La lenticchia è sicuramente una delle piante commestibili più antiche del mondo e ancora oggi è uno dei pilastri della dieta quotidiana per molti popoli, soprattutto orientali. La lenticchia ha un elevato potere nutritivo (contiene quasi 300 kcal per 100 g), ma nello stesso tempo è il legume che contiene la minor quantità di grassi (circa l’1%). Il contenuto proteico delle lenticchie (quasi il 23%) supera quello di tutti gli altri legumi tradizionalmente consumati (ad eccezione della soia) e potrebbe spiegare da solo il grande favore che l’umanità ha sempre accordato a questo legume.
Una porzione di lenticchie (preferibilmente ad integrazione di un piatto di cereali) è consigliata a tutti coloro che svolgono una attività fisica intensa (ragazzi, sportivi, lavoratori manuali). La lenticchia è utilissima per le madri che allattano e per i diabetici (riduce la glicemia dopo il pasto). Numerose ricerche testimoniano che il consumo regolare di legumi (le lenticchie sono tra i legumi più digeribili) può contribuire a prevenire e a curare parecchie patologie degenerative come il diabete, l'aumento del colesterolo nel sangue, l'ipertensione arteriosa e perfino diversi tipi di cancro. La lenticchia ha tuttavia anche qualche limite. Per la sua ricchezza di purine, questo legume è infatti sconsigliato agli uricemici, ai gottosi e in tutti i casi di insufficienza renale.
Le lenticchie di migliore qualità sono quelle piccole, coltivate in montagna. Si trovano in commercio anche le lenticchie decorticate. Di colore rosso/arancio (la buccia marrone è stata infatti eliminata), sono molto digeribili e si prestano ottimamente (ben cotte e in modesta quantità) per l'integrazione delle pappe durante lo svezzamento (a partire da 11-12 mesi) e per tutti coloro che soffrono di colite e di fermentazioni intestinali. Ricordo infine che per una eccellente digeribilità le lenticchie, prima della cottura, vanno messe in ammollo in acqua fresca per almeno 4-5 ore.
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