lunedì 25 settembre 2017

BAMBINI E OBESITA'


Chi può, vada a ritrovare la propria immagine in qualcuna delle foto che un tempo era (bella) usanza fare a tutta la classe, fiocchi, grembiuli e maestra compresi: rispetto ai bambini e ai ragazzi odierni, quelli di qualche decennio fa avevano mediamente una statura e un peso più contenuti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segue da tempo con preoccupazione un fenomeno che si sta verificando su scala mondiale: l’aumento rapido e consistente dell’obesità. Un fenomeno che coinvolge prima di tutto le popolazioni, anche infantili, delle aree industrializzate, ma che si allarga anche ai cosiddetti paesi in via di sviluppo. A livello mondiale, si stima che l’obesità sia aumentata del 50% in un periodo di soli 7-10 anni. Secondo l’OMS, l’attuale epidemia di obesità (il cui aspetto più preoccupante è il fatto che interessa sempre di più anche i bambini) è associata al passaggio verso uno stile di vita “industrializzato”. Un concetto, questo, che comprende, com’è evidente, non solo il tipo di lavoro, ma anche le abitudini alimentari, la produzione stessa del cibo, il modello di divertimenti, la frequenza degli spostamenti, i mezzi di trasporto, il tipo di abitazioni, ecc.

L’obesità riduce l’aspettativa di vita
L’impatto sull’organismo umano di tutte queste radicali trasformazioni ha prodotto e produce anche malattie. L’obesità è in effetti una malattia la quale, a sua volta, favorisce il manifestarsi di numerose altre patologie come il diabete, le cardiopatie, alcuni tumori, l’artrosi, le demenze, ecc. E questo è tanto più vero quanto più sono i bambini e gli adolescenti ad essere obesi. C’è infatti già chi si sbilancia nel prevedere che l’epidemia di obesità infantile ridurrà la vita media dei nostri ragazzi.
Sembra che l’aspettativa di vita, almeno nei paesi industrializzati, debba crescere indefinitamente: qualcuno addirittura prevede che entro pochi decenni l’aspettativa di vita, attualmente attorno ai 78-82 anni, possa arrivare tranquillamente vicino ai 100. Dati recenti suggeriscono invece che, anche a causa del rapido aumento dell’obesità infantile, l’aspettativa di vita media sia attualmente per i ragazzi già ridotta di 4-9 mesi e che nei prossimi anni l’inversione possa essere anche più sostenuta (2-5 anni in meno).

Quali le cause?
Un fenomeno così generalizzato e in rapida evoluzione non è evidentemente giustificabile con la semplice mancanza di buona volontà o la carenza di autocontrollo delle persone. Oppure con cambiamenti genetici sfavorevoli. In realtà, le cause reali dell’epidemia di obesità sono almeno due: l’alimentazione industrializzata e la mancanza di attività fisica. Il metodo industriale di produzione e di trasformazione degli alimenti produce cibi che sono quasi sempre impoveriti nella loro composizione e depauperati di sostanze preziose per la salute. Si pensi ai cereali e agli sfarinati troppo raffinati, senza fibre, germe e minerali; allo zucchero bianco, senza vitamine e oligoelementi; allo scatolame e ai prodotti conservati in genere, totalmente privi di flora batterica; ecc.
L’attività fisica, poi, è in molti casi (specialmente nell’infanzia) quasi totalmente assente, complici anche il tempo passato davanti alla televisione e ai videogiochi. Un rapporto pubblicato nel 2004 sulla rivista Journal of Adolescence testimonia che, per i bambini tra 1 e 12 anni, esiste un rapporto diretto tra il peso corporeo e il tempo dedicato ai giochi elettronici.
Secondo gli esperti (uno studio a questo proposito è stato pubblicato nel novembre 2004 sulla versione online della rivista scientifica British Medical Journal), un altro elemento poco confortante è costituito dal fatto che i genitori dei bambini obesi sono, nella maggioranza dei casi, inconsapevoli del problema dei loro figli. Il 57% dei padri (e un terzo delle madri) ritiene che il peso dei loro figli obesi (soprattutto se maschi) sia “normale”. Solo un 25% di questi genitori accenna a qualche forma di preoccupazione per la condizione dei propri figli.

Che fare?
È assai importante che le scelte alimentari dei bambini (ma anche dei loro genitori) privilegino alimenti di qualità e il più possibile integri nella loro composizione. A questo proposito, è opinione fondata che la qualità degli alimenti sia grandemente influenzata, tra l’altro, da due elementi:
  • La vicinanza spazio-temporale tra il momento della produzione e il momento del consumo che garantisce, oltre al sapore del cibo, anche l’integrità del suo patrimonio nutrizionale e l’assenza di additivi e conservanti. In questo senso l’orto, il pollaio, il frutteto sono veramente preziosi. 
  • La preparazione casalinga di diversi cibi (nella quale è spesso possibile coinvolgere anche i bambini e i ragazzi) che, oltre ad assicurare risultati organolettici eccellenti, riduce di fatto la presenza del prodotto industriale sulle nostre tavole. Si pensi, da questo punto di vista alle marmellate, allo yogurt, alla pasta, ai crauti, alle olive in salamoia, al pane, al minestrone, alla maionese, ecc.
Per quanto riguarda l’attività fisica, ai ragazzi vanno garantite almeno due possibilità:

  • Andare regolarmente a scuola a piedi.
  • Uno spazio verde dove poter correre, arrampicarsi, esplorare, ecc. 

martedì 12 settembre 2017

BISCOTTI MANDORLE E CIOCCOLATO (PER CICLISTI, MA NON SOLO)

E' uscito il nuovo numero di RUOTALIBERA, la bella rivista dell'associazione FIAB-Amici della Bicicletta di Verona, di cui sono socio. Oltre a tanto altro, a pagina 17 trovate la mia ricetta per eccellenti biscotti, buonissimi anche se senza zucchero e studiati per evitare indesiderati sbalzi glicemici. Durante una pedalata, ma anche a scuola o in ufficio. In ogni caso, buone pedalate.