Uno studio condotto su coppie di gemelli dall'Istituto Superiore di Sanità
(ISS) in collaborazione con le università di Roma, Padova e Perugia e con il
coinvolgimento della Semmelweis University di Budapest (attraverso la quale sono
state arruolate coppie di gemelli anche in Ungheria e negli Stati Uniti) ha
verificato che nell’origine dell'aterosclerosi i fattori ambientali (cioè lo
stile di vita) hanno un peso maggiore rispetto alla componente ereditaria. Secondo
Emanuela Medda, ricercatrice dell'ISS, con questo studio si è accertato che nell’incremento
dello spessore e della rigidità della parete dei grossi vasi sanguigni (si
tratta di indicatori precoci di una disfunzione della parete) le cause più
importanti non sono quelle genetiche, ma quelle ambientali. In altre parole, i comportamenti
legati agli stili di vita come la dieta, il fumo e l'attività fisica sono molto
più importanti dell’eventuale predisposizione genetica. Il fatto di aver arruolato
per questa ricerca delle coppie di gemelli (che condividono dal 50 al 100% del
patrimonio genetico) ha consentito di stabilire con precisione l'influenza dei
geni e, rispettivamente, dell'ambiente sul manifestarsi di un certo processo
patologico.
Questi
studi sono indubbiamente un segno di speranza, perché mantengono aperta la
possibilità per ognuno (anche per chi, ad esempio, avesse avuto in famiglia già
qualche caso di infarto cardiaco o di ictus) di ridurre il proprio rischio. Adottando
a tempo debito uno stile di vita adeguato, invece di adagiarsi fatalisticamente
sulla troppo comoda poltrona della “famigliarità” e della “genetica”.
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