venerdì 3 ottobre 2014

IL MELOGRANO



Il frutto del melograno è sempre stato osservato con curiosità e interesse dalle culture tradizionali. Non solo per le gradevolissime caratteristiche organolettiche, ma anche per la tipica conformazione: una spessa buccia che tende ad aprirsi spontaneamente a maturazione e che lascia intravedere una grande quantità di semi rossi. Tutte caratteristiche che è stato inevitabile associare ad immagini di fecondità, abbondanza, augurio di gioia e prosperità. In effetti, per un vegetale produrre frutti con molti semi significa avere più probabilità di far nascere nuove pianticelle. Che sostituiranno nel tempo quelle più vecchie.

Augurio di fecondità e di ricchezza
Presso molti popoli, i frutti ripieni di semi sono sempre stati ritenuti un chiaro segno di fecondità. Ma anche di abbondanza e di ricchezza. Per l’umanità, avere a disposizione dei semi, in realtà, allontana due grandi pericoli: la fame e la miseria. I semi, infatti, si possono mangiare (pensate allo spazio che hanno nei nostri piatti frumento, riso, mais, fagioli, mandorle, ecc.) e si possono anche scambiare con altri alimenti o oggetti. Ecco perché in Asia il melograno spaccato è segno di buona fortuna, in Africa centrale questo frutto è regalato alle madri per augurare loro molti figli e in India le donne ne bevono il succo per combattere la sterilità. Se dunque volete fare un regalo simpatico a qualcuno che si sposa o che mette su casa, portate loro un cesto con qualche melograno oppure, meglio, regalate un alberello di melograno: saranno sicuramente pensieri molto graditi.

Melograno e salute
La pianta del melograno e le sue diverse parti (frutto, semi, buccia del frutto, corteccia, radici) sono dotate di virtù curative. Una farmacia completa la considera, a ragione, la medicina ayurvedica, l’antichissimo e complesso sistema terapeutico utilizzato in India da millenni. Per la medicina tradizionale cinese, la scorza essiccata del frutto (detto anche, in botanica, balaustio) ha un’azione astringente, antidiarroica e antiemorragica (particolarmente nelle emorragie uterine). La ricerca moderna e la recente sperimentazione scientifica hanno evidenziato la particolare abbondanza nel succo e nell’olio contenuto nei semi di sostanze protettive come l’acido ellagico, gli ellagitannini (in particolare la punicalagina), gli antociani e l’epigallocatechingallato (EGCG). Si tratta di sostanze dotate di effetto protettivo sulla patologia aterosclerotica, tumorale e degenerativa. In particolare, il succo del melograno ha dimostrato di ridurre il rischio di cancro alla prostata (ClinicalCancer Research 2006;12(13):4018-4026; Journal of Agricultural and Food Chemistry 2007, 55:7732-7737).
Altri studi sul succo di melograno hanno suggerito che il suo consumo può abbassare la pressione sanguigna e ridurre i processi ossidativi nelle persone sane, riducendo, tra l’altro, il rischio cardiovascolare (Plant Foods for Human Nutrition 2012, 67(3):309–14; American Journal of Cardiology 2005 Sep 15;96(6):810-4; American Journal of Clinical Nutrition 2000, 1(5):1062–76).

La buccia piace ai batteri intestinali
La buccia del melograno non è certo commestibile. Tuttavia sappiamo che é particolarmente ricca di polifenoli, le cui proprietà antiossidanti e antinfiammatorie sono note da tempo. In uno studio effettuato all’Università di Lovanio in Belgio (British Journal of Nutrition, 109,2013,802-809) ha dimostrato che l’estratto di buccia di melograno fa aumentare in modo significativo i bifidobatteri nell’intestino, con effetto stabilizzante sul peso corporeo. Inoltre, la supplementazione della dieta con estratto di buccia di melograno ha ridotto i livelli di colesterolo (totale e LDL) e dell’infiammazione dei tessuti.

A mio parere
Occorre dire che una certa parte di questi studi (non tutti, per la verità) sono stati realizzati in laboratorio, su animali o addirittura su tessuti o cellule isolate. Inoltre, le dosi di estratti vegetali utilizzate sono spesso piuttosto elevate e non comparabili con quelle raggiungibili con un normale consumo. Al di là delle perplessità sull’impiego degli animali nella sperimentazione, è chiaro che il trasferimento di questi risultati nella terapia in ambito umano non può essere del tutto automatico. Tuttavia, il complesso di queste ricerche conferma che la tradizione aveva una qualche fondata ragione. E che la nostra dieta deve essere variata e comprendere anche quegli alimenti (frutti, ortaggi, cereali e legumi) che, talvolta per semplice pigrizia, non sono compresi nelle nostre abitudini dietetiche.



Bevanda di yogurt al succo di melagrana

2 melograni
500 g di yogurt
un cucchiaio di miele
qualche chicco d’uva

Con attenzione e pazienza levate la buccia ai frutti e liberate i semi dalla pellicina bianca (e amara) che li avvolge. Raccogliete i semi in un setaccio, appoggiatelo sopra una terrina e schiacciate i semi con le mani per far uscire il succo. Mettete in un frullatore il succo di melograno, lo yogurt e il miele. Frullate per qualche istante e versate in bicchieri trasparenti. Aggiungete qualche chicco d’uva, tagliato a metà e senza semi. Gustate fresco.

Aperitivo analcolico

2 melograni
3 cucchiai di miele di acacia
3 bicchieri di acqua frizzante
4 fettine di pompelmo per decorare
Qualche cubetto di ghiaccio

Sgranate i melograni e togliete con cura tutte le pellicine. Per ricavare il succo potete procedere come nella ricetta precedente, oppure mettere i semi in una centrifuga o in passaverdure con fori piccoli (tenete da parte alcuni semi che utilizzerete per decorare la preparazione). Aggiungete il miele e l’acqua frizzante e mescolate con cura. Versate nei bicchieri e aggiungete qualche cubetto di ghiaccio. Decorate ogni bicchiere con qualche chicco di melograno e una fettina di pompelmo.

Insalata autunnale

1 kg di zucca pulita e tagliata a cubetti
4 cucchiai di olio d’oliva extra vergine
Un pizzico di peperoncino
2 cucchiai di succo d’arancia
1 cucchiaio di succo di limone
1 ciuffo di foglie di rucola
100 g di mandorle leggermente tostate
Mezzo melograno
Sale

Accendete il forno a 240 gradi. Condite i cubetti di zucca con 2 cucchiai d’olio, il peperoncino e una presa di sale. Mettete il tutto su una piastra e infornate a 240 gradi. Dopo 15 minuti mescolate con una forchetta e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare. Preparate una salsa emulsionando il succo degli agrumi, 2 cucchiai d’olio e un po’ di sale. In una insalatiera piuttosto larga mettete i dadini di zucca, la rucola spezzettata, le mandorle (tritate leggermente con il coltello) e i chicchi di melograno. Condite con la salsa. Un buon antipasto, ma anche una buona cena se accompagnato da pane integrale e una porzione di carote grattugiate.

Risotto al melograno con basmati integrale

2 bicchieri di riso basmati integrale
1 melograno piuttosto grosso
1 cipolla
3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
sale

Il riso basmati integrale è un riso lungo, profumato e di rapida cottura. Si presta molto bene per realizzare piatti insoliti e con accostamenti arditi. Lavate il riso e lasciatelo a bagno in acqua per un’ora. Scolatelo e rimettetelo nella pentola con 3 bicchieri di acqua. Aggiungete un pizzico di sale e fate cuocere a fuoco molto basso e pentola coperta per 20 minuti. Spegnete il fuoco. Sgranate il melograno e ricavatene il succo con uno schiacciapatate (tenete da parte 4 cucchiai di semi integri per decorare). Affettate la cipolla e fatela stufare nell’olio per qualche minuto. Versate il riso sulla cipolla assieme al succo del melograno. Mantenete il fuoco ancora acceso e mescolate molto delicatamente per un minuto. Regolate di sale se necessario. Spegnete, coprite e lasciate riposare per 5 minuti. Servite decorando ogni piatto con i semi.



“La melagrana si apre e lascia venire cento figli”.

Nel Vietnam questa canzone augura fecondità e abbondanza. Per lo stesso motivo gli antichi Romani ornavano il capo delle ragazze che si sposavano con rametti freschi di melograno.  

(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)



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