mercoledì 11 giugno 2014

DICE LA CIA...



Perfino la Cia se n’è accorta. Nel rapporto che la nota agenzia di spionaggio USA mette a disposizione del presidente all’inizio del suo mandato ci sono soprattutto valutazioni, giudizi e prospettive di geopolitica e di economia che riguardano tutto il mondo. Ovviamente osservato dal parzialissimo punto di vista della difesa degli interessi degli Stati Uniti. D’altra parte, non potrebbe essere diversamente, visto che i cervelloni della CIA sono pagati per questo. Nel rapporto (sulla scrivania di Obama nel gennaio 2013) ci sono alcune considerazioni che riguardano anche noi. La CIA, infatti, mette per iscritto quanto in molti affermano ad alta voce da parecchi anni. Ad esempio, secondo la CIA, una delle risorse che si stanno esaurendo più velocemente è l’acqua dolce. Un fatto che renderà più probabile lo scatenarsi di conflitti “idrici”, visto che nel 2030 l’Agenzia governativa USA prevede che il 60% della popolazione mondiale avrà problemi di accesso a questa risorsa fondamentale. Ancora, la CIA prevede che nei prossimi decenni triplicherà (passando da uno a tre miliardi) la quota della popolazione mondiale che migliorerà decisamente il suo tenore di vita. Una affermazione che, se si rivelerà veritiera (prevedere il futuro è sempre assai difficile, sia per i cervelloni che per i cartomanti), porterà come conseguenza grosse mutazioni nelle abitudini alimentari. In particolare, tenderà ad aumentare su scala mondiale il consumo di carne. Con l’intuibile aggravarsi della crisi ambientale, visto che l’allevamento intensivo di animali da carne (bovini, maiali, pollame) è una delle attività che più contribuiscono allo squilibrio ambientale attraverso un consumo esagerato di acqua, di suolo, di energia e la produzione di gas serra.
Ecco un piatto a ridotto impatto ambientale.
 
Taboulé

2 bicchieri di bulghur
4 bicchieri di acqua
3 pomodori maturi
2 cipollotti
1 limone
2 cucchiai di prezzemolo tritato
4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
Sale
Un cespo di lattuga

Si tratta di un modo di consumare il frumento assai adatto alla stagione e che ci consente di cambiare il nostro approccio a questo cereale tradizionale rispetto alla classicissima spaghettata. L’ingrediente di base è appunto il bulghur, grano duro fatto leggermente germogliare, cotto al vapore, lasciato asciugare e poi macinato grossolanamente. Il taboulé si trova sulle tavole arabe e mediorientali, ma può trovare spazio anche sulla nostra. La sua preparazione è rapida e semplice e i tempi di cottura veramente ridotti al minimo. Dà il meglio di sé (e non è poco, di questi tempi) quando è consumato a temperatura ambiente. Mettete a bagno il bulghur nell’acqua fredda per 30 minuti. Aggiungete il sale e fate sobbollire a pentola coperta per 15 minuti. Lasciate riposare ancora per 10 minuti e poi sgranatelo in una terrina aggiungendo l’olio. Tagliate i pomodori a dadini, affettate il cipollotto e unite tutto al bulghur. Completate con il prezzemolo e il succo di limone, mescolate e fate riposare per un’oretta in frigorifero. Servite su piatti ricoperti da una foglia di lattuga lavata e asciugata.

(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)


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