I luoghi della grande distribuzione organizzata
(supermercati e simili) sono territori minati. Vi si applicano le più avanzate
tecniche di controllo del comportamento. Chi li frequenta cede
inconsapevolmente informazioni e dati preziosissimi che verranno utilizzati per
affinare ulteriormente le tecniche di vendita. Carte fedeltà, punti omaggio,
concorsi per regali, perfino azioni di solidarietà a favore di questo o quel
progetto sono pesantemente inquinati da una sotterranea strategia di
acquisizione di informazioni su voi e sui vostri acquisti (provate a voler
contribuire senza lasciare nome, indirizzo e altri dati personali. Non è
possibile…).
Gran parte delle strategie pubblicitarie sono rivolte ai
bambini.
La musica diffusa nei punti vendita (e che i bambini
imparano presto perché è rimandata dalla televisione, dai computer e dei
telefonini) ha un ruolo molto importante nel familiarizzare la loro mente con
il prodotto e il marchio associati. È stato provato che il 75% degli acquisti è
in qualche modo condizionato dai bambini e almeno il 50% delle madri acquista un alimento chiesto dal figlio. Per questo, merendine,
caramelle e pupazzetti sono disposti a circa un metro da terra, alla portata
degli occhi e delle mani dei più piccoli.
Sottraetevi, per quanto possibile, a questo meccanismo
perverso. Non portate i bambini al supermercato, ma nei parchi, in campagna,
lungo i fiumi, ai musei, nell’orto. Lì c’è la vita.
(Da un mio articolo publicato sulla rivista Vita e Salute)
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