Il
frutto del melograno è sempre stato osservato con curiosità e interesse dalle
culture tradizionali. Non solo per le gradevolissime caratteristiche
organolettiche, ma anche per la tipica conformazione: una spessa buccia che
tende ad aprirsi spontaneamente a maturazione e che lascia intravedere una
grande quantità di semi rossi. Tutte caratteristiche che è stato inevitabile
associare ad immagini di fecondità, abbondanza, augurio di gioia e prosperità. In
effetti, per un vegetale produrre frutti con molti semi significa avere più
probabilità di far nascere nuove pianticelle. Che sostituiranno nel tempo
quelle più vecchie.
Augurio
di fecondità e di ricchezza
Presso
molti popoli, i frutti ripieni di semi sono sempre stati ritenuti un chiaro segno
di fecondità. Ma anche di abbondanza e di ricchezza. Per l’umanità, avere a
disposizione dei semi, in realtà, allontana due grandi pericoli: la fame e la
miseria. I semi, infatti, si possono mangiare (pensate allo spazio che hanno
nei nostri piatti frumento, riso, mais, fagioli, mandorle, ecc.) e si possono
anche scambiare con altri alimenti o oggetti. Ecco perché in Asia il melograno
spaccato è segno di buona fortuna, in Africa centrale questo frutto è regalato
alle madri per augurare loro molti figli e in India le donne ne bevono il succo
per combattere la sterilità. Se dunque volete fare un regalo simpatico a
qualcuno che si sposa o che mette su casa, portate loro un cesto con qualche
melograno oppure, meglio, regalate un alberello di melograno: saranno
sicuramente pensieri molto graditi.
Melograno
e salute
La
pianta del melograno e le sue diverse parti (frutto, semi, buccia del frutto,
corteccia, radici) sono dotate di virtù curative. Una farmacia completa la
considera, a ragione, la medicina ayurvedica, l’antichissimo e complesso
sistema terapeutico utilizzato in India da millenni. Per la medicina
tradizionale cinese, la scorza essiccata del frutto (detto anche, in botanica,
balaustio) ha un’azione astringente, antidiarroica e antiemorragica (particolarmente
nelle emorragie uterine). La ricerca moderna e la recente sperimentazione
scientifica hanno evidenziato la particolare abbondanza nel succo e nell’olio
contenuto nei semi di sostanze protettive come l’acido ellagico, gli ellagitannini
(in particolare la punicalagina), gli antociani e l’epigallocatechingallato
(EGCG). Si tratta di sostanze dotate di effetto protettivo sulla patologia
aterosclerotica, tumorale e degenerativa. In particolare, il succo del
melograno ha dimostrato di ridurre il rischio di cancro alla prostata (ClinicalCancer Research 2006;12(13):4018-4026; Journal of Agricultural and Food
Chemistry 2007, 55:7732-7737).
Altri studi sul succo di melograno hanno suggerito
che il suo consumo può abbassare la pressione sanguigna e ridurre i processi
ossidativi nelle persone sane, riducendo, tra l’altro, il rischio
cardiovascolare (Plant Foods for Human Nutrition 2012, 67(3):309–14; American
Journal of Cardiology 2005 Sep 15;96(6):810-4; American
Journal of Clinical Nutrition 2000, 1(5):1062–76).
La buccia piace ai batteri intestinali
La buccia del melograno non è certo commestibile.
Tuttavia sappiamo che é particolarmente ricca di polifenoli, le cui proprietà
antiossidanti e antinfiammatorie sono note da tempo. In uno studio effettuato all’Università
di Lovanio in Belgio (British Journal of Nutrition, 109,2013,802-809)
ha dimostrato che l’estratto di buccia di melograno fa aumentare in modo
significativo i bifidobatteri nell’intestino, con effetto stabilizzante sul
peso corporeo. Inoltre, la supplementazione della dieta con estratto di buccia
di melograno ha ridotto i livelli di colesterolo (totale e LDL) e
dell’infiammazione dei tessuti.
A mio parere
Occorre dire che una certa parte di questi studi
(non tutti, per la verità) sono stati realizzati in laboratorio, su animali o
addirittura su tessuti o cellule isolate. Inoltre, le dosi di estratti vegetali
utilizzate sono spesso piuttosto elevate e non comparabili con quelle
raggiungibili con un normale consumo. Al di là delle perplessità sull’impiego
degli animali nella sperimentazione, è chiaro che il trasferimento di questi
risultati nella terapia in ambito umano non può essere del tutto automatico.
Tuttavia, il complesso di queste ricerche conferma che la tradizione aveva una
qualche fondata ragione. E che la nostra dieta deve essere variata e
comprendere anche quegli alimenti (frutti, ortaggi, cereali e legumi) che,
talvolta per semplice pigrizia, non sono compresi nelle nostre abitudini
dietetiche.
Bevanda di yogurt al succo di melagrana
2 melograni
500 g di yogurt
un cucchiaio di miele
qualche chicco d’uva
Con attenzione e pazienza levate la buccia ai frutti
e liberate i semi dalla pellicina bianca (e amara) che li avvolge. Raccogliete
i semi in un setaccio, appoggiatelo sopra una terrina e schiacciate i semi con
le mani per far uscire il succo. Mettete in un frullatore il succo di melograno,
lo yogurt e il miele. Frullate per qualche istante e versate
in bicchieri trasparenti. Aggiungete qualche chicco d’uva, tagliato a metà e
senza semi. Gustate fresco.
Aperitivo
analcolico
2 melograni
3 cucchiai di miele di
acacia
3 bicchieri di acqua
frizzante
4 fettine di pompelmo per
decorare
Qualche cubetto di ghiaccio
Sgranate
i melograni e togliete con cura tutte le pellicine. Per ricavare il succo
potete procedere come nella ricetta precedente, oppure mettere i semi in una
centrifuga o in passaverdure con fori piccoli (tenete da parte alcuni semi che
utilizzerete per decorare la preparazione). Aggiungete il miele e l’acqua frizzante
e mescolate con cura. Versate nei bicchieri e aggiungete qualche cubetto di
ghiaccio. Decorate ogni bicchiere con qualche chicco di melograno e una fettina
di pompelmo.
Insalata
autunnale
1 kg di zucca pulita e
tagliata a cubetti
4 cucchiai di olio d’oliva extra
vergine
Un pizzico di peperoncino
2 cucchiai di succo
d’arancia
1 cucchiaio di succo di
limone
1 ciuffo di foglie di rucola
100 g di mandorle
leggermente tostate
Mezzo melograno
Sale
Accendete il forno a 240 gradi. Condite i cubetti di zucca con 2 cucchiai d’olio, il peperoncino e una presa di sale. Mettete il tutto su una piastra e infornate a 240 gradi. Dopo 15 minuti mescolate con una forchetta e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare. Preparate una salsa emulsionando il succo degli agrumi, 2 cucchiai d’olio e un po’ di sale. In una insalatiera piuttosto larga mettete i dadini di zucca, la rucola spezzettata, le mandorle (tritate leggermente con il coltello) e i chicchi di melograno. Condite con la salsa. Un buon antipasto, ma anche una buona cena se accompagnato da pane integrale e una porzione di carote grattugiate.
Risotto
al melograno con basmati integrale
2 bicchieri di riso basmati integrale
1 melograno piuttosto grosso
1 cipolla
3 cucchiai di olio extra
vergine d’oliva
sale
sale
Il
riso basmati integrale è un riso lungo, profumato e di rapida cottura. Si
presta molto bene per realizzare piatti insoliti e con accostamenti arditi. Lavate
il riso e lasciatelo a bagno in acqua per un’ora. Scolatelo e rimettetelo nella
pentola con 3 bicchieri di acqua. Aggiungete un pizzico di sale e fate cuocere
a fuoco molto basso e pentola coperta per 20 minuti. Spegnete il fuoco. Sgranate
il melograno e ricavatene il succo con uno schiacciapatate (tenete da parte 4
cucchiai di semi integri per decorare). Affettate la cipolla e fatela stufare
nell’olio per qualche minuto. Versate il riso sulla cipolla assieme al succo
del melograno. Mantenete il fuoco ancora acceso e mescolate molto delicatamente
per un minuto. Regolate di sale se necessario. Spegnete, coprite e lasciate
riposare per 5 minuti. Servite decorando ogni piatto con i semi.
“La
melagrana si apre e lascia venire cento figli”.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
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