La
dieta vegetariana è adatta per gli organismi in crescita come bambini e
adolescenti? Si tratta di un tema che interessa molti genitori ed educatori,
visto che in Italia si calcola che dai 6 ai 10 milioni di persone siano
vegetariane o comunque abbiano ridotto fortemente il consumo di carne e pesce. Inchieste
e servizi giornalistici talvolta, invece di informare e di rassicurare (anche
sulla scorta di una mole ormai imponente di studi scientifici su questo tema), risvegliano
inquietudini e perplessità circa improbabili carenze alle quali sarebbero
soggetti bambini e adolescenti vegetariani. In realtà, tra pediatri, medici e
nutrizionisti (almeno tra quelli che si mantengono aggiornati e che ragionano senza
pregiudizi) si respira una certa aria di tranquillità. La dieta
latto-ovo-vegetariana è infatti da tempo considerata perfettamente adatta alle
esigenze nutrizionali della specie umana in tutte le fasi della vita,
dall’infanzia alla maturità e fino alla vecchiaia.
L’ADA
è favorevole
È ben
conosciuta la posizione dell’American Dietetic Association-ADA favorevole alla
dieta vegetariana. L’ADA è la principale organizzazione dei professionisti
dell'alimentazione e della nutrizione degli Stati Uniti ed è una tra le più autorevoli
al mondo. Una posizione, quella dell’ADA, non ideologica, ma basata sull’attenta
valutazione degli ormai numerosissimi studi scientifici che testimoniano la
validità della dieta vegetariana in ogni fase della vita. È inoltre convinzione
dell’ADA che anche la dieta vegana (la quale esclude, oltre alla carne e al
pesce, anche tutti gli alimenti di origine animale come latte, formaggi e
uova), pur con qualche attenzione a possibili carenze, possa essere proposta senza
problemi a bambini e adolescenti. Se volete leggere la versione italiana del
documento dell’ADA (Position of the
American Dietetic Association: Vegetarian Diets; pubblicato sulla rivista
scientifica Journal of American Dietetic
Association 2003;103:748-765) potete andare sul sito www.scienzavegetariana.it
I
dubbi
Nonostante
le conferme scientifiche siano ormai evidenti, sulla dieta latto-ovo-vegetariana
sono diffuse alcune perplessità e qualche pregiudizio, soprattutto quando è
proposta ai bambini e ai soggetti in crescita. Perplessità e pregiudizi
sostanzialmente infondati, come vedremo. Mentre invece la proposta vegana, una
scelta assolutamente rispettabile dal punto di vista etico e ambientale, se proposta
a bambini e adolescenti rischia di esporre a qualche carenza, in particolare di
vitamina B12. Tuttavia a questo proposito l’ADA, nel documento citato, afferma
espressamente che “Le diete vegane ben bilanciate ed altri tipi di diete
vegetariane risultano appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi
inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia ed adolescenza”.
Una
dieta ben bilanciata
Che
significa “dieta ben bilanciata”? Semplice: che la scelta di adottare una dieta
vegetariana o vegana per voi e i vostri figli è vostra e solo vostra. La farete
per motivazioni etiche (rispetto degli altri esseri viventi), salutari
(assicura benessere e riduce il rischio per molte patologie croniche e
degenerative), ambientali (la produzione di carne mediante allevamenti
intensivi è ad altissimo impatto ambientale) e per molte altre vostre e
personalissime ragioni. Fatto questo, tuttavia, per non commettere errori
dovuti a disinformazione e errate convinzioni, è indispensabile che vi confrontiate
con un medico esperto in questo tipo di alimentazione (ne trovate un lungo
elenco sul sito della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana-SSNV www.scienzavegetariana.it). Questi
professionisti sapranno consigliarvi al meglio con competenza e chiarire i
vostri dubbi, anche con pareri scientificamente fondati. Vediamone alcuni.
È
vero che se mio figlio non mangia la carne, rischia una carenza di proteine?
No.
L’affermazione che la carne sia una fonte proteica ha ovviamente un qualche
fondamento (la carne contiene circa il 18% di proteine). Tuttavia, la
trasformazione in un principio assoluto (“se hai bisogno di proteine devi
mangiare la carne”) cozza contro molte evidenze scientifiche. Quello appena
enunciato è un principio che ha sostanzialmente governato indisturbato per
molti decenni la scienza dell’alimentazione e che si è rivelato del tutto falso.
Ad esempio, i derivati del latte e le uova (alimenti consumati in una dieta
vegetariana) contengono proteine di qualità eccellente e migliore (le uova) di
quelle della carne. E i vegani, che non mangiano latte e uova? In realtà, a
patto che gli alimenti vegetali (cereali integrali, legumi, semi oleosi) vengano
consumati in modo variato e che venga soddisfatto il fabbisogno energetico, le
proteine vegetali sono perfettamente in grado di soddisfare i fabbisogni
nutrizionali. Caso mai, come suggerisce l’ADA, la più bassa assimilabilità
delle proteine vegetali deve far aumentare la razione proteica dei bambini
vegani del 30-35% dallo svezzamento fino all'età di 2 anni, del 20-30% per i
bambini di età compresa fra i 2 ed i 6 anni, e del 15-20% al di sopra dei 6
anni di età.
Si
tenga conto che le proteine della soia sono in grado di soddisfare il
fabbisogno proteico esattamente come le proteine animali. Nel piatto dei
bambini la soia ci può arrivare sotto forma di legume ben cotto e passato, di
tofu (“formaggio” di soia), di miso (pasta fermentata di soia e cereali, da
aggiungere in piccola quantità a zuppe e minestre), di farina di soia da
integrare nell’impasto della pizza, dei biscotti e del pane preparati in casa. Abbiate
cura anche di proporre giornalmente a bambini e ragazzi i semi oleosi (noci,
mandorle, nocciole, ecc.), ricchi di proteine (15-20%): si tratta di alimenti generalmente
graditi, facili da consumare e che possono arricchire la prima colazione,
completare un piatto di cereali, sostituire snack poco salutari.
È
vero che se non propongo ai miei figli la carne, non avranno abbastanza ferro
nell’organismo e rischieranno di diventare anemici?
Anche
a questa domanda possiamo rispondere con un no. È effettivamente vero che l’assorbimento
intestinale del ferro, nelle diete basate in gran parte o esclusivamente sui
vegetali, può essere un passaggio critico. I vegetali contengono un tipo di
ferro molto più sensibile di quello contenuto nella carne sia alle sostanze che
inibiscono che a quelle che ne facilitano l'assorbimento. Le fibre vegetali (e
i fitati contenuti), il calcio, il tè e il caffè ostacolano l’assorbimento del
ferro. La vitamina C ed altri acidi organici presenti nella frutta e nella
verdura, al contrario, ne aumentano l'assorbimento e, di fatto, compensano l’effetto
dei fitati. Per non spaventarsi inutilmente è bene in ogni caso tener conto che
l’aumento del consumo di fibre e fitati (sotto forma di legumi, ad esempio) è
sempre accompagnato da un aumento dell’introduzione di ferro contenuto in
questi alimenti; che alcune pratiche riducono la presenza dei fitati negli
alimenti (la trasformazione dei semi in germogli, la fermentazione lenta del
pane e della soia); che le verdure crude e la frutta, abbondanti nelle diete
vegetariane, apportano vitamina C e acidi organici che aumentano l’assorbimento
del minerale. In definitiva, nonostante il numero di anemici da carenza di
ferro tra i vegetariani e i non-vegetariani sia sostanzialmente identico, è
tuttavia prudente che i bambini (e adulti) vegetariani e vegani consumino
regolarmente alimenti ricchi di ferro (ad esempio: germe di grano, fagioli, lenticchie,
basilico, ceci, albicocche secche, farina di avena, prezzemolo, miglio, noci,
ecc.). Un ultimo consiglio per i genitori con figli piccoli. Evitate di proporre
ai neonati e ai bambini almeno fino ai 3 anni di età cibi ad alto contenuto di
fibre e di crusca come i cereali integrali. Meglio per loro consumare i cereali
raffinati, per mantenere elevati l’apporto energetico e l’assimilazione
intestinale dei minerali presenti nei legumi e nelle verdure, ferro compreso.
Latte
e formaggi sono ricchi di calcio. Chi non ne mangia ogni giorno compromette la
crescita dell’organismo e aumenta il rischio futuro di osteoporosi?
L’introduzione
di calcio nei latto-ovo-vegetariani è paragonabile a quella dei non-vegetariani
e il problema, da questo punto di vista, non si pone nemmeno. Nella dieta
vegana, invece, il consumo di calcio tende ad essere più basso delle dosi
raccomandate. Tuttavia, è sbagliato affrontare il problema della presenza di
calcio nell’organismo tenendo in considerazione solo le entrate. Occorre
valutare attentamente anche le perdite di calcio dall’organismo. Le quali, se
elevate, vanificano gli effetti positivi di una dieta ricca di questo
importante minerale. È noto, ad esempio, che una dieta sovrabbondante di
proteine animali (carne, pesce, uova e perfino formaggi) favorisce l’eliminazione
del calcio dall’organismo. Lo stesso succede se si consumano regolarmente alimenti
troppo ricchi di sale (come gli alimenti conservati e le patatine, ad esempio).
In ogni caso, soprattutto i bambini e i ragazzi vegani devono rispettare le
dosi raccomandate di calcio (circa 800-1000 mg al giorno). Non è così difficile,
se la dieta comprende regolarmente alimenti che forniscono calcio facilmente assimilabile
come alcune verdure (cavoli, broccoli, cime di rapa), la soia, il tofu e altri
legumi, il muesli, i semi oleosi, le albicocche e i fichi secchi, la rucola, il
basilico, il prezzemolo, la cicoria, il radicchio, ecc. Sono di aiuto,
soprattutto nell’alimentazione infantile, anche i cibi vegetali addizionati con calcio
che si trovano facilmente in commercio: succhi di frutta, fiocchi di cereali
per la colazione, latte di soia, ecc. È utile, infine, non proporre troppo
spesso ai bambini alcuni ortaggi ricchi di ossalati come gli spinaci (sì,
quelli di Braccio di Ferro), le barbabietole e le coste. Gli ossalati, infatti,
possono interferire con l’assorbimento del calcio.
L’assenza
di alimenti di origine animale dalla dieta può produrre una carenza di vitamina
B12?
A
questa domanda occorre rispondere affermativamente, poiché questa vitamina è
contenuta esclusivamente negli alimenti di origine animale (carne, pesce, ma
anche latte, formaggi e uova).
Ancora
una volta, la dieta latto-ovo-vegetariana non è interessata da questo problema:
qualche porzione di latticini e 1-2 uova alla settimana sono più che sufficienti
per garantire un apporto adeguato di questa vitamina, la cui carenza provoca
disturbi del sistema nervoso e una tipica anemia caratterizzata da globuli
rossi più grandi del normale. I vegani (piccoli e adulti) come si devono dunque
comportare? Devono consumare regolarmente cibi addizionati con B12 (alcuni tipi
di latte di soia, alcuni lieviti alimentari e certi fiocchi per la prima
colazione). Inoltre, è bene che si rivolgano al proprio medico che potrà
effettuare un dosaggio della vitamina nel sangue e consigliare eventualmente l’assunzione
di appositi integratori di vitamina B12.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
Ecco il video di una mia conferenza sull'alimentazione vegetariana:
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