Torniamo a parlare del sonno. Ne vale la pena. Anche perché
si sta facendo strada l’ipotesi che la proposta di dormire a sufficienza e in
modo soddisfacente potrebbe essere fatta ai soggetti a rischio per prevenire
patologie importanti e sempre più diffuse come il diabete di tipo 2 e l’obesità.
Lo scrivono a chiare lettere gli autori (Università di Lubecca, Germania) di una
revisione di 17 studi (coinvolti 600mila adulti) pubblicata sulla rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology,online 25 Marzo 2014. Negli ultimi anni, la perdita di sonno che
caratterizza lo stile di vita delle moderne società si è sempre più dimostrata
un fattore in grado di nuocere alla salute metabolica. In particolare un riposo
breve, irregolare o di scarsa qualità si associa spesso a obesità o diabete. È
stato dimostrato un aumentato rischio di obesità in chi dorme meno di cinque
ore al giorno. Risultati analoghi arrivano da studi sui bambini, per i quali la
condizione di obesità è correlata ad una durata del sonno sotto le dieci ore al
giorno. È da notare che questi risultati hanno mantenuta una loro forte validità
anche quando sono state tenute in considerazione e compensate varie condizioni (attività
fisica, depressione, consumo di alcol, etnia, istruzione, stato civile ed età) che
avrebbero potuto falsare l’affidabilità dei dati. In attesa che ulteriori
ricerche portino chiarezza sui meccanismi fisiologici coinvolti, credo che i colleghi
medici non sbaglierebbero nel raccomandare a tutti i loro pazienti di dormire
almeno 5-6 ore per notte.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
Nessun commento:
Posta un commento