venerdì 8 aprile 2016

DIABETE E TRE HUMMUS




A partire dagli anni ’70 (è del 1978 la riforma che istituisce il Sistema Sanitario Nazionale) e nei due decenni successivi, l’assicurazione sanitaria pubblica è stata ed è (non è chiaro ancora per quanto) un sistema in grado di fornire risposte ai bisogni di ciascuno, a prescindere dalla condizione sociale e dal reddito. Un sistema, beninteso, che sta in piedi se ognuno (come dice la nostra Costituzione) contribuisce a sostenerlo pagando le tasse in proporzione (progressiva) al proprio reddito. Lascio ai lettori il giudizio sull’attuale efficienza del Sistema Sanitario: tante cose sono mutate dal 1978 e perfino il Ministero non è più della Sanità, ma della Salute. Altri cambiamenti sostanziosi sono all’orizzonte. Almeno a giudicare da quello che succede in Germania. Ma anche in Inghilterra e negli USA. Le assicurazioni sanitarie tedesche riducono i prezzi delle polizze a chi ha uno stile di vita salutare mentre negli USA la sanità pubblica mette in fondo alle liste di attesa chi beve, si droga, fuma o mangia male. Negli ospedali inglesi accade lo stesso: viene curato prima chi è “virtuoso”. Sono perplesso. Non è ovviamente in discussione il fatto che, nel bene e nel male, i comportamenti individuali abbiano ricadute anche sulla collettività (secondo i dati dell’Italian Barometer Diabetes Report 2014 nel nostro Paese una persona ogni 20 minuti muore a causa del diabete). Ma non sarebbe meglio puntare più decisamente sulla prevenzione? Il pur lodevole Piano nazionale della prevenzione (Pnp) prevede per il 2014-2018 una spesa annua di 200 milioni di euro mentre il finanziamento pubblico al Sistema sanitario (per assistenza e cure) ha sfiorato nel 2014 i 108 miliardi di euro. 540 volte di più. Invece che lasciarli in fondo alla coda, non sarebbe meglio convincere i 3,6 milioni di diabetici italiani (e gli altri 56 milioni di connazionali) che una attività fisica giornaliera potrebbe migliorare (di molto) e prevenire questa patologia? A voi la risposta.

Ecco tre ricette di una salsa specialissima, adatta per farcire fette di pane integrale tostato. Che, con l’aiuto di qualche foglia di lattuga oppure con verdure cotte (spinaci, coste, cipolla, cavolo), si trasformano in appetitosi tramezzini da consumare durante le prime gite all’aria aperta. Le tre ricette differiscono leggermente (a volte impercettibilmente) per composizione e proporzioni tra i diversi ingredienti. Provate e scegliete la più adatta ai vostri gusti.

Hummus classico

150 g di ceci cotti
1 cucchiaio di tahin
succo di mezzo limone
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
un pizzico di sale

Il tahin è una preparazione ottenuta macinando finemente semi di sesamo leggermente tostati. Se ne ottiene una crema di colore grigio scuro che può sostituire il burro per confezionare e migliorare il gusto di dolci, zuppe, purea di legumi e vari altri alimenti. Frullate assieme tutti gli ingredienti (eventualmente aggiungendo un po’ d’acqua di cottura dei ceci).

Hummus saporito

2 tazze di ceci cotti
3 cucchiai di tahin
2 cucchiai di succo di limone
1 spicchio di aglio
Mezzo cucchiaino di sale
Un cucchiaio di prezzemolo tritato

Frullate i ceci assieme al tahin, al succo di limone, all’aglio e al sale. Arricchite con il prezzemolo tritato.

Hummus piccante

2 tazze di ceci cotti
2 spicchi d'aglio
succo di un limone
1 tazzina di olio extra vergine di oliva
3 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di prezzemolo tritato
Peperoncino (se gradito, ma molto consigliabile)

Frullate i ceci assieme a tutti gli ingredienti. 

(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)


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