Quando andiamo a fare la spesa, pensiamo generalmente di essere nel pieno possesso delle nostre facoltà e che nessuno possa decidere per noi. Effettivamente la questione è notevolmente più complessa e quando ci troviamo immersi nella realtà dei supermercati (una realtà molto più virtuale di quello che sembra) occorre attivare tutta la nostra attenzione e il nostro senso critico.
Prendete, ad esempio, le etichette. Se vi sembra che siano
semplicemente dei pezzi di carta o plastica appiccicati sulle confezioni e dalle
quali ricavare informazioni più o meno utili, vi sbagliate di grosso. Per la
legge si tratta di uno strumento di informazione e di tutela del consumatore.
Per chi produce, invece, le etichette sono un tassello importante nella
strategia di vendita. Il colore prevalente in una etichetta, ad esempio, è
attentamente studiato e scelto in funzione degli effetti che produrrà sul
consumatore. I quali possono attribuire
ad un alimento alcune caratteristiche (più o meno reali) a seconda del colore
dell’etichetta. Tant’è vero che i cibi etichettati in verde sembrano più salutari. Lo testimonia uno studio
condotto dai ricercatori della Cornell
University (USA) e pubblicato su HealthCommunication online, 27 febbraio 2013. I cibi confezionati e etichettati
utilizzando materiali di colore verde indurrebbero i consumatori, soprattutto
quelli più attenti alla sana alimentazione, a credere di essere meno calorici,
rispetto a quelli con le etichette bianche o arancioni.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
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