Siamo finalmente nella
stagione del sole e, puntualmente, inizia la litania delle raccomandazioni
sulla dannosità della luce solare e su come difendersi dai suoi raggi. Non che
sia del tutto sbagliato: in tempi nei quali la popolazione attiva (per non
parlare degli anziani) passa normalmente al chiuso dal 95 al 99% del proprio
tempo e pretende poi di “recuperare” il sole perduto rimanendo in spiaggia in
mutande a tempo pieno un giorno ogni tanto (rimediando così memorabili e
pericolose scottature), suggerire un po’ di prudenza è doveroso. Tuttavia,
rischia di passare in secondo piano una verità sacrosanta: che il sole è la
fonte della vita sulla terra e che il nostro organismo, al pari delle piante e
degli altri animali, ha assoluto bisogno della luce solare per vivere e
rimanere in salute. Prendete, ad esempio, questo studio sulla relazione
tra i livelli della vitamina D nell’organismo e il rischio di cancro (British Medical Journal 2010 Gen
21;340:b5500). I partecipanti allo studio (di dieci Paesi europei) sono stati
oltre 500.000. In questi soggetti si è constatato che i livelli di
vitamina D più bassi e più alti sono associati rispettivamente ad un maggiore o
minore rischio di carcinoma colonrettale. Tra coloro che avevano quantità
maggiori di vitamina D è stata osservata una riduzione del 40% della
probabilità di sviluppare un tumore rispetto ai soggetti con valori più bassi.
È molto probabile che la vitamina D, molto importante per il metabolismo del
calcio e delle ossa, svolga anche un ruolo protettivo nei confronti dei tumori.
Evviva il sole, dunque. Ma con giudizio.
(Da Paolo Pigozzi, Vita e Salute, Edizioni ADV)
NB: Aggiungo che andrebbero totalmente bandite le lampade abbronzanti che, secondo
l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, aumentano il rischio
di melanoma del 75%, al pari del fumo di sigaretta, se utilizzate prima
dei 30 anni.
(Da Paolo Pigozzi, Vita e Salute, Edizioni ADV)
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