Sta iniziando la
stagione del sole. Un astro che, negli ultimi tempi, è visto più con paura (i
tumori, l’invecchiamento cutaneo, non è più il sole di una volta…) che con
fiducia. Eppure il sole è la fonte della vita su questo nostro pianeta! E, tra
l’altro, il modo più semplice per fare rifornimento di vitamina D.
Questo studio (Gastroenterology,
2012; 142(3):482-9) dovrebbe stimolarci ad un rapporto più “stretto” con questa potentissima fonte
di energia. Certo, senza esagerazioni e adottando la gradualità resa necessaria
dal fatto che normalmente passiamo la quasi totalità delle nostre giornate al
chiuso. Non è ragionevole, in un amen, esporci per molte ore ai raggi solari
senza aspettarci conseguenze spesso disastrose. Prudenza, dunque, ma anche
fiducia!
Ricercatori del Massachusetts
General Hospital di Boston (Usa) in una ricerca durata più di 20 anni hanno seguito quasi 73mila donne. Ebbene, è risultato chiaro che le
donne che avevano livelli più elevati di vitamina D nel sangue avevano un
rischio di sviluppare morbo di Crohn e colite ulcerosa (gravi infiammazioni
dell’apparato digerente) decisamente più contenuto di coloro che scarseggiavano
di questa vitamina.
Una conferma di
quanto si sa da tempo. Che la vitamina D non è importante solo per il
metabolismo del calcio e per la robustezza delle ossa, ma anche per diverse
altre funzioni e organi. Per regolare il funzionamento del sistema immunitario,
per ridurre il rischio di alcuni tumori (del seno, dell’intestino, del rene,
del pancreas ad esempio), per contrastare lo sviluppo di batteri e di virus.
Vitamina D anche
negli alimenti?
Quasi il 100% della
vitamina D presente nel nostro organismo è prodotta dalla luce del sole che
colpisce la pelle. Al contrario di altri importanti nutrienti, gli alimenti non
sono la fonte più affidabile. Quali alimenti contengono vitamina D? L'olio
di fegato di merluzzo e i pesci più grassi come i salmoni e le aringhe. I pesci
(soprattutto quelli di grossa taglia), tuttavia, sono alimenti facilmente
contaminati da metalli pesanti e, anche per questo, non sono alimenti
raccomandabili. Le uova potrebbero essere una discreta fonte di vitamina D, ma
se fossero prodotte da galline che razzolano all’aperto! Allo stesso modo, il
latte prodotto da mucche che pascolano all’alpeggio contiene vitamina D. Tuttavia,
uova e latticini sono alimenti che oggi vanno consumati con moderazione e, in
molti casi, addirittura esclusi dalla dieta. I funghi sono una
buona fonte di ergosterolo, una sostanza che poi la luce solare trasforma in
vitamina D attiva.
È bene infine ricordare
che il complesso meccanismo di assorbimento, trasformazione e attivazione di
questa vitamina necessita sempre di un buon equilibrio metabolico e soprattutto
di un regolare funzionamento dell’apparato digerente e della flora batterica
intestinale. Una dieta basata sui vegetali e che comprenda frutta e verdure,
cereali integrali, legumi e semi oleosi è il modo più semplice ed efficace per
raggiungere questo obiettivo.
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