Il cioccolato fa bene al cuore. Una
affermazione che sarebbe stata ritenuta, fino ad una decina di anni fa, inconsueta
e decisamente controcorrente. Per molto tempo, infatti, del cacao e del
cioccolato si sono sottolineati soprattutto gli aspetti poco salutari come, ad
esempio, la grande quantità di grassi e il conseguente importante contenuto
calorico.
Il cioccolato è effettivamente un
alimento molto energetico e il suo consumo è stato consigliato soprattutto agli
sportivi, mentre era solo tollerato per i bambini o per i golosi e addirittura
esplicitamente proibito a chi soffriva di ipertensione, cardiopatie, diabete.
Eppure, che occorresse un approfondimento su queste
questioni era probabilmente suggerito non solo dal fatto che le popolazioni
Maya e Azteche ritenessero la pianta del cacao un dono degli dei fatto all’umanità
per alleviarne la fatica, ma anche perché gli europei del diciassettesimo
secolo lodavano il cioccolato per la sua capacità guaritrice e per gli effetti
benefici prodotti sul fegato, la digestione, i reni, il sangue, ecc. In quel
tempo, inoltre, in concordanza con le antiche popolazioni americane (e con le
scoperte più recenti) si pensava che il cacao rendesse le persone più felici e
forti.
Da qualche anno, alcune ricerche
scientifiche hanno evidenziato alcuni aspetti salutistici del cacao e quindi
del cioccolato che ne contiene una percentuale maggiore, quello che chiamiamo
fondente. Tanto che oggi il cioccolato fondente (in dosi ben definite) può
essere ritenuto un alimento perfino utile per i cardiopatici e i diabetici.
Quali i vantaggi
Il consumo di cioccolato fondente (non
producono invece vantaggi il cioccolato al latte e quello bianco) apporta
all’organismo quantità significative di nutrienti dotati di proprietà
protettrici dell’organismo e in particolare dei vasi sanguigni. Secondo dati
della Società Europea di Cardiologia (agosto 2004), dopo aver consumato
cioccolato fondente le sostanze antiossidanti presenti nel sangue aumentano
almeno del 20%.
I flavanoli contenuti nel cacao (si
tratta di un tipo di flavonoidi, composti antiossidanti e protettivi presenti
in diversi altri alimenti) producono una riduzione della pressione arteriosa,
migliorano la funzionalità del rivestimento più interno delle arterie
(l’endotelio, una sottilissima membrana che gioca un ruolo importantissimo in
tutte le patologie vascolari), riducono l’ossidazione del colesterolo-LDL
(quello “cattivo”) e la tendenza delle piastrine (cellule responsabili della
coagulazione del sangue) ad accumularsi e a formare trombi.
Insomma, i processi infiammatori e
degenerativi che costituiscono l’inizio dell’aterosclerosi sono fortemente
contrastati dal consumo di cacao.
Come se non bastasse, i flavanoli
migliorano anche la sensibilità dell’organismo all’insulina e facilitano
l’attività delle cellule beta del pancreas (quelle che producono l’insulina),
riducendo la tendenza all’aumento della glicemia e il rischio di diabete (Journal of the American College of Cardiology 2008; 51: 2141-9 e
2150-2).
In pratica
Volendo utilizzare (piacevolmente) il
cioccolato per le sue ormai certe proprietà benefiche, come fare per evitare
l’eccesso calorico che inevitabilmente deriverebbe da un consumo abbondante? È
vero che molte delle sperimentazioni effettuate con il cioccolato prevedevano
il consumo di una tavoletta da 100 grammi al giorno. Tuttavia, per motivi
evidenti, si tratta di una quantità di cioccolato che non è possibile assumere
quotidianamente. Fortunatamente risulta da diverse sperimentazioni (effettuate,
tra l’altro, presso i Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di
Campobasso, in collaborazione con l’Istituto dei Tumori di Milano e pubblicate
sulla rivista Journal of Nutrition 2008
Oct;138(10):1939-45) che il
cioccolato produce i suoi effetti positivi anche (o, probabilmente,
soprattutto) quando viene consumato in modesta quantità, pari a circa 6-7
grammi al giorno, corrispondenti a un cioccolatino o a un quadratino delle
classiche tavolette. In effetti, per consumi superiori, i ricercatori italiani
hanno osservato che gli effetti positivi tendevano ad attenuarsi molto.
Ancora una volta il segreto (antico)
sta dunque nella moderazione. E nella scelta, aggiungiamo noi, di un cioccolato
di qualità.
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