Capodanno è lontano e la primavera alle porte. C’è ancora
spazio nella nostra razione alimentare per i semi oleosi? La maggioranza dei
nostri concittadini pensa di no. Non per caso i consumi di questi alimenti
hanno un picco annuale durante le feste di fine anno per poi ridursi
drasticamente. Non va bene. Si tratta di alimenti salutari che, nella giusta
quantità, andrebbero consumati giornalmente (o quasi). Uno studio su circa
10mila adulti sani effettuato in Spagna dall’università di Navarra (Public
Health Nutrition, 2012 Oct 23:1-9) ha testimoniato che il consumo regolare di noci, mandorle e
nocciole riduce il rischio di sviluppare la sindrome metabolica. Che cos’è la
sindrome metabolica? È un importante insieme di condizioni cliniche (obesità,
aumento dei trigliceridi, della pressione arteriosa e della glicemia a digiuno,
colesterolo HDL “buono” troppo basso) che favorisce il manifestarsi di
importanti patologie croniche come l’infarto cardiaco, l’ictus, il diabete,
alcuni tumori, la demenza, ecc. La ricerca spagnola ha dimostrato che coloro
che consumano due o più porzioni a settimana di semi oleosi presentano un
rischio di sindrome metabolica ridotto del 32% rispetto a coloro che dichiarano
di non consumarne mai.
In pratica, che significa “porzione” e a quale quantità
corrisponde? In una dieta bilanciata (cioè basata sul consumo prevalente di alimenti
vegetali) devono trovare spazio anche circa 20-30 grammi al giorno di semi
oleosi. Noci e mandorle, tra l’altro, ci ricordano la necessità di masticare. E
non è poco.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
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