giovedì 19 marzo 2015

ATEROSCLEROSI: IL RISCHIO STA NELLO STILE


Uno studio condotto su coppie di gemelli dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con le università di Roma, Padova e Perugia e con il coinvolgimento della Semmelweis University di Budapest (attraverso la quale sono state arruolate coppie di gemelli anche in Ungheria e negli Stati Uniti) ha verificato che nell’origine dell'aterosclerosi i fattori ambientali (cioè lo stile di vita) hanno un peso maggiore rispetto alla componente ereditaria. Secondo Emanuela Medda, ricercatrice dell'ISS, con questo studio si è accertato che nell’incremento dello spessore e della rigidità della parete dei grossi vasi sanguigni (si tratta di indicatori precoci di una disfunzione della parete) le cause più importanti non sono quelle genetiche, ma quelle ambientali. In altre parole, i comportamenti legati agli stili di vita come la dieta, il fumo e l'attività fisica sono molto più importanti dell’eventuale predisposizione genetica. Il fatto di aver arruolato per questa ricerca delle coppie di gemelli (che condividono dal 50 al 100% del patrimonio genetico) ha consentito di stabilire con precisione l'influenza dei geni e, rispettivamente, dell'ambiente sul manifestarsi di un certo processo patologico.
Questi studi sono indubbiamente un segno di speranza, perché mantengono aperta la possibilità per ognuno (anche per chi, ad esempio, avesse avuto in famiglia già qualche caso di infarto cardiaco o di ictus) di ridurre il proprio rischio. Adottando a tempo debito uno stile di vita adeguato, invece di adagiarsi fatalisticamente sulla troppo comoda poltrona della “famigliarità” e della “genetica”.


(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)


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