sabato 19 aprile 2014

I GERMOGLI IN PRIMAVERA



Mi sono dimenticato dei germogli, lo confesso. Per parecchio tempo ho preparato regolarmente nella mia cucina germogli con molti tipi di semi diversi: frumento, crescione, alfa-alfa, senape, riso, finocchio, ecc. Ad un certo punto, non ricordo il perché, questa positiva abitudine è passata nel dimenticatoio. Me ne sono ricordato recentemente quando, scavando nel computer alla ricerca di materiali per preparare un incontro serale sull’alimentazione integrale e biologica, è riaffiorata una diapositiva che invitava a consumare i germogli. Perbacco, mi sono detto: fra un paio di giorni vado a proporre i germogli come uno dei modi migliori per arricchire la dieta di sostanze vitalizzanti e protettive, mentre io non ne mangio da un bel po’. Ecco l’antefatto della mia rinnovata passione per i germogli. Da qualche settimana le insalate di casa sono integrate con qualche pizzico di semi germogliati. Se ne avvantaggiano il gusto e la salute.

In effetti, la germinazione provoca nei semi notevoli e profonde modificazioni: aumentano gli aminoacidi essenziali (componenti pregiate delle proteine), la disponibilità di elementi minerali assorbibili (ad esempio il ferro), il contenuto vitaminico, specialmente A, C e gruppo B. Inoltre, i tessuti in rapida moltiplicazione come i germogli sono le strutture biologiche più ricche di enzimi, proteine speciali che rendono possibile lo svolgersi delle reazioni chimiche. Senza enzimi, ad esempio, la digestione del cibo e la sua trasformazione in energia e in sostanze utili all'organismo (ma anche l'eliminazione delle scorie) sarebbe letteralmente impossibile. Il metabolismo, in altre parole, ha assoluta necessità di enzimi. Tanto che il mantenimento della giovinezza biologica del nostro corpo dipende anche dalla più o meno elevata disponibilità di enzimi.
Insomma, far germogliare dei semi nella vostra cucina significa avere a disposizione un alimento di straordinario valore biologico, di alta digeribilità e ad un prezzo estremamente basso.

Come fare i germogli in casa

Scegliete esclusivamente semi che provengano da coltivazioni biologiche. Evitate i semi delle solanacee (pomodori, peperoni, melanzane) che contengono delle sostanze potenzialmente tossiche. Mettete un paio di cucchiai di semi in un colino, sciacquateli abbondantemente sotto l'acqua corrente e inseriteli in un vaso di vetro (vanno benissimo quelli da un chilo utilizzati per il miele). Copriteli con 4-5 dita di acqua e chiudete l'imboccatura con una tela bianca a trama larga, fissandola con un elastico. Riponete il vaso in un luogo buio per circa 6-12 ore. Dopo questo primo ammollo, svuotate il vaso semplicemente capovolgendolo: l'acqua scorrerà via attraverso la tela. Senza togliere la tela, risciacquate i semi e versate via l'acqua con cura. Appoggiate su un piatto il vaso, tenendolo capovolto o leggermente inclinato in modo che l'acqua non ristagni all'interno e i semi rimangano umidi. Per i primi 2-3 giorni sciacquate i semi almeno 2 volte al giorno, nei giorni successivi sarà sufficiente una sola volta. Dopo circa 4-5 giorni i germogli avranno raggiunto la lunghezza di qualche centimetro e sono pronti per essere consumati.
Se desiderate che i vostri germogli sviluppino la clorofilla e diventino verdi (la clorofilla è dotata di notevoli proprietà disintossicanti e rigeneranti) basterà esporli per una giornata alla luce naturale. I germogli si possono conservare in frigorifero per non più di una settimana.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)

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