giovedì 12 aprile 2012

E' URGENTE TORNARE A CUCINARE


È urgente, a mio avviso, tornare a cucinare. Coinvolgendo i bambini e i ragazzi in questa esperienza. I ritmi travolgenti della vita odierna lasciano sempre meno tempo per questa attività basilare per la salute, la realizzazione personale e la socialità. Mentre aprono, al contrario, spazi amplissimi per l’industria alimentare che, con il formidabile ausilio della pubblicità, cerca di convincerti che i risotti disidratati, le creme di verdure in scatola, gli ortaggi saltati e surgelati, i concentrati per brodo siano stati preparati proprio per te, per venire incontro alle tue esigenze, per migliorare la qualità della vita. Sappiamo tutti che queste sono frottole, che se uno non ha più il tempo e la voglia (o semplicemente la capacità) di prepararsi una crema di zucca significa soltanto che la qualità della sua vita (e della sua salute) è probabilmente molto scaduta. Siamo anche convinti che non è certo la possibilità di acquistare la crema di zucca in un brik multicolore al supermercato che può mettere rimedio a questa situazione.
C’è poi un’altra questione che mi preoccupa.
Si sta silenziosamente realizzando una colossale perdita di competenze e di abilità manuali, indispensabili per cucinare piatti gradevoli e salutari. In moltissimi casi, i nostri figli non hanno più la capacità di preparare un pranzo o una cena dignitosi. Se non, nei casi migliori, limitandosi a pietanze basilari e semplicissime come spaghetti all’olio crudo o al burro e formaggio, patate lessate, lattuga (magari acquistata già lavata e spezzettata!). Oltre c’è il buio assoluto. Provate a chiedere ai ragazzi e ai giovani (maschi e femmine) di preparare una polenta di mais oppure dei ravioli con ripieno di zucca o di radicchio. Non caverete un ragno dal buco. Loro si affidano con naturalezza e senza farsi nessun problema ai prodotti del signor Giovanni R. che, per quanto simpatico, non può certo sfornare ravioli e tortellini che possano competere in bontà e freschezza con quelli preparati in casa con le vostre mani.
Ecco, proprio delle mani si tratta. Di recuperare l’uso delle dieci dita. Molti sono diventati incapaci di portare in tavola ogni giorno un pasto semplice senza aprire barattoli, scatole o buste di surgelati. O di cucinare dolci genuini per i figli o i nipoti. E perfino di coltivare non dico lattughe e pomodori, ma almeno le erbe aromatiche in vaso che servono in cucina. Io insisto a proporre ricette. Anche se faccio un altro mestiere. Perché mi stanno a cuore le vostre dieci dita.
A proposito di bambini e di ragazzi, ecco una preparazione nella quale i più giovani si possono cimentare senza problemi (naturalmente con la discreta supervisione di un adulto, soprattutto per la cottura del semolino).

Tartufi al cacao


170 grammi di semolino di frumento
Un litro di latte di avena
3 cucchiai di miele
50 g di uvetta
50 g di mandorle
50 g di cacao amaro in polvere
Un pizzico di sale

Riscaldate il latte vegetale e, quando inizia a bollire, fate una polentina un po’ consistente con il semolino, aggiungete l'uvetta e un pizzico di sale. Mescolate per circa 15 minuti a fuoco molto basso. Spegnete e lasciate intiepidire. Aggiungete il miele e le mandorle tritate grossolanamente. Lavorate ancora l'impasto per amalgamare bene tutto. Raccogliete una cucchiaiata di impasto e con il palmo della mano bagnato in acqua fredda formate delle palline grosse come una noce, di forma regolare. Passate ogni pallina nella polvere di cacao. Inserite ogni tartufo in uno stampino di carta per dolci e, prima di mangiarli, metteteli per qualche ora in frigorifero.

(Da Paolo Pigozzi, Vita e Salute, Edizioni ADV)

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