martedì 17 dicembre 2013

CANEDERLI PER NATALE



All’inizio del cammino vegetariano su cui mi sono avviato negli anni ’70 del secolo scorso ci sono state sicuramente soprattutto solide motivazioni salutistiche. In quegli anni stavo completando la mia formazione universitaria e spesso le lezioni accademiche e la pratica clinica mi mostravano quanto il consumo di carne producesse guasti importanti. Il desiderio di mantenermi in salute il più a lungo possibile è ancora un pilastro importante della mia scelta di non mangiare carne e pesce. Tuttavia, negli anni, si sono affiancate alla giustificazione salutistica anche una importante motivazione etica (gli animali sono “esseri senzienti”, anche secondo il Trattato di Lisbona, ratificato da 27 Paesi Europei e entrato in vigore il 1 gennaio 2009) e non più rinviabili questioni ambientali. Ha fatto riflettere tutti coloro che hanno a cuore il futuro del pianeta e le sorti dell’umanità tutta quanto affermato dal professor Malik Falkenmark e dai suoi colleghi dello Stockholm International Water Institute in un rapporto sulle prospettive alimentari dell’umanità. Il rapporto 2012 è uscito in occasione della Conferenza mondiale sull’acqua che si è tenuta a Stoccolma. Le affermazioni e le esortazioni uscite da quel consesso prestigioso dovrebbero stimolarci a cambiare. Se l’umanità continua a cibarsi secondo la dieta odierna, esageratamente ricca di prodotti animali, entro il 2050 ci aspettano catastrofiche carenze alimentari. Già oggi, secondo cifre dell’Onu, quasi 3 miliardi di persone sono affamate o malnutrite. Ma nei prossimi quattro decenni la terra passerà da 7 miliardi di umani a 9 miliardi e, secondo gli studiosi di Stoccolma, dobbiamo diventare tutti vegetariani. O quasi. Attualmente ricaviamo il 20 per cento delle proteine necessarie al nostro fabbisogno da prodotti derivati dagli animali (carne o latticini). Questa percentuale dovrà scendere al 5 per cento o forse anche a meno entro il 2050, se vorremo evitare carestie e guerre causate dalla scarsità di cibo. Il problema è l’acqua, che già oggi è scarsa e in molte regioni è più preziosa del petrolio. Il cibo ricavato da animali, infatti, consuma da cinque a dieci volte più acqua di quella che serve per produrre i vegetali. Cambiare dieta permetterebbe dunque di consumare meno acqua per l’agricoltura. Senza contare che attualmente un terzo delle terre arabili del pianeta sono destinate alla produzione di sementi e raccolti destinati a sfamare gli animali da allevamento. Se mangiassimo meno animali, risparmieremmo acqua e avremmo a disposizione più terra per altri usi agricoli.
Ecco allora un suggerimento per le prossime feste. Che siano felici e che la pace regni (per tutti) anche a tavola. Tanti auguri.


Canederli per il giorno di Natale (per 4 persone)



300 g di pane integrale raffermo (adattissimo quello di segale)

150 g di seitan (al naturale o, se vi piace, fumé)

1 cipolla

1 spicchio d’aglio

farina di grano saraceno

brodo vegetale

sale marino integrale



Tritate finemente il seitan e la cipolla, il porro e l’aglio. Affettate il pane e disponetelo in una ciotola. Aggiungete il seitan e le verdure, salate leggermente e aggiungete un po’ di brodo vegetale (dovrete solo inumidire, non inzuppare troppo la preparazione). Lasciate riposare coperto per un paio d’ore. Aggiungete al composto la farina di grano saraceno in quantità tale da rendere il tutto facilmente manipolabile, con l’aiuto di un cucchiaio, formate dei canederli non troppo grandi (come un mandarino). Lessateli in acqua salata bollente (oppure, ancora meglio, in brodo vegetale) per almeno 20 minuti. Serviteli accompagnati, a piacere, da poco brodo oppure da crauti caldi.

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