MULTIPLA


Esiste una correlazione tra la produzione industriale di alcuni cibi (in particolare margarina, salsicce, marmellate, cioccolato, zucchero e birra) e l'incidenza della sclerosi multipla? Sembra proprio di sì. Lo sostiene il ricercatore tedesco Klaus Lauer, che ha presentato i dati raccolti in un'indagine condotta in sette Paesi europei durante il congresso dell'European Neurological Society tenutosi qualche anno fa a Berlino. Lo studio ha evidenziato che nei Paesi nei quali gli alimenti sopra citati vengono maggiormente prodotti (e quindi probabilmente anche consumati), la sclerosi multipla è più diffusa. È risultato invece che nei Paesi dove si producono e si consumano grandi quantità di cereali, pane integrale, pasta di grano duro e pesce in scatola la malattia ha un'incidenza minore. È ovvio (lo ricorda anche il ricercatore tedesco) che questi sono dati ricavati da studi che hanno coinvolto grandi quantità di soggetti. Per questo, non si può al momento affermare con certezza che alcuni cibi siano responsabili della comparsa della malattia. Per avere maggiori sicurezze da questo punto di vista occorrerebbero indagini sulle abitudini alimentari dei singoli soggetti ammalati. Tuttavia, è ormai evidente come, accanto ad altre cause (geni, virus, inquinamento ambientale, ecc.), si possa individuare uno stretto legame tra abitudini alimentari e sclerosi multipla. Fanno aumentare il rischio la carenza di vitamina D (cioè la mancanza di vita all’aria aperta) e di acidi grassi essenziali (in particolare omega-3; si trovano nei pesci, ma anche nei semi di lino e nei semi oleosi in genere) e l’eccessivo consumo di grassi animali, di latticini e di cereali raffinati. Insomma, uno stile di vita più sano, basato sul consumo di alimenti semplici e di buona qualità (di produzione biologica, integrali) e il movimento all’aria aperta e alla luce (probabilmente sono meno utili la frequentazione delle palestre o delle piscine) sono due pilastri importanti della prevenzione delle patologie croniche e degenerative. 

martedì 24 luglio 2018

IL TEMPO DELLE ZUCCHE


È tornato il tempo delle zucche. Molti la sottovalutano pensando che le qualità nutrizionali di questo vegetale siano scarse. Certo, gran parte dei vegetali crudi contengono oltre il 90% d’acqua e non possono ovviamente sostituirsi completamente ai cereali integrali e ai legumi. Che devono rimanere, anche quantitativamente, la base della razione giornaliera. Tuttavia gli ortaggi (e la frutta) sono fonti privilegiate di tutta una serie di principi nutritivi che proteggono e riparano le cellule dell’organismo: stiamo evidentemente parlando di vitamine, sali minerali, enzimi, fattori antiossidanti, ecc.
La zucca, ad esempio, è così ricca di caroteni che soli 100 g di questo ortaggio coprono per intero il fabbisogno giornaliero di vitamina A. La zucca, inoltre, fa parte a buon diritto dei cosiddetti alimenti rinfrescanti: assieme a carote, coste, zucchine e rape, la zucca aiuta a risolvere alcuni problemi intestinali che fanno soffrire soprattutto chi è costretto ad un regime di vita sedentario come gli studenti e chi svolge prevalentemente un lavoro intellettuale. Chi soffre di colite e di stitichezza trae notevoli vantaggi dal consumo regolare di questo vegetale. Che si può utilizzare cotto a vapore, al forno o in minestra di riso, come ingrediente per pani e biscotti speciali, ma anche grattugiato crudo come una carota per arricchire una insalata mista.
Un buon piatto di riso e zucca mette di buon umore e riconcilia con il mondo. Ben lo sapevano i nostri vecchi, che ritenevano la zucca un alimento adatto per i soggetti nervosi e collerici e per chi ha un temperamento troppo eccitabile. Della zucca non si butta niente. I semi leggermente tostati costituiscono uno spuntino sano e nutriente: sono ricchi di acidi grassi polinsaturi e di zinco, che migliorano l’efficienza del sistema immunitario e prevengono l’ingrossamento della prostata. Con i semi di zucca potete preparare una pozione vermifuga efficace. Sbucciate e frullate 60 g di semi con un po' di miele e qualche cucchiaio d'acqua. Consumate nel giro di un paio d'ore questa preparazione e poi prendete un lassativo.


venerdì 6 luglio 2018

UN NUOVO LIBRO: COLAZIONE DA RE


E' in avanzata lavorazione e uscirà nel prossimo settembre un mio nuovo libro.
Ecco qui le prime righe:
"Il nostro organismo è sede di attività vitali e di processi complessi che sono influenzati, nel bene e nel male, da molti fattori come, ad esempio, le abitudini alimentari, il clima, l’ambiente, l’inquinamento, il sonno, le emozioni, le relazioni sociali ecc. Almeno tre di questi meritano una riflessione specifica. Infatti una buona alimentazione, il movimento e una certa positiva attenzione alle emozioni e alle esigenze della mente, costituiscono i principali pilastri che sostengono e mantengono la nostra salute e il nostro benessere."

giovedì 5 luglio 2018

PAPPA REALE E LIEVITO ALIMENTARE PER DIABETICI



La pappa reale è costituita dalla secrezione delle ghiandole faringee delle giovani api operaie. Si presenta come una gelatina semifluida, di colore biancastro tendente al giallo.
È il nutrimento fondamentale per le larve delle api: quelle che ricevono la pappa reale solo fino al secondo/terzo giorno di vita resteranno api operaie, le altre diventeranno api regine.
Gli effetti di questa gelatina sulle api sono del tutto peculiari. Le operaie vivono solamente 45 giorni, mentre le regine arrivano anche a 4-5 anni. Lo sviluppo da larva ad insetto maturo richiede per l'operaia 21 giorni e solamente 16 per la regina, con un incremento di peso in pochi giorni di ben duemila volte.
La composizione della pappa reale rivela la notevole presenza di acido pantotenico e di altre vitamine del gruppo B, indispensabili per molti processi metabolici, di calcio pantotenato, fosforo, rame, ferro, zolfo, silicio, di sostanze ad attività ormonale, di acqua, zuccheri (glucosio, fruttosio, saccarosio, maltosio), di proteine e altri composti azotati, di lipidi, di oligoelementi, di acido ribonucleico e desossiribonucleico.Gli effetti straordinari di questa sostanza, tuttavia, non possono essere spiegati con le proprietà specifiche dell'uno o dell'altro di questi elementi costitutivi. E' probabilmente dal loro potenziamento reciproco che derivano le eccellenti proprietà salutari di questa gelatina.
L'impiego della pappa reale è indicato in parecchie condizioni di squilibrio o anche in alcune situazioni patologiche.
Una cura di pappa reale migliora la disponibilità delle risorse organiche, aumentando la resistenza fisica e psichica agli eventi stressanti. La pappa reale è anche utile nelle convalescenze, negli stati depressivi, nei dimagrimenti, nelle ulcere e nelle gastriti, nell'ipotensione, nell'affaticamento della funzionalità epatica, nelle irregolarità del ciclo mestruale.
La dose da assumere giornalmente consiste in una goccia di pappa reale (da raccogliere con una paletta generalmente inserita nella confezione oppure con uno stuzzicadenti) da depositare al mattino a digiuno sotto la lingua per favorirne il migliore e più completo assorbimento. Un ciclo di cura, ripetibile anche 2-3 volte l’anno, è di circa due mesi.
Per quanto riguarda l’assunzione di pappa reale da parte dei diabetici, occorre dire che la malattia diabetica e l’iperglicemia a digiuno (che ne costituisce uno stadio precoce) possono effettivamente talvolta controindicarne il consumo. Vale la pena, tuttavia, di verificarne l’effetto sul proprio organismo, prima di escludere a priori un prodotto così straordinario. In ogni caso, l’assunzione di lievito di birra è per i soggetti sopra ricordati un’esigenza fondamentale. Il lievito, infatti, è ricco di cromo, un minerale che è indispensabile per l’attività dell’insulina e che nel lievito di birra si trova in una forma particolarmente assimilabile e attiva.

venerdì 29 giugno 2018

BEVANDE PER CICLISTI (E UN'INTERVISTA)

E' uscito l'ultimo numero di RUOTALIBERA, la bella rivista dell'associazione FIAB-Amici della Bicicletta di Verona, di cui sono socio. A pagina 19 trovate la mia ricetta per due bevande dissetanti e rigeneranti per chi pedala in queste giornate calde. Alla pagina successiva una intervista sulla mia attività di medico, di cuoco e di ciclista.



lunedì 25 giugno 2018

ANCORA SUL FRUMENTO (INTEGRALE)


L’iperglicemia (aumento eccessivo del livello di glucosio nel sangue) e il diabete sono condizioni sempre più frequenti nei paesi occidentali industrializzati (Stati Uniti, Europa) e anche presso tutte le popolazioni che ne adottano lo stile di vita. Il diabete è infatti strettamente collegato a quelle cattive abitudini che caratterizzano appunto il nostro modo di vivere: l’eccesso calorico della dieta, la scadente qualità degli alimenti, la mancanza di attività fisica. 

Uno stile di vita corretto è molto efficace

Sappiamo da tempo (grazie a numerosi studi scientifici) che le opportune modificazioni dello stile di vita possono ridurre quasi del 60% l’incidenza del diabete, mentre la sola terapia farmacologica determina una riduzione di questa malattia del 31%. Una dieta basata sui vegetali freschi, sui legumi e sui cereali integrali, unitamente ad una quantità adeguata di fibre, ad una riduzione delle proteine e dei grassi animali (presenti nella carne, nelle uova e nei formaggi) e soprattutto ad un’attività fisica giornaliera (con un minimo di 20-30 minuti al giorno) prevengono l’aumento del livello di glucosio nel sangue (iperglicemia) e il diabete.

Un nuovo strumento per il controllo del diabete

Sulla rivista scientifica European Journal of Clinical Nutrition sono stati valutati gli effetti della somministrazione dell’albumina di frumento sulla glicemia di volontari sani e di soggetti affetti da diabete di tipo 2 (detto anche diabete dell’adulto). È risultato che l’albumina di frumento riduce, in maniera dose-dipendente, l’innalzamento della glicemia dopo il pasto e il livello dell’emoglobina glicata. Cioè i due principali parametri che consentono di valutare la predisposizione alla malattia e l’adeguatezza della dieta nel diabetico. È interessante sapere che questo effetto è praticamente sovrapponibile a quello ottenuto con i farmaci antidiabetici orali, il cui meccanismo d’azione è molto simile. La conseguenza, secondo i ricercatori, è che l’albumina di frumento sembra essere proponibile come alternativa a questi farmaci per il controllo, assieme alla dieta e all’esercizio fisico, dei livelli glicemici nei pazienti affetti da diabete di tipo 2.

Che cos’è l’albumina di frumento?

L’albumina costituisce il 9% delle proteine totali di questo cereale ed è collocata esclusivamente nella parte esterna del chicco e nel germe. Le proteine rimanenti sono le globuline (5-7%, presenti quasi esclusivamente nel germe) e le gliadine e le glutenine (75-95%, si trovano nella parte farinosa centrale del chicco). L’albumina è una proteina di alto valore biologico (è completa di tutti gli aminoacidi essenziali), ma purtroppo nella fase di raffinazione del cereale viene quasi completamente eliminata.
Questo significa che consumando pane, pasta e pizza preparati con farina di frumento raffinata (di tipo 00, per intenderci) non è possibile ottenere l’effetto positivo sopra descritto, mancando in questa farina quasi totalmente l’albumina (oltre che le fibre, un altro elemento tipico dei cereali integrali che riduce la glicemia dopo il pasto). Mentre invece la farina integrale di frumento (e i prodotti con essa confezionati) possono avere un effetto preventivo e terapeutico sulla malattia diabetica. 

martedì 19 giugno 2018

IL FRUMENTO, QUELLO BUONO


Vogliamo parlare un po’ del frumento? Parlare bene, intendo. Di questi tempi, nei quali questo formidabile cereale sembrerebbe essere diventato un appestato da evitare a tutti i costi. Certo, il frumento di oggi (coltivato in Italia, ma anche largamente importato dall’estero) non è più quello di una volta: negli ultimi decenni selezioni genetiche e pratiche agricole dissennate hanno drasticamente ridotto le varietà coltivate e probabilmente contribuito a far emergere una sensibilità al glutine che oggi interessa circa una persona su 100.
Tuttavia, il buon frumento non è solo questo: è anche stato ed è tuttora il cereale sul quale si fonda la civiltà che si è sviluppata attorno alle feconde rive del Mediterraneo. 
In Italia si può dire che non ci sia pasto senza frumento. Pane, focaccia, pizza, spaghetti (e ora, con il diffondersi dell’attenzione e della curiosità per i cibi dei nostri vicini, anche cuscus e bulghur) sono alimenti che nel nostro Paese sono abitualmente consumati più volte al giorno.
Ogni italiano mangia in un anno circa 170 kg di frumento. Una quantità non molto lontana dai 154 kg pro capite mangiati un secolo fa. E tuttavia con una fondamentale differenza: la qualità della farina. Fino ai primi decenni del secolo scorso i mulini (con macine di pietra) producevano una farina nella quale le diverse componenti del chicco (amido, crusca, ma anche germe, vitamine, proteine e minerali presenti negli strati esterni) non erano facilmente separabili. Certo, questa farina veniva anche setacciata, ma la crusca che si riusciva ad estrarre non intaccava l'alta qualità dello sfarinato che rimaneva, dunque, un prodotto nutrizionalmente ricco e vitale. L'avvento delle grandi industrie molitorie ha portato alla quasi generalizzata adozione dei mulini a cilindri d'acciaio che 'sfogliano' il chicco di frumento, separando in modo molto semplice le diverse componenti fino ad arrivare al cuore centrale, costituito essenzialmente da puro amido. Se il frumento e i suoi derivati fossero consumati su larga scala in forma integrale o semintegrale, ma soprattutto se fosse generalizzato il sistema di macinazione con palmenti di pietra, assisteremmo sicuramente ad un sensibile e diffuso miglioramento dello stato di salute della popolazione.
La farina "tipo 00" è un prodotto nutrizionalmente povero e coresponsabile del diffondersi di molte delle malattie cronico-degenerative che caratterizzano il nostro tempo (diabete, obesità, patologie cardiovascolari, certi tipi di tumori, artrosi...). È vero che la farina integrale può costituire un limite (a dire il vero soprattutto in ambito domestico, ma non per i provetti artigiani panificatori) per la realizzazione di prodotti ben lievitati. Esiste tuttavia in commercio anche una farina “tipo 2” leggermente setacciata, ma ancora ricca di proteine e di minerali, che permette la realizzazione di pani e pizze eccellenti.

mercoledì 13 giugno 2018

IL CIBO DELLA TERRA AL LAZZARETTO DI VERONA


Segnalo questa interessante iniziativa, organizzata dalla Società agricola La folaga rossa s.s., Via Lazzaretto,Verona:

Quarto appuntamento della rassegna Primavera all'Adige, sabato 16 giugno 2018 vi aspettiamo al campo tutta la mattina. Dalle 9 si apre con il mercato di ortaggi e frutta fresca. Sarà con noi anche Agnese dell'azienda agricola Fiorio con le sue verdure bio. 
Dalle 11 ospiteremo il Dott. Paolo Pigozzi, medico e nutrizionista, per raccontare il suo nuovo libro "Il cibo della Terra" e per domande e consigli nutrizionali. 
In contemporanea Vally accompagnerà i bambini con laboratori creativiA seguire aperitivi, focacce e spuntini della gastronomia Terra Cotta.


martedì 12 giugno 2018

IL MIGLIO


Oggi, in molte parti dell'Asia e dell'Africa il miglio viene largamente utilizzato per l’alimentazione quotidiana, sia asciutto, in minestre e addirittura per preparare bevande alcoliche. Il miglio, però, non è affatto un cereale esotico. Per centinaia di anni e almeno fino al 1600 gli italiani sono stati grandi consumatori di miglio. Pappe e polente di miglio e latte erano quotidianamente sulla tavola di ricchi e poveri. Nei secoli IX e X, infatti, il miglio era il cereale più coltivato nella pianura padana dopo la segale e il frumento. L'insieme dei "grani minuti" (cioè dei cereali seminati in primavera e raccolti in autunno come il miglio, il sorgo e il panìco) costituiva, in molti poderi, oltre il 60% del raccolto delle granaglie. Luigi Messedaglia (medico e storico vissuto a Verona dal 1874 al 1956) parlava nelle sue opere di un vero e proprio "regno del miglio" durato nell'Italia settentrionale fino al trionfo del mais nel secolo XVII. Che venne perfino chiamato, quest’ultimo, "miglio d'India". In effetti mais e miglio hanno destini gastronomici affini: non contenendo glutine, sono poco adatti per la panificazione (se non in miscela con farine ricche di glutine) e sono piuttosto consumati in minestre o in creme. Il miglio è molto nutriente (360 calorie/100g), contiene più proteine e grassi del mais e del riso ed è dotato di preziosi minerali come fosforo, magnesio, potassio, calcio, zinco e ferro. La sua digeribilità è molto elevata e il sapore è assolutamente delizioso. Per le sue caratteristiche nutrizionali è particolarmente adatto per l'alimentazione della donna in gravidanza e durante l'allattamento, per i bambini e gli adolescenti, per le persone anziane con difficoltà digestive, per chi è stanco fisicamente e psichicamente e per dare forza e flessibilità ai capelli e alle unghie. Il consumo del miglio, dopo molti secoli durante i quali questo alimento è praticamente scomparso quasi del tutto, è ritornato oggi nelle cucine domestiche, ma anche in quelle di diversi ristoranti attenti al recupero delle tradizioni e della qualità e perfino nel menu di molte mense scolastiche. Il miglio, specialmente in combinazione con vari tipi di verdure (zucca, carote, verza, spinaci, coste, ecc.), si presta benissimo per realizzare stuzzicanti crocchette e invitanti sformati. In pasticceria, la farina di miglio consente la preparazione di eccellenti biscotti senza glutine. 

mercoledì 30 maggio 2018

MOVIMENTO, RESPIRO, ALIMENTAZIONE, RILASSAMENTO AL LAZZARETTO DI VERONA

Segnalo questa interessante iniziativa prevista per DOMENICA 10 GIUGNO 2018 al Lazzaretto di Verona, alla quale parteciperò con contributi su alimentazione e benessere.
Info e prenotazioni ai numeri indicati nella locandina.


martedì 22 maggio 2018

I TRE PILASTRI DELLA SALUTE AL LAZZARETTO DI VERONA


Segnalo che DOMENICA 10 GIUGNO 2018, a partire dalle 15,30 parteciperò con un mio contributo alla giornata dedicata al benessere e al rilassamento proposta dal FAI nella magnifica cornice del Lazzaretto di Verona. In questo luogo straordinario, carico di storie, di sofferenza e di umanità (trovate qui molte altre informazioni sul Lazzaretto di Verona), il Fondo Ambiente Italiano di Verona organizza da diverse estati un ricco programma di spettacoli serali, in una atmosfera suggestiva e affascinante. Tenete d'occhio il programma estivo 2018 qui di seguito.
Info: 045. 597981; verona@delegazionefai.fondoambiente.it


 

 

Sede: Via A. Sciesa, 11 – 37122 Verona
Tel 045 597981 – fax 045 8032994
 

 

 
   
    
   
Vi segnaliamo inoltre gli eventi della Folaga Rossa che si tengono il sabato mattina presso il Lazzaretto nei giorni 2-16-30 giugno