lunedì 27 gennaio 2020

ANTIBIOTICORESISTENZA E DIETE


Nel 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le nuove linee guida per l’impiego degli antibiotici negli animali da allevamento. Embè, dirà qualcuno, che c’entriamo noi, sarà un problema degli allevatori e dei veterinari. E invece è una questione che ci tocca di vicino. Come consumatori, come (possibili) ammalati, come esseri umani.  
Si calcola che l'80% degli antibiotici venga somministrato agli animali allevati. Soprattutto per accelerarne la crescita.
Il problema è che l’uso eccessivo e improprio degli antibiotici negli animali (e negli esseri umani) contribuisce fortemente ad aggravare la minaccia dell’antibioticoresistenza.
Lo testimonia un ampio studio pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health (Volume 1, No. 8, e316–e327, November 2017), studio che ha costituito la base per il documento dell’OMS.
L’invito pressante dell’OMS è di non utilizzare gli antibiotici per promuovere la crescita e per prevenire le malattie negli animali sani, in modo che questi importantissimi farmaci mantengano una loro efficacia per la medicina e la terapia in ambito umano. Alcuni tipi di batteri che causano infezioni gravi negli esseri umani hanno già sviluppato una resistenza alla maggior parte o a tutti i trattamenti disponibili, mentre la ricerca di nuovi farmaci in questo campo non è, al momento, promettente. L’antibioticoresistenza produce già oggi ricoveri più lunghi, aumento dei costi sanitari e maggiore mortalità.
Il documento dell’OMS è prodigo di indicazioni e suggerimenti sensati rivolti agli individui, ai responsabili politici, ai medici e ai veterinari, ai decisori politici, all’industria farmaceutica, agli allevatori e agli agricoltori. Tuttavia, il mio modesto parere è che ci troveremo fra qualche anno a confrontarci con le conseguenze sempre più gravi di un problema non risolto. Afferma l'Oms: "Il volume degli antibiotici utilizzati negli animali continua ad aumentare in tutto il mondo, guidato da una crescente domanda di alimenti di origine animale, spesso prodotti con grandi allevamenti". Ecco, il punto mi sembra proprio questo: gli allevamenti. È proprio questa modalità di produrre cibo che genera giganteschi problemi, dall’antibioticoresistenza ai danni ambientali fino agli squilibri della dieta consentiti anche dalla enorme disponibilità di alimenti di origine animale a basso costo (per il consumatore finale, ma non per l'ambiente e per l’umanità). 
Se fossi un esperto dell’OMS mi batterei per promuovere con forza le diete basate sui vegetali (vegetariane e vegane), probabilmente la soluzione più appropriata per parecchie emergenze, compresa l’antibioticoresistenza. 

mercoledì 15 gennaio 2020

CEREALI INTEGRALI OGNI GIORNO


“Repetita iuvant” dicevano i latini. Cioè “le cose ripetute aiutano”. Che il consumo dei cereali integrali sia benefico per l’organismo non è certo una novità. In effetti, i benefici che derivano dal consumo regolare di cereali integrali (in cui sono mantenuti il germe e gli strati esterni del chicco, ricchi di fibre, minerali, vitamine e altri composti ad azione protettiva) trovano sempre maggiori conferme. Nessuna novità dunque. Tuttavia ci torniamo sopra, perché la questione è veramente fondamentale per il nostro benessere. I dati di cui disponiamo questa volta sono importanti. Nel 2017 è stata pubblicata l’analisi dei dati relativi a oltre un milione di adulti e anziani, uomini e donne, con abitudini di consumo molto diverse, seguiti per almeno 4 e fino a un massimo di 26 anni (European Journal of Clinical Nutrition, 2017 Nov 1).
È risultato evidente che i consumi più elevati di cereali integrali (più di 180 grammi al giorno nei maggiori consumatori) hanno prodotto una riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause, della specifica mortalità cardiovascolare e di quella per tumori.
In particolare, ogni incremento di 28 g del consumo giornaliero di cereali integrali riduceva il rischio di mortalità totale mediamente del 9%, mentre diminuiva del 14% la mortalità cardiovascolare e del 3% quella per tumore. Cosa portiamo a casa da questi dati? Semplice: ogni pasto (colazione, pranzo, cena) per essere equilibrato e salutare dovrebbe contenere una porzione di cereali integrali (pane, pasta, riso, miglio, fiocchi di avena, crema di cereali, ecc.).