Che il diabete sia una malattia complessa è cosa nota. La
riduzione del rischio non passa sicuramente attraverso la semplicistica
sostituzione del cucchiaino di zucchero nel caffè con una pillolina di
dolcificante sintetico. Molto meglio modificare lo stile di vita. A questo
proposito, guardate un po’ cosa suggeriscono i risultati di una ricerca
effettuata presso il Leiden University Medical Center (in Olanda) e pubblicata
nella rivista online Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism
del 6 aprile 2010.
La resistenza delle cellule
all’azione dell’insulina è uno dei meccanismi principali che portano verso lo
sviluppo della malattia diabetica. Ebbene, i ricercatori olandesi hanno
scoperto che dormire poco riduce la sensibilità dei tessuti all’azione
dell’insulina. Nel corso dell'ultimo decennio dormiamo sempre meno e,
nello stesso tempo, c’è stato un deciso aumento dei casi di resistenza all'insulina
e di diabete di tipo 2. Tutto questo non è certamente un caso, osservano i
ricercatori olandesi. Non solo perché studi precedenti avevano già indicato che
la riduzione della durata delle ore di sonno per svariate notti consecutive
comportava alterazioni nei meccanismi di regolazione della glicemia, ma anche
perché questo studio dimostra che le variazioni indesiderate del metabolismo si
verificano già dopo una sola notte nella quale si dorme meno. È ovvio che il
prossimo passo dovrà essere quello di stabilire se un aumento delle ore di
sonno possa contribuire alla stabilizzazione della glicemia nei diabetici. Nel
frattempo, dormiamoci sopra.
(Dalla mia rubrica Vegetariando nella rivista Vita e Salute)
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