lunedì 14 dicembre 2015

CARNE IN TAVOLA PER LE FESTE? MEGLIO DI NO



Molti sono vegetariani o vegani o, comunque, cercano di ridurre la carne a tavola. Con motivazioni diverse. Salutistiche, certamente: la carne, specialmente rossa, è fortemente correlata all’aumento del rischio tumorale, cardiovascolare, metabolico. Ma di sicuro non dimenticando le esigenze di tipo etico: la violenza mortale e le sofferenze inflitte agli animali sono la norma (e non l’eccezione) negli allevamenti industriali.
Da qualche anno si riflette anche sulle conseguenze ambientali delle diverse diete. Un tema spinoso, quello ambientale, perché racchiude in sé questioni non solo relative al paesaggio da preservare, ma attinenti anche all’economia, alla giustizia sociale, alla fame, alla guerra (per l’acqua o per le terre coltivabili, ad esempio), alle migrazioni forzate, ai diritti delle persone.
Viene dunque a proposito uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy ofSciences (Agosto 19, 2014, vol. 111 n. 33) dal quale risultano dati impressionanti. Negli USA, a parità di apporto calorico, la produzione di carne bovina richiede 28 volte più terra, 11 volte più acqua e 6 volte più fertilizzanti (mentre libera 5 volte più gas serra) rispetto alla produzione di altre carni, uova e prodotti caseari. Questi ultimi alimenti, a loro volta, richiedono da due a sei volte le risorse necessarie a produrre grano o riso per un valore calorico equivalente. Si noti che alla produzione di alimenti di origine animale gli Sati Uniti destinano 3,7 milioni di chilometri quadrati di terreno (il 40 per cento della superficie dello stato, circa 12mila metri quadrati a persona), buona parte dei quali utilizzati per la produzione dei mangimi. Che si succhiano anche il 27% di tutte le acque irrigue. La produzione di gas serra da parte degli allevamenti è pari al 20% di quella del settore dei trasporti. Senza contare, ricordano i ricercatori, che la diffusione del modello alimentare statunitense (complice la globalizzazione) esporta non solo l’abitudine deleteria alla bistecca quotidiana, ma anche i relativi problemi. 
Non servono commenti. Ce n’è abbastanza per riflettere in questi giorni spumeggianti.
Ecco un piatto raffinato, che vi farà fare bella figura durante i conviti delle feste di fine anno e che “pesa” molto poco sull’ambiente. Buone Feste.

Verdure gratinate per i giorni di Natale

un cavolfiore piccolo
un broccolo verde
un finocchio
un pezzo di zucca
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
2 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di lievito alimentare in scaglie

Per la besciamella:

100 g di farina semintegrale di frumento
mezzo bicchiere d’olio extra vergine d’oliva
1 litro di latte di avena
una tazza di funghi già spadellati con aglio e prezzemolo
noce moscata
sale

Pulite e lavate le verdure e tagliatele in pezzi omogenei. Sbollentatele per un paio di minuti in acqua leggermente salata, scolatele e fatele sgocciolare.
Dedicatevi alla besciamella. Mettete in una pentola l’olio e versatevi anche la farina. Accendete il fuoco e, mescolando con un cucchiaio di legno, dovrete ottenere una crema liscia. Aggiungete poco alla volta il latte di avena, man mano che la besciamella si addensa. Insaporite con sale e noce moscata, unite i funghi e, con l’aiuto di un frullatore ad immersione, riducete il tutto in una crema profumata. Accomodate le verdure in una pirofila unta, copritele con la besciamella e completate con una spolverata di pane grattugiato e lievito. Condite con un cucchiaio d’olio e mettete nel forno a 200 gradi per 15 minuti. Lasciate intiepidire prima di gustare. Si può preparare in anticipo e riscaldare a 150 gradi per 15 minuti prima di portarlo in tavola.

(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)


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