martedì 16 febbraio 2021

Ricevo e rispondo.


Vorrei avere alcuni chiarimenti sulle proprietà del peperoncino, spesso considerato fonte di mirabolanti benefici. Che cosa c’è di vero? 

 

Secondo la tradizione popolare, molte patologie come arteriosclerosi, infarti, emorroidi, ulcere, ragadi, ipercolesterolemia, varici, trombosi sarebbero influenzate favorevolmente da questa solanacea. Conferme scientifiche suggeriscono che effettivamente il peperoncino, grazie probabilmente alla sua ricchezza di carotenoidi e al notevole contenuto di sostanze antiossidanti e di vitamine C ed E (presente quest’ultima soprattutto nei semi), contribuisce alla prevenzione di diverse patologie cronico-degenerative. Tuttavia, non è ancora stata identificata la dose giornaliera necessaria in caso di impiego terapeutico. Una dose in polvere che dovrebbe variare, in relazione ai diversi ricercatori e alle diverse esperienze, da 1 fino a 5-8 g al giorno. Quantitativi, questi ultimi, certamente da collocarsi non più nell’ambito della gastronomia, ma della vera e propria farmacologia. In ogni caso, negli ultimi decenni si sono moltiplicati gli studi su questo alimento con risultati che spesso hanno dato fondamento scientifico almeno ad alcune indicazioni. Per esempio, il peperoncino piccante è un’ottima fonte di sostanze antiossidanti, il cui consumo è associato a una riduzione del rischio tumorale: flavonoidi, acidi fenolici, carotenoidi, vitamina A, C, tocoferoli, capsaicina e diidrocapsaicina (responsabili della piccantezza del vegetale). Gli estratti di peperoncino esercitano (su cellule in vitro) un evidente effetto di rallentamento dello sviluppo cellulare. È doveroso d’altra parte segnalare anche i risultati di uno studio che rivela un certo aumento del rischio di cancro gastrico legato invece proprio al suo eccessivo consumo (European Journal of Cancer Prevention 2000 Apr.9(2):89-97). E ancora. L’inserimento del peperoncino nella dieta sembra incidere in modo significativo su diversi aspetti del metabolismo, aumentando il consumo di energia, ma solamente per la prima mezz’ora dopo il pasto. Oppure, riducendo in modo significativo l’appetito e il consumo di proteine, carboidrati e grassi in quello successivo. Per i processi digestivi, uno studio di diversi anni fa ha dimostrato che il consumo di peperoncino esercita una chiara protezione contro lo sviluppo dell’ulcera gastrica; mentre altri ricercatori hanno documentato un effetto protettivo sulla mucosa gastrica durante l’assunzione di aspirina. Infine, uno studio italiano del 2002 (pubblicato su Alimentary Pharmacology & Therapeutics) dimostrò l’utilità del consumo giornaliero di 2,5 g di peperoncino in polvere per 5 settimane, per ridurre le difficoltà digestive in pazienti senza reflusso gastroesofageo e senza colon irritabile. Occorre tuttavia precisare che l’esperienza clinica non sempre coincide con questi risultati e il consumo di peperoncino è spesso sconsigliato e sconsigliabile nei soggetti con disturbi digestivi.

venerdì 5 febbraio 2021

SCIROPPO DI GLUCOSIO IN PIZZERIA


E' uscito sull'ultimo numero della rivista BIOLCALENDA un mio articolo su cosa può accadere se in pizzeria non si trascurano le etichette.  Lo potete leggere qui.

lunedì 1 febbraio 2021

INTEGRATORI E SISTEMA IMMUNITARIO: SPESSO E' MEGLIO DI NO

Sul Fatto Quotidiano Magazine un mio articolo sulla relazione tra consumo di integratori e funzionamento del sistema immunitario. Lo potete leggere qui.