Chi può, vada a ritrovare la propria immagine in qualcuna
delle foto che un tempo era (bella) usanza fare a tutta la classe, fiocchi,
grembiuli e maestra compresi: rispetto ai bambini e ai ragazzi odierni, quelli
di qualche decennio fa avevano mediamente una statura e un peso più contenuti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segue da tempo
con preoccupazione un fenomeno che si sta verificando su scala mondiale:
l’aumento rapido e consistente dell’obesità. Un fenomeno che coinvolge prima di
tutto le popolazioni, anche infantili, delle aree industrializzate, ma che si
allarga anche ai cosiddetti paesi in via di sviluppo. A livello mondiale, si
stima che l’obesità sia aumentata del 50% in un periodo di soli 7-10 anni. Secondo
l’OMS, l’attuale epidemia di obesità (il cui aspetto più preoccupante è il
fatto che interessa sempre di più anche i bambini) è associata al passaggio
verso uno stile di vita “industrializzato”. Un concetto, questo, che comprende,
com’è evidente, non solo il tipo di lavoro, ma anche le abitudini alimentari,
la produzione stessa del cibo, il modello di divertimenti, la frequenza degli
spostamenti, i mezzi di trasporto, il tipo di abitazioni, ecc.
L’obesità riduce l’aspettativa di vita
L’impatto sull’organismo umano di tutte queste radicali
trasformazioni ha prodotto e produce anche malattie. L’obesità è in effetti una
malattia la quale, a sua volta, favorisce il manifestarsi di numerose altre
patologie come il diabete, le cardiopatie, alcuni tumori, l’artrosi, le
demenze, ecc. E questo è tanto più vero quanto più sono i bambini e gli
adolescenti ad essere obesi. C’è infatti già chi si sbilancia nel prevedere che
l’epidemia di obesità infantile ridurrà la vita media dei nostri ragazzi.
Sembra che l’aspettativa di vita, almeno nei paesi
industrializzati, debba crescere indefinitamente: qualcuno addirittura prevede
che entro pochi decenni l’aspettativa di vita, attualmente attorno ai 78-82
anni, possa arrivare tranquillamente vicino ai 100. Dati recenti suggeriscono
invece che, anche a causa del rapido aumento dell’obesità infantile,
l’aspettativa di vita media sia attualmente per i ragazzi già ridotta di 4-9
mesi e che nei prossimi anni l’inversione possa essere anche più sostenuta (2-5
anni in meno).
Quali le cause?
Un fenomeno così generalizzato e in rapida evoluzione non è
evidentemente giustificabile con la semplice mancanza di buona volontà o la
carenza di autocontrollo delle persone. Oppure con cambiamenti genetici
sfavorevoli. In realtà, le cause reali dell’epidemia di obesità sono almeno
due: l’alimentazione industrializzata e la mancanza di attività fisica. Il
metodo industriale di produzione e di trasformazione degli alimenti produce
cibi che sono quasi sempre impoveriti nella loro composizione e depauperati di
sostanze preziose per la salute. Si pensi ai cereali e agli sfarinati troppo
raffinati, senza fibre, germe e minerali; allo zucchero bianco, senza vitamine
e oligoelementi; allo scatolame e ai prodotti conservati in genere, totalmente
privi di flora batterica; ecc.
L’attività fisica, poi, è in molti casi (specialmente
nell’infanzia) quasi totalmente assente, complici anche il tempo passato
davanti alla televisione e ai videogiochi. Un rapporto pubblicato nel 2004
sulla rivista Journal of Adolescence testimonia che, per i bambini tra 1
e 12 anni, esiste un rapporto diretto tra il peso corporeo e il tempo dedicato
ai giochi elettronici.
Secondo gli esperti (uno studio a questo proposito è stato
pubblicato nel novembre 2004 sulla versione online della rivista scientifica British
Medical Journal), un altro elemento poco confortante è costituito dal fatto
che i genitori dei bambini obesi sono, nella maggioranza dei casi,
inconsapevoli del problema dei loro figli. Il 57% dei padri (e un terzo delle
madri) ritiene che il peso dei loro figli obesi (soprattutto se maschi) sia
“normale”. Solo un 25% di questi genitori accenna a qualche forma di
preoccupazione per la condizione dei propri figli.
Che fare?
È assai importante che le scelte alimentari dei bambini (ma
anche dei loro genitori) privilegino alimenti di qualità e il più possibile
integri nella loro composizione. A questo proposito, è opinione fondata che la
qualità degli alimenti sia grandemente influenzata, tra l’altro, da due
elementi:
- La
vicinanza spazio-temporale tra il momento della produzione e il momento
del consumo che garantisce, oltre al sapore del cibo, anche l’integrità
del suo patrimonio nutrizionale e l’assenza di additivi e conservanti. In
questo senso l’orto, il pollaio, il frutteto sono veramente preziosi.
- La
preparazione casalinga di diversi cibi (nella quale è spesso possibile
coinvolgere anche i bambini e i ragazzi) che, oltre ad assicurare
risultati organolettici eccellenti, riduce di fatto la presenza del
prodotto industriale sulle nostre tavole. Si pensi, da questo punto di
vista alle marmellate, allo yogurt, alla pasta, ai crauti, alle olive in
salamoia, al pane, al minestrone, alla maionese, ecc.
Per quanto riguarda l’attività fisica, ai ragazzi vanno
garantite almeno due possibilità:
- Andare
regolarmente a scuola a piedi.
- Uno
spazio verde dove poter correre, arrampicarsi, esplorare, ecc.
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