L’energia luminosa emanata dal sole produce numerosi effetti benefici su diversi
organi e funzioni del nostro corpo. Una corretta e costante esposizione alla
luce solare non solo produce la vitamina D, rafforzando ossa e denti e
proteggendo il sistema cardiovascolare. La luce del sole regola anche il ritmo
sonno-veglia, rende ottimale l’equilibrio ormonale maschile e femminile, riduce
il colesterolo nel sangue, migliora l’umore e contrasta la depressione (Archives
of General Psychiatry, May 2008, 65(5)), esalta le prestazioni del sistema
immunitario, migliora il nutrimento della
pelle e previene la formazione dei foruncoli, contrasta il deterioramento della
funzione visiva, favorisce la crescita e lo sviluppo corporeo, riduce
globalmente il rischio di tumori. Certo, una esposizione improvvisa ai raggi
solari dopo un lungo periodo di completa astinenza procura sicuramente più guai
che vantaggi. Come può capitare quando, dopo molti mesi passati all’interno di
case e uffici, con la pelle pallidissima andiamo ad arrostirci per una intera
giornata al mare oppure quando passiamo in poche ore, grazie alle opportunità
del trasporto aereo, dal buio dei nostri mesi invernali alla luce sfolgorante
di qualche isola tropicale. Da incolpare, dunque, non è tanto la luce solare,
ma il nostro stile di vita e il modo scorretto (“o tutto o niente”) di
utilizzare questa potentissima e benefica fonte energetica. Gli eventuali
problemi sono in fondo generati da una dose eccessiva di raggi solari (sono in
realtà sufficienti pochi minuti al giorno), da una mancata gradualità e
soprattutto da una insufficiente continuità nell’esposizione. Gradualità e
continuità che possono essere realizzate in molti modi: lavorando per qualche
tempo nell’orto o nel giardino di casa, andando al lavoro a piedi o in
bicicletta, passeggiando in campagna o in collina o semplicemente facendo un
riposino all’aria aperta dopo il pranzo.
(da: P. Pigozzi, LA DIETA DEL CUORE, Edizioni ADV)
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