venerdì 27 febbraio 2015

SEMI OLEOSI ANCHE IN PRIMAVERA



Capodanno è lontano e la primavera alle porte. C’è ancora spazio nella nostra razione alimentare per i semi oleosi? La maggioranza dei nostri concittadini pensa di no. Non per caso i consumi di questi alimenti hanno un picco annuale durante le feste di fine anno per poi ridursi drasticamente. Non va bene. Si tratta di alimenti salutari che, nella giusta quantità, andrebbero consumati giornalmente (o quasi). Uno studio su circa 10mila adulti sani effettuato in Spagna dall’università di Navarra (Public Health Nutrition, 2012 Oct 23:1-9) ha testimoniato che il consumo regolare di noci, mandorle e nocciole riduce il rischio di sviluppare la sindrome metabolica. Che cos’è la sindrome metabolica? È un importante insieme di condizioni cliniche (obesità, aumento dei trigliceridi, della pressione arteriosa e della glicemia a digiuno, colesterolo HDL “buono” troppo basso) che favorisce il manifestarsi di importanti patologie croniche come l’infarto cardiaco, l’ictus, il diabete, alcuni tumori, la demenza, ecc. La ricerca spagnola ha dimostrato che coloro che consumano due o più porzioni a settimana di semi oleosi presentano un rischio di sindrome metabolica ridotto del 32% rispetto a coloro che dichiarano di non consumarne mai.
In pratica, che significa “porzione” e a quale quantità corrisponde? In una dieta bilanciata (cioè basata sul consumo prevalente di alimenti vegetali) devono trovare spazio anche circa 20-30 grammi al giorno di semi oleosi. Noci e mandorle, tra l’altro, ci ricordano la necessità di masticare. E non è poco.


(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)

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