lunedì 2 novembre 2015

DORMIRE: NE VALE LA PENA



Torniamo a parlare del sonno. Ne vale la pena. Anche perché si sta facendo strada l’ipotesi che la proposta di dormire a sufficienza e in modo soddisfacente potrebbe essere fatta ai soggetti a rischio per prevenire patologie importanti e sempre più diffuse come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Lo scrivono a chiare lettere gli autori (Università di Lubecca, Germania) di una revisione di 17 studi (coinvolti 600mila adulti) pubblicata sulla rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology,online 25 Marzo 2014. Negli ultimi anni, la perdita di sonno che caratterizza lo stile di vita delle moderne società si è sempre più dimostrata un fattore in grado di nuocere alla salute metabolica. In particolare un riposo breve, irregolare o di scarsa qualità si associa spesso a obesità o diabete. È stato dimostrato un aumentato rischio di obesità in chi dorme meno di cinque ore al giorno. Risultati analoghi arrivano da studi sui bambini, per i quali la condizione di obesità è correlata ad una durata del sonno sotto le dieci ore al giorno. È da notare che questi risultati hanno mantenuta una loro forte validità anche quando sono state tenute in considerazione e compensate varie condizioni (attività fisica, depressione, consumo di alcol, etnia, istruzione, stato civile ed età) che avrebbero potuto falsare l’affidabilità dei dati. In attesa che ulteriori ricerche portino chiarezza sui meccanismi fisiologici coinvolti, credo che i colleghi medici non sbaglierebbero nel raccomandare a tutti i loro pazienti di dormire almeno 5-6 ore per notte. 

(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)

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