Vi è senz’altro capitato di aprire il frigo e di esclamare: “Non c’è più niente in casa: bisogna fare la spesa”. Mentre poi invece, spremendo un po’ il cervello e aguzzando gli occhi, siete riusciti a mettere insieme ancora un paio di pranzi e di cene assolutamente dignitosi semplicemente utilizzando al meglio quello che “non c’era” o quello che c’era da così tanto tempo che era relegato sul fondo della dispensa, quasi invisibile. A me succede spesso e mi piace molto cimentarmi in queste sfide. Nelle quali imparo diverse cose. Primo: acquistiamo spesso molto più di quanto consumiamo e le verdure ammuffiscono, i formaggi diventano immangiabili e le confezioni sottovuoto scadono. Secondo: per mangiare bene serve molto meno cibo di quanto si pensi. Terzo: alcuni alimenti si conservano a lungo senza problemi (mele, patate, cipolle, cereali, legumi, aglio, noci, aromi secchi, ecc.) e in casa ce n’è sempre un po’, sufficiente per trarti d’impaccio. Quarto: siamo spesso preda di una sorta di sindrome della dispensa (o del frigo) vuota che ci spinge a stare bene solo quando la casa è piena di cibo. Quinto: riuscire a realizzare piatti eccellenti con quello che c’è (e non con quello che c’è scritto sulle ricette) aumenta l’autostima e allena a risolvere i problemi contando sulle proprie risorse. Non mi pare poco.
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