I soggetti arruolati in questo studio sono circa 73mila appartenenti alla chiesa avventista.
Questa indagine, pubblicata sulla rivista Journal
of American Medical Association-Internal Medicine (2013;():1-8), dimostra che l’adozione di una dieta vegetariana si associa
ad una vita più lunga.
Le diete prevalentemente a base di vegetali (plant-based diet), confrontate con diete non vegetariane, comportano
una riduzione media del 12% del rischio di mortalità per tutte le cause. La
comparazione fra diversi regimi alimentari ha permesso di rilevare che la
riduzione del rischio è maggiore per coloro che seguono un regime vegetariano
più pesce, vegano e latto-ovo-vegetariano. In particolare, sono stati
riscontrati relazioni benefiche tra una “plant-based diet” e la mortalità per
cause cardiovascolari, non cardiovascolari, non tumorali. Rischio ridotto anche
nei confronti di malattie renali e endocrinologiche, soprattutto per gli
uomini.
La dieta basata sui vegetali comprende parecchi alimenti e
nutrienti di cui sono noti i benefici per la salute: i semi oleosi, i cereali
integrali, la frutta, gli acidi grassi polinsaturi, le verdure in foglia. Occorre
infine ricordare che gli autori dello studio osservano che, poiché solitamente
i vegetariani adottano uno stile di vita più salutare (maggior attività fisica,
no fumo e alcol, ecc.), non è ancora del tutto chiarito se i vantaggi
riscontrati siano da attribuire alla dieta oppure anche allo stile di vita.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
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