I
genitori a volte dimenticano. Oppure, per comodità o per sfinimento, cedono.
Eppure è da molto tempo che nutrizionisti, pediatri e specialisti in disturbi
del comportamento alimentare sottolineano l'importanza di non mangiare davanti
alla televisione accesa. Un consiglio che vale per tutti, ma soprattutto per
bambini e adolescenti. È ormai arcinoto che consumare i pasti davanti al
piccolo schermo è il metodo migliore per ridurre l'interesse per almeno due
fondamentali aspetti della nutrizione: l'attenzione per la quantità e la
qualità del cibo e la masticazione accurata. Con l'immediata conseguenza che
aumentano inconsapevolmente le calorie introdotte, mentre il numero delle
masticazioni cala drammaticamente verso lo zero. Non è difficile immaginare le
ripercussioni sull'organismo. A questo proposito, i ricercatori della School of
Psychology dell'Università di Birmingham (lo studio è stato pubblicato qualche anno fa sulla
rivista Appetite 2009;52:39-43)
hanno aggiunto ancora qualche elemento di riflessione. Si è scoperto infatti
che la TV davanti al piatto influenza anche la memoria di ciò che è stato consumato
durante il pasto. Non si tratta di una banalità o di una questione sulla quale
scherzare (“non mi ricordo niente, nemmeno quello che ho mangiato a pranzo!”).
Siamo invece di fronte ad un ricordo prezioso perché, è stato provato, tende a
regolare l'introduzione di cibo nel pasto successivo. Infatti, le giovani
studentesse che avevano pranzato davanti ad un video di 10 minuti, nella
merenda seguente tendevano a consumare un numero di biscotti maggiore rispetto
alle compagne che avevano assunto il pasto senza distrazioni (oltre a ricordare
meno vivamente le caratteristiche e i sapori del pranzo). Non sfugge a nessuno
che questo meccanismo perverso possa aprire la strada all’aumento eccessivo di
peso e a tutte le patologie che vi sono collegate. Certo, non da solo. Ma non è
un buon motivo per sottovalutare questa abitudine, tanto dannosa quanto diffusa.
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