venerdì 29 giugno 2012

PEPERONCINO

Segnalo a chi è interessato che la pagina di questo blog A TAVOLA CON I NOSTRI RAGAZZI è stata aggiornata con un post sul Peperoncino.

martedì 26 giugno 2012

BASTA VOLERLO


Non è facile, a volte, far mangiare frutta e verdure ai bambini.
I genitori e gli educatori (benemerite le maestre elementari che si spendono per l’educazione dei loro alunni anche quando sono a tavola!) sono spesso tentati di scoraggiarsi. Eppure, un po’ di energie spese anche in questo campo possono produrre risultati incoraggianti. Sentite, ad esempio, che cosa hanno saputo realizzare in un asilo di Bangkok (Thailandia). Ai bambini che hanno partecipato ad uno studio pilota durato otto settimane (Nutrition & Dietetics, 2010; 67(2):97-101) sono state proposte varie attività che avevano come oggetto i vegetali: la semina delle piantine, alcune prove di assaggio, la possibilità di manipolarli in cucina e perfino la visione di cartoni animati con personaggi che mangiavano carote, mele, spinaci, ecc. Naturalmente, sono stati coinvolti anche i genitori, ai quali è stata inviata una lettera per informarli del progetto della scuola ed un invito ad incoraggiare i figli a consumare frutta e verdura. Alla fine dell’esperienza, tutti i bambini avevano aumentato significativamente il consumo giornaliero di frutta, passato da 53 a 77 g (+45%) e di verdura da 11 a 23 g (+110%). Non solo: sono aumentati anche i differenti tipi di verdura consumati (passati da due a quattro).
Una splendida dimostrazione che l’avversione dei bambini nei confronti dei vegetali (vera o presunta che sia) non è immutabile, ma può essere trasformata. Basta volerlo.
(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

giovedì 21 giugno 2012

SE LA PIZZA (AL TAGLIO) NON LA DIGERITE


Ecco un piatto che, con il grande caldo di questi giorni, va preparato al mattino presto. Ne avrete in cambio una giornata libera dai fornelli e la possibilità di pranzare o cenare con tranquilllità e gusto, senza dipendere dalla solita (e unta) pizza al taglio. Si tratta di una eccellente preparazione della cucina turca (che i greci chiamano però “crema di melanzane alla greca”…). Spalmata con abbondanza su fette di pane integrale, può costituire un aperitivo squisito oppure, accompagnata da una ciotola di verdure crude miste, un pasto appetitoso e leggero. La cucina del Medio Oriente è spesso una mescolanza delle abitudini dei popoli che hanno lasciato qui le loro tracce: arabi, turchi, greci, persiani, palestinesi, ecc. Nessuna meraviglia, dunque, che preparazioni simili a questa, magari con altri nomi, si trovino anche in altre tradizioni culinarie.

Crema di melanzane alla turca

2 melanzane grosse
2 cipolline
Uno spicchio d’aglio
5 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
Un limone
2 cucchiai di prezzemolo tritato
Peperoncino in polvere (se gradito)
Sale

 
Bucherellate le melanzane e mettetele in forno a 180 °C per 40 minuti o più, finché potrete facilmente bucarle con uno stuzzicadenti. Tagliatele a metà e con un cucchiaio togliete la polpa e riducetela in poltiglia. In una ciotola unite la polpa di melanzane, l’olio, il succo del limone, la cipolla e l’aglio tritati finemente, il prezzemolo, il peperoncino e il sale. Mescolate accuratamente e lasciate in frigorifero qualche ora. Servite la crema spalmata abbondantemente su fette di pane integrale e accompagnate con insalata verde.

(Dal mio libro LA DIETA DEL CUORE, Edizioni ADV, Firenze) 


venerdì 15 giugno 2012

FAGIOLI FRESCHI E LOCALI


Filiera corta, km zero, cibo locale. Ne avrete senz’altro sentito parlare. Un’altra moda, dirà qualcuno. Non proprio, a mio parere. Tant’è vero che a casa ormai da tempo (anche se progressivamente) facciamo la spesa tenendo conto di questi criteri. È vero: la verdura, i cereali, l’olio, i detersivi, la pasta, le farine, le scarpe non sono più in un unico punto vendita (un supermercato bello e grosso, anzi un ipermercato, addirittura una Città Mercato completa, dove ci puoi perfino passare i giorni di festa…). Qualche giro in più lo dobbiamo fare: il contadino vicino ci fornisce le primizie appena colte, il mulino che macina a pietra e lavora solo granaglie biologiche ci dà ottime farine, i gruppi di acquisto solidale (GAS) ai quali aderiamo sono preziosi per la pasta e per qualche formaggio (ma anche per le pizze e perfino per le scarpe), lo spaccio della più grossa cooperativa italiana di agricoltori biologici è prodigo di frutta e ortaggi freschissimi e a prezzi concorrenziali. Tutto questo (lieve) impegno produce alcuni vantaggi non trascurabili:

1. abbiamo la possibilità di consumare cibo prodotto vicino a noi, raccolto poco prima del consumo e quindi più saporito e salutare;
2. sorreggiamo lo sforzo dei piccoli contadini di salvaguardare le varietà locali di frutta, verdure, legumi e cereali, quella preziosa biodiversità che ci dona cibi più gustosi e resistenti alle avversità e che, tra l’altro, consentirà al mondo vegetale di adattarsi ai cambiamenti climatici in arrivo;
3. sosteniamo il reddito delle piccole aziende agricole e diamo fiducia ai giovani che si vogliono impegnare nella coltivazione della terra e nella cura dell’ambiente;
4. diamo la nostra adesione a imprese economiche che spesso costituiscono una occasione di impegno e lavoro per persone disoccupate o in condizioni di svantaggio sociale;
5. abbiamo la possibilità di fare due chiacchiere mentre si fanno gli acquisti e, spesso, di guardare negli occhi chi ha lavorato per produrre il nostro cibo: non è retorica, ma una preziosa occasione che rinsalda la indispensabile fiducia e stima reciproche (e impossibile da realizzare in un qualsiasi supermercato); in ogni caso, la spesa si tramuta sovente in un incontro tra persone (il che, di questi tempi, mi pare in ogni caso apprezzabile)
6. da ultimo, risparmiamo.

Tra gli alimenti di stagione trovate in questo periodo i fagioli freschi. Per portarli in tavola non aspettate l’autunno. I legumi freschi sono rapidi da cuocere e vi consentono di mettere nel piatto cibo saziante, gradevole e poco calorico, perfetto per le giornate calde di questi mesi. Provate questa gustosa ricetta, tipica della mia regione.

Fagioli freschi in salsa alla veneta

500 g di fagioli freschi sgranati
mezzo bicchiere di olio extra vergine d’oliva
uno spicchio d’aglio
un cucchiaio di prezzemolo tritato
un bicchiere di aceto di mele
un pizzico di cannella
sale
peperoncino

Fate lessare i fagioli in acqua leggermente salata e aromatizzata con alloro. Lasciateli raffreddare nel loro liquido e poi scolateli. In un tegame mettete l’olio, il prezzemolo e l’aglio tritato. Appena l’olio è caldo, versate l’aceto, aggiungete il sale, la cannella e il peperoncino e fate cuocere a fuoco molto basso per una decina di minuti. Mettete i fagioli scolati in una terrina, conditeli con la salsa e fateli riposare al fresco per almeno due ore prima di consumarli. Sono perfetti accompagnati semplicemente da un’insalatina verde fresca e da un paio di fette di pane integrale. Buona estate. Anche a tavola. 

(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

lunedì 11 giugno 2012

LA CILIEGIA PER GLI STITICI (E PER I GOLOSI)

L’azione lassativa della ciliegia è quasi proverbiale. Per questo una prima colazione a base di ciliegie è indicata a tutti coloro che soffrono di stitichezza. È ottima anche per i sofferenti di dolori articolari, per i grandi mangiatori, gli obesi e i gottosi grazie alla sua capacità di promuovere, attraverso un deciso stimolo diuretico, un vero e proprio rinnovamento del sangue e dei liquidi organici. 




Ciliegie cotte alla cannella
Un kg di ciliegie mature
1 cucchiaio di zucchero di canna
mezzo bastoncino di cannella
la scorza di mezzo limone
un bicchiere di succo d’uva rosso (o di mela)
un bicchiere d’acqua

Lavate le ciliegie, togliete il gambo e mettetele, assieme a tutti gli altri ingredienti, in una pentola di acciaio. Fate cuocere a fuoco basso per un’ora o poco meno. Lasciatele raffreddare prima di consumarle. Sono ottime anche per accompagnare un gelato, una tazza di yogurt oppure qualche biscotto. 

(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute

mercoledì 6 giugno 2012

LIMONATA


Sono arrivati i mesi delle bevande. E sono iniziate da tempo le grandi manovre su acque minerali e due tipologie di bevande indirizzate principalmente ad adolescenti e giovani adulti: “energy drink” e “sport drink”. Le prime sono miscele di acqua, zucchero, minerali e aromi, integrate con quantità significative di caffeina e taurina, due sostanze che stimolano il sistema nervoso. Le seconde (la composizione è analoga, ma senza gli stimolanti) sono amate da chi pratica attività sportiva e desidera “reintegrare” le perdite energetiche e minerali. A parte il costo (non lieve, se ne analizziamo la composizione), arriva dal mondo scientifico qualche preoccupazione: il consumo regolare di “energy drink” e di “sport drink” comporta un significativo aumento della pressione e della frequenza cardiaca e indebolisce sensibilmente lo smalto dei denti. Buoni motivi per proporre a giovani e adulti una antica, sperimentata e dissetante limonata. Se non ricordate come si prepara, eccovi una ricetta:

7 limoni biologici
mezzo litro d'acqua
4 cucchiai di miele d'acacia
12 foglie fresche di menta
qualche cubetto di ghiaccio

Spremete 6 limoni, aggiungete mezzo litro d’acqua, il miele e le foglie di menta. Lavate e affettate il limone rimasto e aggiungetelo alla preparazione. Mettete in frigorifero per 2-3 ore. Servite diluendo con altra acqua e con qualche cubetto di ghiaccio aggiunto nel bicchiere.

(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute)

venerdì 1 giugno 2012

I LEGUMI, DA AMARE

I legumi (soia, piselli, fagioli, ceci, fave, lenticchie, lupini, ecc.) sono coltivati e consumati giornalmente in tutto il mondo. Nei paesi industrializzati l’uso di questi alimenti si è progressivamente ridotto negli ultimi decenni. In Italia, per esempio, negli ultimi 60-70 anni il loro consumo medio giornaliero è diminuito parecchio, passando da circa 50 g a testa agli attuali 20 g (Inran 2005).
Al contrario, in molte altre regioni (Africa, India, America centrale) la presenza dei legumi nella dieta è ancora molto consistente e può arrivare fino a 150-300 g giornalieri.

Alla base dei piatti tradizionali
Molto spesso, i legumi sono consumati insieme ai cereali in preparazioni tradizionali che ancora oggi caratterizzano la gastronomia italiana e quella della maggior parte della popolazione mondiale. Se nel nostro paese si mangiano da sempre pasta e fagioli, pasta e ceci, «risi e bisi» (minestra veneta di riso e piselli), polenta e fagioli, minestrone di orzo e lenticchie, «maccu» (una deliziosa purea grossolana di fave e pasta o pane), in giro per il mondo si consumano tortillas di mais con fagioli in America, riso e lenticchie in India, purea di mais, piselli e patate in Africa, ecc. Questa speciale combinazione di cereali e legumi è così diffusa perché migliora decisamente il valore proteico del piatto e consente quindi di mantenere un buon equilibrio nutrizionale anche a chi non ha a disposizione una quantità sufficiente di proteine animali. Senza contare che, dalle nostre parti, un piatto di cereali e legumi consumato al posto di bistecche, formaggi o uova consente di ridurre facilmente (e golosamente) quel pericoloso eccesso di proteine animali che caratterizza la nostra dieta usuale.

Il contenuto nutrizionale
Nei legumi troviamo in effetti proteine in buona quantità (quelli secchi ne contengono dal 20 al 37%). I legumi contengono anche minerali importanti come magnesio, ferro, calcio e vitamine del gruppo B. Le fibre, che prevengono stitichezza, diverticoli intestinali, emorroidi, varici, diabete e, non dimentichiamolo, anche le malattie cardiovascolari, sono contenute nei legumi in una buona quantità: dal 13% dei ceci fino al 21% delle fave. Numerose ricerche (tra le tante, una recente si trova su Circulation 17 febbraio 2009) hanno inoltre confermato che una modesta quantità di legumi, consumata con regolarità, può contribuire a prevenire e a curare parecchie patologie come obesità, diabete, aumento del colesterolo nel sangue, ipertensione arteriosa, osteoporosi, alcuni tumori. Non per niente i legumi sono uno degli alimenti che da tempo sono costantemente inseriti nelle linee guida dell’alimentazione preventiva.

Hummus di ceci
2 tazze di ceci cotti
3 cucchiai di tahin (crema di sesamo)
2 cucchiai di succo di limone
uno spicchio di aglio
mezzo cucchiaino di sale
un cucchiaio di prezzemolo tritato
acqua di cottura dei ceci q.b.

Frullate i ceci assieme al tahin, al succo di limone, all’aglio e al sale. Aiutatevi con qualche cucchiaio di acqua di cottura dei ceci per ottenere una crema densa e morbida. Arricchite con il prezzemolo. Servite la crema accompagnando con triangolini di pane integrale tostato e carote e sedano a bastoncino.

(Dal mio libro LA DIETA DEL CUORE, Edizioni ADV, Firenze)