Acidità
o basicità degli alimenti, acidosi dei tessuti corporei, pH sanguigno, riserva
di basi nel sangue, urine
L’equilibrio
acido-base in breve
L’equilibrio
acido-base è un meccanismo di compensazione presente nel metabolismo (cioè
nella complessa rete di reazioni chimiche che rendono possibile l’esistenza
degli organismi viventi) che permette al sistema di mantenere costanti le
funzioni vitali. L’equilibrio acido-base è la situazione con la quale si devono
confrontare tutti gli esseri viventi ed è il risultato di una serie di reazioni
chimico-fisiche influenzate da fattori come il cibo, l’attività fisica, lo stress,
la temperatura, l’inquinamento ambientale, l’eventuale consumo di farmaci, ecc.
Fino
a che i fattori che influenzano il metabolismo rimangono nei limiti
fisiologici, la capacità di compensazione del sistema vivente è in equilibrio e
l’organismo rimane in salute. Se invece la capacità di compensazione è limitata
(ad esempio, per una carenza di basi oppure per un eccesso di acidi), il
sistema è perennemente in scompenso e l’organismo inizia a produrre fenomeni che
noi chiamiamo “sintomi” oppure “malattie”: acidità di stomaco, disturbi
digestivi, infiammazioni, febbre, dolori articolari, allergie, ecc.
Occorre
non dimenticare che le attuali condizioni di vita (ambiente, cibo, stress
emotivo, consumo di farmaci, ecc.) spingono il nostro sistema metabolico
costantemente verso l’acidosi. Per questo l’organismo, i cui processi vitali
hanno bisogno generalmente di un pH leggermente alcalino, deve costantemente
contrastare questa tendenza acidificante eliminando gli acidi attraverso il
rene, il polmone e la pelle, anche utilizzando i sali minerali alcalinizzanti
presenti nel cibo e nell’acqua (calcio, potassio, sodio, magnesio).
Gli
enzimi e la vita stessa dipendono dal pH
La
velocità delle reazioni biochimiche è strettamente dipendente dal pH dell’ambiente
e ogni enzima (si chiama così la proteina che facilita una specifica reazione
chimica) ha bisogno di lavorare in un ambiente con un pH ben determinato.
Naturalmente, il pH varia in relazione al tipo di enzima e alla sua funzione.
Ad esempio, l’enzima digestivo ptialina (presente nella saliva) inizia a
demolire gli amidi dei cereali e diventa efficiente solo in un ambiente
alcalino. Il pepsinogeno (nello stomaco) si attiva in pepsina e digerisce le
proteine solo in un ambiente acido. Così ogni enzima dipende per la sua
attività da un adeguato grado di pH. Il pH del sangue arterioso è fisiologicamente
compreso tra 7,35 e 7,43. I limiti di compatibilità con la vita sono 7,0 e 7,8:
se il pH ematico dovesse variare molto rispetto a questo intervallo insorgerebbero
gravi conseguenze per la nostra salute.
Il
cibo e la legge degli opposti
Stile
di vita equilibrato si diceva poco sopra. Ecco, nel campo della salute (e della
nutrizione in particolare) la conquista e la conservazione dell’equilibrio è
uno dei problemi più importanti. L’equilibrio vitale è una condizione dinamica mantenuta
dall’interazione continua tra condizioni opposte. Non a caso Einstein (il
fisico premio Nobel che formulò la teoria della relatività), paragonando
l’equilibrio vitale organico alla bicicletta, sottolineava che, in un caso e
nell’altro, per non morire o cadere sia necessario muoversi.
Mangiar
sano, anche dal punto di vista acido-basico, non vuol dire quindi mangiare
esclusivamente alimenti alcalinizzanti, ma piuttosto sforzarsi di raggiungere
l’equilibrio fra i due elementi opposti, l’acido e l’alcalino. Non esistono
dunque, almeno in teoria, alimenti buoni (quelli alcalini) e alimenti cattivi
(quelli acidificanti). Anche se occorre ammettere, come già detto, che la vita
stressante, le abitudini alimentari poco salutari, l’inquinamento ambientale,
la sedentarietà e l’uso di alcol e farmaci determinano sempre una condizione di
acidosi nell’organismo. E che quindi la dieta necessaria per compensare questo
squilibrio deve essere composta in larga prevalenza da alimenti alcalinizzanti.
Cibo
acido o alcalino
Dal
punto di vista nutrizionale la classificazione degli alimenti in acidificanti o
alcalinizzanti viene fatta in base all’influenza che questi esercitano sul
corpo e non in base al sapore più o meno acido.
Così
molti alimenti che hanno un gusto acido (per esempio l’uva e gli agrumi) sono
considerati alcalinizzanti perché, dopo essere stati metabolizzati, lasciano nel
corpo un residuo alcalino. Infatti gli acidi organici della frutta vengono facilmente
demoliti e trasformati in anidride carbonica e acqua, mentre i minerali residui
servono a neutralizzare gli acidi organici.
Questo
vale per la maggior parte della frutta e della verdura nonché delle alghe
(dulse, kelp, hiziki, nori) che contengono tutte un’elevata percentuale di
minerali (come sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro) in grado di
neutralizzare grandi quantità di acidi organici. Anche il sale per il suo
contenuto di sodio è un elemento alcalinizzante.
Al
contrario, altri alimenti comunemente consumati (per esempio la farina e i
cereali) sono spesso acidificanti, soprattutto se raffinati e quindi poveri di
minerali. Poiché durante la loro demolizione e utilizzazione nell’organismo rilasciano
residui di acido solforico, acido fosforico e acido cloridrico, è opportuno che
il loro consumo sia sempre accompagnato da abbondanti quantità di verdure
fresche o da frutta (alimenti alcalinizzanti).
Anche
lo zucchero, i grassi e le proteine di origine animale sono acidificanti dopo
essere stati metabolizzati.
È
meglio l’acido o l’alcalino?
Qual
è il giusto rapporto fra alimenti acidificanti e alcalinizzanti?
Come
sempre in materia nutrizionale, le corrette proporzioni di ogni pasto variano a
seconda del metabolismo di ogni soggetto, della quantità di attività fisica,
degli alimenti consumati in precedenza ed eventualmente anche della profondità
e del ritmo della respirazione (una respirazione profonda alcalinizza
l’organismo).
Come
possiamo sapere se il nostro equilibrio acido-basico è alterato? Una
possibilità è data dalla semplice misurazione dell’acidità dell’urina mediante
l’utilizzazione delle cartine tornasole. Si tratta di strisce di carta imbevute
di uno speciale reagente che cambiano colore al contatto con sostanze acide o
alcaline. Il confronto del colore della striscia con una scala colorata posta
sulla confezione rivela con facilità il grado di acidità delle nostre urine.
Quando la dieta è fisiologica (cioè adatta alle nostre esigenze, le urine
testate al mattino al risveglio sono neutre (pH 7). Le urine dei bambini
allattati al seno sono neutre o alcaline (pH 7-8).
Altro
elemento semplice da interpretare è la forte sensazione di gusto amaro in bocca
al risveglio. Si tratta del segnale che nell’organismo si è accumulato un
eccesso di acidità: non a caso questa sensazione è più frequente dopo strapazzi
alimentari, sempre acidificanti.
In
conclusione
Beh,
dirà qualcuno, in fondo che cosa c’è di nuovo in questo tipo di dieta, non
vedendo grandi differenze nel confronto con le indicazioni dietetiche e sul
corretto stile di vita che i lettori conoscono bene e che tante volte Vita e
Salute ha proposto sulle proprie pagine. Effettivamente, una dieta equilibrata
dal punto di vista acido-basico deve rispettare alcune caratteristiche tipiche
degli stili nutrizionali che hanno una forte valenza salutistica e preventiva
come, ad esempio, limitare gli alimenti proteici di origine animale (e, in
generale, non eccedere con le proteine), consumare regolarmente frutta e
verdure fresche e crude, evitare l’alcol e lo zucchero, preferire i cereali
integrali a quelli raffinati e i legumi freschi. Un buon equilibrio acido-basico
necessita anche di una adeguata e regolare attività fisica (meglio se praticata
a bassa intensità e di tipo aerobico, che favorisce l’eliminazione di acidi
volatili attraverso i polmoni), di un adeguato apporto d’acqua (indispensabile
per facilitare l’eliminazione renale delle scorie acide, soprattutto se ricca
di calcio) e di accorgimenti e pratiche adatti a compensare lo stress (dormire
di notte per 6-8 ore, meditare e/o pregare, praticare yoga o altre tecniche di
rilassamento, mangiare ad orari regolari masticando a lungo, ecc.). Da non
dimenticare che una delicata stimolazione delle funzioni del fegato (ad esempio
con l’assunzione di decotti di tarassaco oppure bevendo prima dei due pasti
principali mezzo bicchiere di acqua tiepida con 50 gocce di tintura madre di Tarassaco)
può aiutare in modo decisivo il ristabilimento o il mantenimento
dell’equilibrio acido-basico nell’organismo. Il fegato, infatti, ha una grande
capacità di eliminazione degli acidi dal corpo, 20-30 volte superiore a quella
dei reni.
Un
criterio pratico per definire con semplicità il contributo che un certo
alimento può dare all’aumento dell’acidità del corpo è quello di individuarne
alcune caratteristiche “acidificanti”: la ricchezza in proteine e in grassi
saturi (quindi attenzione all’eccesso di alimenti di origine animale), l’aggiunta
di zucchero (occhio ai dolci industriali e alle bevande gassate), la presenza
di alcol (vino, birra, liquori, aperitivi) e di inquinanti chimici (dunque sono
da preferire le produzioni biologiche). Potrete, al contrario, introdurre
giornalmente quantità adeguate di alimenti più equilibrati consumando con
regolarità mele e tutta la frutta di stagione, cipolle, cavolfiori, sedano,
rape, carote, indivia. Evitate il più possibile i cereali raffinati (farine
tipo 00, pane bianco, riso brillato), preferendo quelli integrali e il miglio
in particolare, consumate con fiducia fagioli (meglio se freschi), limoni e
altri agrumi, una sultanina e fichi secchi, tutti alimenti dal buon potere
alcalinizzante.
Volete
preparare con facilità un pasto dal potente effetto alcalinizzante?
Non è
difficile. Prendete cipolla abbondante, carote, sedano, zucca, cavolo, aromi
come rosmarino e salvia. Fateli cuocere per un paio d’ore assieme a qualche
manciata di fagioli freschi. Salate il giusto. Aggiungete alla fine qualche
cucchiaio di miglio o grano saraceno e proseguite la cottura per altri 15 minuti.
Nel tempo che la minestra diventi tiepida, consumate una abbondante insalata
mista condita con olio extra vergine d’oliva, un po’ di gomasio (sesamo tostato
e sale) e qualche goccia di limone. Non dimenticate di masticare bene.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
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