Fra qualche giorno, la pubblicità televisiva dei gelati e
del tè pronto sarà rimpiazzata in buona parte da quella dei farmaci. La
stagione fredda si sta avvicinando e i produttori di farmaci non si fanno
trovare impreparati. Mal di gola, tosse, febbre e sintomi influenzali sono i
nemici da debellare. Naturalmente per continuare a fare quello che si faceva
prima, a tavola e non solo, con gli stessi ritmi e le stesse modalità. Si
propone, sotto sotto, una logica demenziale: eliminare il più presto possibile
i sintomi che l’organismo produce durante lo sforzo di ritornare in salute. Un
po’ come se disattivassimo la spia rossa che si accende sul cruscotto per non
essere disturbati da quel fastidioso lampeggiare… La logica è quella del supermercato:
la confezione extra large (del famoso antidolorifico) costa meno. E poi, vuoi
mettere, in famiglia ce n’è sempre bisogno. Gli avvelenamenti da farmaci (solo
in minima parte causati da intenzioni suicide) costituiscono ormai una causa di
morte molto rilevante, paragonabile agli incidenti stradali. Al 16° congresso
della Società Italiana di Tossicologia (Giardini Naxos-ME, marzo 2012)è stata comunicata la casistica del
Centro Antiveleni (CAV) del Policlinico Umberto I di Roma riguardo l’intossicazione
da paracetamolo (un diffusissimo farmaco antifebbrile, molto utilizzato in
pediatria). Il 37% delle chiamate al CAV erano dovute ad intossicazioni da
farmaci. Nel 5% dei casi il farmaco in questione era il paracetamolo, venduto
senza ricetta e, anche per questo, con la rassicurante nomea che, quindi, male
non può fare. Il paracetamolo, in realtà, è il principale farmaco utilizzato
nei tentativi di suicidio nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti (Bio Med
Central-Public Health, 2011, 11:460). Scusate
lo sfogo e torniamo in cucina (piuttosto che in farmacia). In cucina
fabbrichiamo (volendo) la nostra salute.
Settembre è il mese del riso. Si raccoglie quanto seminato
nella scorsa primavera e viene commercializzato il raccolto dell’anno
precedente, il riso “nuovo”. Utilizziamo per questa ricetta il riso Venere nero integrale. Il riso Venere, una
varietà assai pregiata, ha un gradevole aroma e come tutti i risi integrali
contiene un notevole quantitativo di silicio
utile per la formazione e la riparazione di tutti i tessuti dell’organismo. Ha inoltre
un contenuto di ferro e di
sostanze protettive (antociani) notevolmente superiore agli altri tipi di riso.
In Italia è coltivato solo in un’area ristretta tra Piemonte e Lombardia.
Insalata di riso nero
2 bicchieri di riso nero
integrale
1 melanzana
2 zucchine
1 spicchio di aglio
1 melanzana
2 zucchine
1 spicchio di aglio
1 cipolla
1 cucchiaio di capperi
2 cucchiai di semi di girasole
4 cucchiai di mandorle sgusciate
1 cucchiaio di capperi
2 cucchiai di semi di girasole
4 cucchiai di mandorle sgusciate
peperoncino in polvere
maggiorana fresca
sale
3 cucchiai di olio
sale
3 cucchiai di olio
Fate cuocere il riso in 4 bicchieri d’acqua leggermente
salata. Tenete il fuoco molto basso e la pentola sempre coperta. Non mescolate
mai. Ci vorrà circa un’oretta. Affettate cipolla e aglio e fate stufare
nell’olio per qualche minuto. Nel frattempo tagliate a cubetti le zucchine e la
melanzana. Aggiungete alla cipolla le verdure, gli aromi e i semi di girasole e
continuate la cottura per qualche minuto (è meglio che le verdure rimangano
croccanti). Quando il riso è cotto fatelo intiepidire e poi mescolatelo alle
verdure. Disponetelo su un piatto da portata e spolverate con le mandorle
spellate (basta lasciarle nell’acqua calda per 5 minuti), tostate leggermente e
poi tritate grossolanamente. Da accompagnare con una insalata verde.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
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